La vivandiera di San Martino

LA VlVANDIERA DI .SAN MARTINO ~ 21 Fra i ~ospiranti s' era anch~ collocato qualche colonnello ancor verde e pretensjoso, che cercava di collocare in maniera piacevole gli zec(~hini che gli venivano dalle fertili terre di Carinzia o di Transilvania. Ma non pareva che la giovane facesse questione di grado, perchè i co· lonnelli avevano la stessa sorte dei semplici sottbtenenti; un no tanto fatto. Il barone Schwartz, che.godeva fama di gran vincitore di donne, fu punto da curiosità riguardo a questa alterigia, a senno suo, di princisbecco. In una cena di ufficiali, riscaldato dal vino e dalle chiacchiere che si facevano, il brillante ufficiale assicurò che entro una settimana egli avrebbe ottenuto... quello che i più belli e ricchi giovani dell' esercito non erano stati in grado di ottenere. La prima volta che la :bella Lombarda vide il barone Schwartz, divenne visibilmente pallida, e fece per fuggire'. Una specie di servitore che accompagnava la ragazza le si avvicinò e le disse vivamente poche parole, che sembrarono farle grande impressione. Ella si volse, e rispo8e con un' occhiata ardente al sorriso del barone. Schwartz fu conquistato, egli che voleva conquistare. Una passione ~iolent~, selvaggia, che no:!l aveva nulla di alto o 4i ideale, ma che non era meno irrasistibile per questo, invase quell'organizzazione bestialmente robusta. Egli am(>, se non col cuore - che in quella belva tedesca era un muscolo e, nulla più - almeno col sangu~ , colle ·fibreJ con tutte le forze del desiderio violento; egli giur~ che, dovesse commettere un delitto, quella donna gli sarebbe appartenuta. La lotta che tentò di fare contro questa specie di os= ...

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