La vivandiera di San Martino

i, 12 BIBLIOTECA PATRIOTTICA l' nell'anima un bisogno fortissimo; q~llo di mandare -il capitano a precedere all'altro mondo le vittime che voleva fucilare. , Ma era soldato, era dell'eserc~to austriaco, era avvezzo alla disciplina passiva; le rimostranze da lui fatte ecce-~ devano dì molto il limite di tolleranza che sarebbe stato conceduto a ciascun altro. Si avvicinò quindi ai suoi, e cona fronte bassa e gli occhi pieni di lagrime, ordinò il fuoco. I nove italiani caddero, bagnati nel loro sangne. Risuonarono tre o quattro altre detonazioni ; era la seconda metà del pjcchetto di esecuzione che, secondo l'ordine, andava a sparare nelle orecchie dei moribondi il colpo di grazia. · - Anche questo è fatto - mormorò pon atroce indifferenza l' uffic·iale tedesco, guardan~o quei cadaveri ancora agitati da scosse convu1se - così potessi aver qui fra le unghie il loro Gar·ibaldi, e tre o quattro dei suoi migliori luogotenenti!... Mi metterei io stesso nel pelottone di esecuzione! .. In quel momento si udì un grande strepito ; e tre o quattro soldati dalmati capitano tenendo per le braccia un giovine co'ntadino che pa1 eva istupidito dal terrore. . - Ah !.. . nuova caccia!... disse il capitano, squadrando il nuovo venuto. Sei arrivato un po' tardi, amico .mio, la festa è finita; altrimenti ti avrei fatto fucilare cogli altri. Ma chi è costui ~ ... Uno dei ~o1 dati raccontò che a vevano trovato quel contatlino ranni cchiato dietro una siepe, e che per mìnacciarlo e bastonarlo che facessero non avevano potuto cavargli una parola. '

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