Giuseppe Mazzini - Dal Papa al Concilio ; Dal Concilio a Dio

DAL CONCILIO A DIO 15 fraterno e d'aspirazione, mutandolo, in onta a'suoi pitt sublimi presentimenti, in tiranno volgare e perpetuo delle anime. V'accuso di chiudere, per vanità o sete di potere gli occhi della mente a non avvedervi che,_ come a un'esistenza sottentra un'altra esistenza, così_ a una missione sottentra un'altra missione, e ciascuna diretta e santificata da una sintesi religiosa. E v'ac-. cuso, prima e più d'ogni altra cosa, di non vivere, se non d'una vita di fantasmi ch'errano fra le tombe, ac., carezzano di superstizioni o impiccioliscono di terrori i mortali, poi si sperdono davanti .alla prima tinta, dell'Alba. L a vita è Amore; voi non sapete più amare; la parola del vostro Capo non suona che gemito di delusione; la formola delle vostre dichiarazioni è l'anatema. La vita è moto, aspirazione, progresso; voi negate il moto, v'arretrate tremanti dinanzi a ogni aspirazione, crocifiggete l'Umanità sul Calvario, rifiutate ogni svol~ gersi dell'idea dai simboli, pietrificate il verbo vivente. di Dio, riducete la Storia, ch'è la manifestazione successiva di quel verbo a un solo momento, spegnete la libertà, senza la quale non esiste coscienza di pro... gresso, sotto la fatale responsabilità ereditaria e ca,n· celiate ogni merito d'opere e di sacrificio sotto l'annipotenza della grazia. La vita è comunione, comunione colla natura, coll'uomo, dovunque soffre, spera e combat te, e con Dio: voi avete tentato, negando la continuità della creazione e l'universalità dell'alito creatore, d'imprigionar Dio in un angolo dell'Univer so, in un breve periodo dell'immenso tempo; tentate anch'oggi, mercè un immorale dualismo d'opposizione statuito fra terra e cielo, d'esiliare ogni culto· della natura, ch'è forma;

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