Giuseppe Mazzini - Dal Papa al Concilio ; Dal Concilio a Dio

~. ~;1 DAl PAPA AL CONClliO .DA.L CONCILIO A DIO _ ...,._ .. SCRITTI DI GIUSEPPE MAZZINI ROMA PER CURA DEGLI EDITORI 1875.

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l PREFAZIONE Rinchiuso nel castello di Savona, nel 1830 un giovine di 25 anni pensava alla sua Italia. ·Quel giovine era Giuseppe Mazzini. L'Italia, di cui egli dalle inferriate della torre, non vedeva se non i contorni, il Mare e le Alpi, era schiava di sette Stati di spotici che la smembravano. E tuttavia nella soli tudine di quel carcere, egli meditò il concetto dell'Unità Repubblicana d'Italia, concetto che, fìno da ll'adolescenza, gli bolliva in core. Men te eminentemente sintetica, r isalì di grado in grado dagli effetti alle cause, e nella legge che domina l'Universo trovò che ogni par te del medesimo ha una funzione da esercitare, una missione da. compiere. Quindi, e:he cosa ·è la vita degli individui e dei corpi collettivi ?. E una missione ; la missione di contribuire, a seconda delle facoltà di ciascuno, alla ricerca e scoperta progressiva di un frammento della legge Morale, la di cui nozione e applicazione avvicina l'Umanità al Legislatore Supremo . 1 . ' Osservata questa verità, Mazzini chiese a se st~sso se l'Italia, schiava e smembrata da secoli, avesse tuttora in sè element i tali da renderla idonea in una missione attiva a benefizio delì' Umanità, o se ·pur fosse, a similitu~in e di tant i popoli dimenticati, destinata a. scendere gr adatamente nell'oblio: E la storia e i· sepolcri dei Padri nostri, int errogaLi da lui con mente potentissima e con immenso affetto, risposer:o, che l'Italia, già educatrice due · volte del mondo, aveva fra le nazioni il privilegio della r esurrezione.

PRKFAZIONE « Impor ta egli pensò - prepararla. alla terza vita e indicar le in che modo essa eser ciLerà la sua missione nel senso u .1 itario, prefisso all'Dmanità. Da schiava e smembrata, qual è oggi, deve fnrsi una e libe1·a. Come~ La soluz ione di questo problema sta nell'Educazione; ed a lla Educazione del Popolo.!Laliano consacrò la sua vita. Il politeismo aveva affermat a la Libertà dell'Individuo ; ma appunto perchè per,.;oni.ficata ndl'individuo, era incompleta e ingiusta, perchè era il privilegio del più forte, e si traduceva, pel debole, in servitù. n. Cri stianesimo venne a completare il significato della L ibe1·tà, annunziando che tutti gli uomini sono :figli di uno st..;sso- P adre. Ecco l'Eguaglianza che l'antichità ignorava ; ecco l'inalienabile eredità che il Cristi~nestmo lasciava al Genere Umano. Piantato nelk coscienze, mediante secoli di predicazione e d'opre, il principio della Eguaglianza, il Crist ianesimo aveva esauritb il suo còmpito, nè poteva essere elemento di progresso. La formola, <<Dio e l'Uomo Libero ed Eguale, >.> non bastava più all'Umanità, e n0 cercava una più larga, un · principio nuovo da aggiunger J a quei due t ermini. Mazzini Ia indovinò nella parola Fratellanza, corollario del principio d' Eguaglianza, e la chiamò Associazione, che rappresenta l'Ente collettivo, l'Umanità. Ma il Cattolicesimo, rappresentato dal Papato, che si può dire H Materialismo del Cristianesimo, resisteva tenace e, for te del nome di Roma e d'una potente organizzazione diramata a tutto il mondo, si opponeva gagliardamente al progresso della nuova Idea, destin~t~ a sostit uirsi al Privilegio in ogni ramo dell'attivita umana. Conscio, già da più secoli, di aver perduto gr an parte della sua forza morale, aveva cercato la for.z a m~te~iale nel Principato militare. La sua fortezza prmct_pale era l'Italia e Roma. E Mazzini, già proscritto dall'Italia e dalla Francia, e ricoverato in I~vizzera, vedeva nel 1832 il Papa Gregorio XVI logiCamente pil) tiranno che cristiano, condannante, da

PREFAZIONE 5 ---- - -------------------------------------- un lato, i Cattolici Polacchi insorti, e sostenere contro di essi l'autorità dello Sch~matico Despo ta Russo e, dall'altro, sfidare la Diplomazia che, per timore della Rivoluzione, lo consigliava a qualche riforma. Mosse quindi guerra viva e diretta al Papato1 e a que;l'intento rivolse gli sforzi della vasta associazione - la. Giovine Italia - e pubblicò nel 1832 lo scritto <~ Dal Papa al Concilio. » Come altri suoi scritti> anche quello rimase frainte s·o, e, in un tempo più vicino n, noi, Edgar Quinet lo giudicava un at to di tattica politica, un appello ad un Concilio futuro di privilegiati Sacerdoti, piut tosto che un grido di rinnovellamento religioso gettato alla Coscienza dei Popoli. Non v'ha, . rispondeva Mazzini, e lo ~onfermò di poi nella prima pagina dell'appello « Dal Concilio a Dio » - non vi ha uomo meno politico di me e più ripugnante alla tat tica. Il Concilio a cui mi appellava nel 1832, era un Concilio r accolto da un popolo libero e affr atellato nel culto del Dovere e dell'Ideale, il Concilio dei migliori per senno e virtù fra i credenti nelle cose eterne, nella missione di Dio sulla terra, e nell'adorazione della Verità progressiva, e convocati per interroga re religiosamente i palpiti dell'anima dell'Umanità; per chiedere ai popoli presaghi ma incerti di 3e stessi e dell'avvenire: - quanta parte della vecchia fede è morta nel vostro core ? Quanta parte della futura comincia a vivere in voi? • « Da gran tempo la potenza morale del Papato è perduta. in Europa - tale era il profetico grido « Dal Papa al Concilio » ormai antico di 43 anni, ma sempre vivo ed importante così che oggi si rimette alle stampe. » - Mazzini chiamando tutti gli spiriti eletti a scrutare e presentire le aspirazioni e tendenze dell'epoca, convocava in certo modo un Conci1io di Credenti che dichiarassero consunta la vecchia formola, e ne trovass ro una nuova che servisse alle genti di vincolo per l'avvenire. Questa formola l':wea già trovata Mazzini: era la parola Associazione. E d'allora in poi andarono

6 PREFAZIONE' rapidamente crescendo ed este_nd~ndosi_le. ten~enze deg~i Individui e dei Popoli all'associazwne di hber1 ed eguali; e nei due terzi d'Europa le genti si sono più vplte raccolte e hanno fatto _intendere coll'azione il loro pensiero. E quella parola Associaz~one~ parola ~i guer!~ al Papato morente, e di risveglio :11 credenti, Mazzm1 1:1 ripeteva nel 1833 ai Sacerdoti italiani· nella sua risposta all'Enciclica di Gregorio XVI, e con impar,' ggiabile ardore e costanza, la tramandava come la croce di fuoco di colle in colle, di città in citLà, per mezzo • dei fedeli della Giovine Italia, alla Penisola e alle Isole. E anche l'Italia ne fu scossa, e negli anni 1833, 18;H, ,1843, 1844 e 1845, provò con assidui conati, col m11rtirio del sangue, del carcere e dell'esiglio, le sue irresistibili tendenze all'Associaz ione nella Nazione. Ma si ma turava e s'avvicinava una crisi. t.remenda. Vcdeva bensì Mazzini che la cris i in Europa, e principalmente in Italia, era prodotta da una ragione cont ro la vecchia menzogna e il vecchio dispotismo, insieme collegati, "piu ttosto che da una · fede in un nuovo Vero ed in nuove Istituzioni, in armonia con quel Vero. Quella che si preparava era un'opera di demolizione piuttosto che di riedifìcazione. E Mazzini, con quel suo eriterio infallibile, prevedeva titubanze, illusioni ingannevoli, delusioni amare, contrasti, anarchia e nuova caduta ..Ma la crisi era alle porte, e, presentendo - precisamente perchè non vi era ancor fede lil.ei cori - . che il nuovo Papa, sia per · calcolo, sia per vanaglorioso desii:lerio di popolarità, trarrebbe le moltitudini a sè, nella lusinga che il Papato potesse dividere le loro aspirazioni all'Associazione della. Nazione, e ancora allearsi collo Spirito di Libertà, come ai tempi della Lega Lombarda, scrisse 1'8 Settembre 1847, la celebre ed eloquentissima sua Lettera a Pio IX Pontefice Massimo. Anche questo suo scritto non fu compr,·so al pari di tanti altri e prima e poi. Nel 1831 la sua léttera a Carlo Alberto fu considerata una transazione, quasi un'alleanza col re. Era soltanto un avvertimento e fu inosservato pur troppo. l

PREFAZIONE 7 -------- -- -·-- -- ----··-·----· Ma, perchè il Papa non aveva accettato il principio di Associazione colla Nazione. e s'era anzi contro di essa çollegato colla forza brutale dei Principi, la potenza della Parola Associazione si era. spenta? La Pa- ,·ota era stata lanciata, e aveva profondamente solcato l'animo d0gl'Italiani, e si traduceva in azione, e s'alzava, quasi fatta pers~na, qui in Roma. Qui in Roma, durante un br2viss_imo spazio, la Parola di 18 anni d'apostolato mostrò all'Italia e all'Europa di che sia capace l'Associazione nello Spirito della Verità e della Giustizia. Qui per tre mesi, alla presenza çli Mazzini, col fascino della sua parola, col1'esempio della sua fede e della sua costanza, si v:erificò quanto aveva profetizzato nel 1832. Qui si raccolse il Concilio dei Cred~nti liberi che sostituì l'unità Sociale alla veccliia nnità Spfrituale. E il Concilio si compose del Popolo in azione, che trasmise le sue ispirazioni ai migliori, e questi in suo nome decretarono la decadenza del Papato, e gli sostituirono l'Associazione, cioè Ja Repubblica. Il Concilio in Roma e in Venezia fu glorioso e l'opera sua è immortale; ma fu breve, perchè gli mancò l'Associazione di tutta Italia. L'Italia rimqse indiff..:rente, e il Concilio soggiacque alla forza brutale dello S traniero. G. Mazzini ritornò in esilio all'apostolato della Fede e dell'Azione ispiratasi a quella. E in questo doppio còmpito a cui, fin priJna della sua .prigionia nella torre di Savona, s'era consacrato, in questo a.postolato del Pensiero e dell'Azione, e~·li passò gli nltimi 23 anni della sua vita. E sebbene i calcolatori e gli ottimisti gaudenti gridassero contro questo assidno succedersi di Ribellioni all'alleanza tra la forza brutale e la menzogna, non è men vero che i successivi sforzi dal 1851 al 1S57, e quelli del 1859, 1860, 180.2, 1864, 1867, hanno in certo modo forzata la mano al Partito della Resistenza, e hanno condotto alla conclusione, sino ad ora imperfetta, dello scopo nazionale. Finalmente parve convinto cHe, per mancanzn. di fede in una Legge suprema di progresso, il materiali-

8 PREFAZIONE smo - col suo opportunismo, colle sue passioni individuali, col suo spirito d'indipendenza personale al cospetto della santa autorità del Fine, colla sua adorazione del fatto presente, colla preferenza accordata alla forza brutale sulle idee, col suo aspettare iniziativa e potenza da altri piuttosto che dal proprio dovere - non permetteva mai all'azione di completare un fat to, in armonia col principio da cui partiva e col fine che si prefiggeva. E all'occasione che un Concilio di Vescovi, raccolto in Roma nel 1870, decretava l'infallibilità del Papa, Mazzini scrisse l'eloquentissimo appello « Dal Concilio a Dio. » Quello scritto maraviglioso suscitò naturalmente una tempesta di maledizioni dalla Casta privilegiata, che se ne sentiva mortalmente colpita, e nel medesimo tempo destò l'ammirazione e un vivo desiderio d'esame ' della questione religiosa, nella categoria, più numerosa che non si creda, degli amici della Verità. « L'Epoca dell'Individuo, dice il nostro Maestro, è consunta; l'Epoca dell'Associazione comincia e sommergerà tra non molto - forse da Roma - il Privilegio dell'Uno e dei Pochi. >> RoMA, 1875.

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.. DAL PAPA AL CONCILIO Le pagine che qui soggiurtgiamo furono da noi scr.itte -a richiesta d'un editore, e quasi a volo di penna, fin -dal 1832. Prefisse a poche copie d'una traduzio!ile dello .scritto . di Didier sui t1·e principii, non ebbero, o quasi, .pubblicità. Ma non è questa per noi cagione di riprodude. La cagione sta nella data. Profondamente convinti, che la questione religiosa chiede in oggi impe- <!'iosamente una soluzione; convinti che l'istituzione del 1.3apa to, tradita, o, se vuolsi, compita da ormai quattro secoli la propria missione, è istituzione incadaverita, 'e maschera di religione, non re] igione; convinti che, abbandonato da fede propria, e d'altrui , senza ispira- -zione, senza in telletto_o a1nore dell'umanità, senza potenza per infonder vita ~qllo generazioni crescen Li, e invocanti il pane dell'.anima, il papato, ridotto a stato ·di negazione, non può oggimai se non ordinar più sempre t la cr·edenza a materi~lismo, la società sulla quale domina a tirannide, l'esercizio del culto a bottega; convinti ch'è giunto per ogni onesto il giorno di romper0 1m silenzio colpevole, e gridargli come la coscienza gli detta: tu sei m enzogna condannata da Dio e dagli uomini; svanisci: noi non adoriamo fan tasmi - noi siam lieti di ptoter dire a noi stessi, e a quei che ci leggono: le nostre convinzioni datano da oltre a di- -eiassdte anni. Gli ultimi fatti hanno dato ad esse 'Conferma, non le hanno ispira te. Non entra in noi scin~ -tilla di VP.ndetta, O di riazione.

12 GIUSEPPE M::A=:ZZ=IN.:_I:________ Gli uomini che, diseredati essi medesimi d'ogni fede,. non possono intendere la fede altrui, gli uomini che accusarono Lamennais d'avere abbandonato il papato perchè non gli si era offerto un cappello cardinalizio, ci diranno: La vos( ra guerra è risposta alla di sfatta di Roma . Noi indicheremo, non ad essi, ma a quei che· potrebbero prestar fede alla loro parola, le nostre opinioni del 1832. Quelle opinioni, concepite nella morta quiet e d'un esllio comandat o da un principe, e non dal papa, po tevano peccar d'audacia, non d'ira. E quando . vedemmo le bombe solcar e il cielo di Rorp.a, e soldati stranieri salire, come nel medio evo, all'assalto delle mura di Roma, e mieter vite di prodi in nome di una istit uzione nella qua le non credono, noi non provammo ira, ma pietà profonda e dolore: pie tà per Pio, che nato non t risto, ma t r aviato da tristi e da vanit à di signoria principesca, m~rrà col rimor so nell'anima; . dolore per chè il papato non potesse, o non volesse cadere solenne come il sole nell'immenso oceano, consciodella trasformazione religiosa che la provvidenza matura all'umanità, e trasmettendone esso stesso il h'gato, e la parola iniziatrice ai credenti. Ma sembra fatale · che le grandi istituz ioni debbano, consunto il proprio periodo di vita, spegnersi tutte nel fango o nel sangue. Diciassette anni or sono noi scrivevamo: « L'Italia , . omettendo anche il grande e importante spettacolo d'un popolo che aspira a rivendicarsi l'unità, l'indipendenza, . la libertà, presenta oggi un fenomeno che merita attenzione da tutti i · popoli, e da quanti vegliano attenti al progresso .umano. Un gran fatto si compie in mezzo a tutLi quei tentat ivi, che nascono e muoiono rapidamente per riprodursi il dì dopo; fra quel fermento..

DNL PARA AL CONC!I~tO :1.3 universale çhe si stende dall'Alpi al Faro, come un'ondl bollente, la cui sorgente è nelle terre romane: -un fatto europeo. V'è benaltro in quelle terre che una gente oppressa e fremente: ben altro che una moltitudine bisognosa d'un miglioramento materiale nelle sue condizioni: ben altro che alcuni comuni insisten ti sulle loro franchigie. V'è lo sviluppo d'una rivoluzione morale: la manifestazione d'una legge morale: la proclamazione d'un principio di libertà ' morale. - V'è il genere umano alle porte di Roma, richiedente imperiosamente le sne franchigie. lL PAPATO SI SPEGNE.- IL PAPATO È SPENTO. « Da gran tempo la potenza morale del · papato è perduta in Europa. - Lutero la uccise, sottraendole il Nord. Una sola città che rinegasse quella potenza, e durasse nel rinegarla, bastava a ferirla di ferita. mortale, bastava a :dimostrare che jl papato aveva compita la sua missione sulla terra, e non corrispondeva più ai bisogni e alla condizione intelle ttuale dell'umanità. Da quando il dito che accennava un tempo w·bi et orbi, si vide conteso un terzo d'Europa, incominciò l'agonia del papato: il papato è una religione, e il carattere dell'unità religiosa è quello di essere universale. D'allora in poi al cattolicismo mancò per sempre il potere. Ogni papa, salendo al trono, trovò scem!\ta l'estensione del suo dominio. Era un t erreno, al quale l'oceano logora insensibilmente le sponde: un fiore che ogni soffio di vento spoglia. Come spinti da mano potente, dalla mano dolla civiltà progressiva,

GIUSEPPE MAZZlNl principi, popoli, filosofi, settarii, involon~ariamente o. con animo deliberato, cospiravano a rovinare il colosso. dalla testa nelle nubi, e dai piedi d'argilla. Scotere il giogo di Roma era alla metà del secolo XVIII il pensiero predominante de'governi italiani e stranieri:- si riputavano grandi e forti ogniqualvolta avevano resistito, trionfando, .a una pretesa romana. » « Napoli rifiutava il tributo, rompeva le prescrizioni, commetteva agli scrittori di combattere i diritti p:1pali; se poi lasciava perseguitare a' frati e agli inquisitori gli uomini ai quali ~ra stato imposto l'ufficio, era abitudine di tirannide che si giova dello stroment o, poi lo spezza; ma i frutti duravano. Ginseppe II nella Germania e Leopoldo in Italia assalivano con energia ùi riforma il papato. Ricci e il sinodo di Pistoia avva· loravano l'emancipazione. I giansenisti si diffondevano e intendevano a richiamare l'antica severità religiosa del cristianesimo primitivQ. Voltaire bandiva una crociata addosso a Roma cattolica, e la reggeva se non con profondità di concetto e di filosofia storica, con una atti· vità e una varietà di armi, che rimarrà gran tempo prodigio. Poi giungeva il · torrente: giungeva la lava rivoluzionaria; e balzava di trono tutto quanto il pas· sato. Poi Napoleone, imprigionando il papato, trascinandolo a Parigi, minacciandolo e transigendo politica· mente con esso, finiva di screditarlo e avvilirlo. Poi, caduto il gigante, e l' inerzia politica concedendo il rinascere agli studi pacifici filosofici, sorgeva lo spiritualismo, sorgeva l'ecclettismo: scuole che non rinegavano il sentimento religi-Qso, ma non calcolavano come elemento essenziale il papato. « Al Papa, in tut.to il mondo cattolico, rimaneva de

DAL PAPA AL CONCILIO HJ, Maistre: de Mais tre che lo faceva vittima d'un sistell\~ logicamente concatenato, accoppiandolo al re assoluta. e al carnefice : cattolicismo, dispotismo, e pena di morte2. tre basi, secondo de Maistre, della società : tre elementi in fatti del vecchio mondo che il nuovo dislruggev~ . - Oggi il caitolicismp è spento, giova ripe terlo e ri-. peterlo a tutti, perchè rivolgano le forze ·loro a fon-. dare una nuova unità. « L'umanità è innanzi d'un passo, ed è in .cerca di · un nuovo simbolo. I tentativi di nuove religioni, ridi-: coli in sè, dimostrano pure che un vuoto è creato. l pochissimi che ·insorsero a puntellare la bandiera cattolica, tentando affratellarla con una libertà che inten... dono soli, tradiscono col tentativo l' impoten~a in cui sono di reggerla sola. Ogni religione ebbe apostoli quand'era morente; ma son guaiti i loro sovra un ca-.. daver·e. S'illusero e s'illudono a trovar seguaci, però l che alcuni, sicuri della vittoria, tornano addietro ad esaminare cotesto simbolo; e non si avvedono che è movimento poetico verso una grande rovina, non ri.. torno di fede, che, spenta una volta, n,on si rinnova più mai. Ma l'Avenù· è caduto: Lamennais, uomo che sarebbe stato forse un Calvino, se avesse trovato ·il cat .. tolicismo radicato e sicuro, ~ in Roma a veder l'idolo in faccia, a spassionarsi d'un'illusione : la R ev14e ew·o-- peenne langue: Chateubriand è muto, e starà. - ll papato è spento: forma logora serbata ancora per qual-. che tempo alla venerazione degli amatori d' antichità. Il papa, non potendo convincere, uccide. ,Pro'tegge di masnadieri armati la sua inviolabilità~ Difende il vicariato di Cristo colle baionette svizzere e eol ie austriache. Non gli avanza · oggimai per tetto che la cupola,. • l

!6 GIUSEPPE MAZZIN! di S. Pietro; e un dì o l" altro la bandiera della libertà sventolante sul tempio, lo caccerà anche da quell'asilo. Non gli avanza che una sc.omunica imprudente, arme , vecchia, logora da tre secoli - ed egli ha gittata quell'arme alla cieca co)'D.e un fuggente. « La rovina del papato era inevitabile ne' fati dell'umanità, e rivela intanto l'azione d'un elemento sociale finora negletto, e che minacci~ vendicarsene; l'elemento popolare. - Il papato fu potenza un tempo ·perchè s'appoggiava sul popolo. Costituiva solo un centro visibile d'as~ociazione. Riconosceva in certo modo il principio di capacità, escludendo ne' primi tempi l'aristocrazia, aprendo il varco all'uomo del popolo, al servo per giungere alla dig·nità ecclesiastica. Tenea guerra contro il feudalismo : guerra contro il principato : opponeva il pastorale allo scettro. Però il popolo, in Italia principalmente, era guelfo ; come nell(· altre contrade d'Europa si stringeva al trono, da dove i re guerreggiavano ad abbattere il predominio dell'elemento signorile. In seguito, quando, spento e senza · trionfo Giulio II, ultimo grande fra i papi, i pontefici s'avvidero che il popolo cominciava a sentirsi potente, e attendeva il rivelatore dei suoi destini d'altrove, che dal Vaticano, si diedero a collegarsi coi re. Quest'alleanza ineguale, stretta tra il principio guelfo e il principio ghibellino, nemici giurati per secoli , è la prova più convincente della rovina papale. Del resto, il tarlo era dentro all'idolo, e il papato assunse il germe della propria condanna, quando assunse ed ampliò il dominio temporale. Le religioni hanno bisogno di starsi supreme in una sfera intellettuale e morale. Il contatto ' de' fatti e de' fenomeni materiali le uccide rompendo ·'

.. DAL PAPA AL CONCILIO :1.7 il prestigio, e conducendo sott'occhio alle moltitudini il principio metafìsico che le inf(•rma, applicato ai mille casi che ammettono e chiaman l'esame. Oggi, il popolo non è guelfo nè ghibellino, ma si sta diffiden tissimo -dell'una e dell'altra parte, abborrendo l'una, abborrendo e sprezzando l'altra: invocand0 il Mosè che dischiuda la terrn. promessa. agli em<~.ncipati. « E non pertanto il papato dura. Benchè logoro e min~to da tutte parti, dura, pretesto all'insidia dei governi assoluti; centro apparente agl'inetti e agli a- .stuti; simbolo esoso, m·a pnre tenente il campo e contendente quindi il terreno a chi volesse gittarvi le basi .Q.i un altro simbolo. - E :finchè starà, quell' idolo stenderà pur sempre tanta ombra d'intorno a sè, perchè in quell'ombra si celino gesuiti e frati, e fanatici a sommovcfe il mondo : :finchè starà, esisterà dissonanza tra la società morale e la materiale, tra il dritto e il fatto, tra il presente e l'avvenirJ imminente. Ora, il papato starà fìnche non lo rovesci dal seggio ov'ei dorme l'Italia rinata. In Italia sta dunque il nodo della quistione europea. All'Italia spetta l'alto ufficio di ban- ,_ dire solenne e compiuta l'emancipazione. E l'Italia adempirà l'ufficio che gli affida la civiltà. Allora i popoli accorreranno securi a rannodarsi intorno a un altro principio. Allora il Mezzogiorno d'Europa sarà posto in equilibrio col Nord. L'Italia ridesta entr.~rà nella famiglia europea. Oh come il suo destarsi è solenne! Essa si destava tre volte, dacchè la Roma del paganesimo cadendo chiudeva il passo all'antica civiltà,. e si faceva culla della moderna. • La prima volta usciva d'Italia una parola, che so- .stituiva un'unità spirituale europea al trionfo della Ma:zzini. 2. ..

f.S GIUSEPPE MAZZIN! forza materiale. La seconda diffondeva nel mondo il raggio dell'incivilimento nell'arti e nelle lettere. La terza, essa cancellerà col suo dito potente il simbolo del medio evo, e sostituirà l'unità sociale alla vecchia unità spiri tuale. Perchè - e questo convien ripeterlo agli straniel"i - da Roma sola può muovet·e per la terza volta la parola dell'unita moderna, p erchè da Roma sola può partire la distruzione assoluta della vecchia unità. « Ma - e questo va ,detto a' nostri - perchè l'unità cattolica è spenta, perchè il papato ha conchiuso l l'opera sua, facendosi principe unicamente e servo dei principi in un'epoca fatale ai principi , non conviene conchiudere cho la religione è spenta, e che in oggi le· teoriche politiche sono le sole che debbano r eggere l'umanità. Le teoriche politiche hanuo oggi più che mai bisogno d'una sanzione religiosa. Senza questa sarebbero sempre mal certe, prive d'una base sicura, d'un punto d'appoggio inconcusso. La volonLà univers&,le è base conveniente a' governi ; ma dove non si pongano in evidenza i principii generali che reggono il mondo · morale, dove non si riducano a massime, a leggi ri-· eonosciuLe non si avrà volontà universale giammai. La scoperta di cotesti P!incipii e la l<?ro inviolabilità, desunta da un'origine, che non sia in potere dell'individuo, è appunto l'opera della civiltà attuale. A questo devono tendere gli sforzi di quanti ingegni sono vogliosi di fondare stabilmente l'edificio sociale. « La religione è eterna. - La religione collocata d'un grado più alto della filosofia, è il vincolo che unisce gli uomini nella comunione d'un principio generatore riconosciuto, e nella coscienza di una tendenza,

DAL PAPA AL CONCILIO 19 d'una missione, d'una direzione comune - una parola data all'umanità, uno stendardo innalzato in mezzo alle tribù della terra. « La religione è l'umanità. « Gli uomini h~nno bisogno di unità. Senza unità non è progresso possibile. V'è moto, ma non uniforme, non concentrato. V'è quindi a principio disordine: poi contrasto; finalmente anarchia. « Gli uomini non durano nell'anarchia. Quando sono lasciati ad essa, quando gl'ingegni che dirigono, non s'affrettano a spegnerla colla rivelazione dei principii morali, sottentra alla lotta lo scetticismo, sottentra it materialismo, sottentra l'indifferenza a ogni cosa fuorchè al proprio individuo. - Tra noi, crollate le credenze cattoliche davanti al progresso de' lumi e sotto i colpi del ridicolo, gli animi si rivolsero desiderosi, inquieti, alle riforme, a quante dottrine sembravano presagire un ordine nuovo da. sostituirsi all'antico distrutto. Sv:enturatamente la tirannide; durando dominatrice, vietò le riforme; vietò che s'aprissero al popolo nuove vie per raccogliersi intorno a qualche cosa di positivo. Però, gli animi sconfortati, mancanti della nuova parola, perduta l'antica, si ricacciarono nelle superstizioni, o si addentrarono nel materialismo - ed oggi, v'è disarmonia tra le moltitudini, e la parte scelta della nazione; v'è diffidenza da un lato, indifferenza dall'altro. Però che il materialismo non è credenza, non ha fede, non ha credenza di meglio, no_n riconosce missione - vive in sè, da sè, con sè - guarda a' fatti e trascura i principii - è dottrina individuale, fredda, calcolatrice. Con siffatta dottrina non si creano i grandi popoli, 'f>erchè i grandi popoli sono ' ..

• 20 GIUSEPPE MAZZIN! quei che rappresentano e sviluppano un'idea nell:uma: nità; e il materialismo non produce, esclude anz1 ogm idea generale, prefiggendo a t utte cose l'inte1·esse per norma, nozione moltiforme? diversa in ogni individuo, mutabile dagli anni, dalle circostanze, dagli accidenti del clima, e dall~ altre cause fisiche. Le conseguenze di questo stato in Italia sono evidentissime a tutti. « Non v'è moto nelle lettere, nelle scienze, nelle • arti, nella filosofia, nel diritto. Non v'è moto, se non di reazione, nella politica. Non lettere, uomini conosciuti per dottrine servili in politica predicano libertà del'l'ingegno, ind ipendenza dalle regole, emancipazione del genio poetico, serbandosi poi il diritto di condur l'intelletto tra le rovine del medio evo, o nei delirii del misticismo: ed uomini che amano la libertà, e lo sviluppo progressivo del r eggimento ci vile, negano il moto, e lo sviluppo progressivo alle lettere, confinandole in certi codici, antiquati come il papato, senza avvedersi che l'intelletto umano non può scindersi a due metà, camminare coll' una, e starsi coll'altra. - La storia è collezione di fat-ti, e non più: abbellimento, sovente peso alla memoria, non r ivelatrice della sapienza, non gu ida al futuro, perchè dove non mettiate prominenti i fatti d' un certo ordine, dove non li esponiate in modo che rivelino un'idea, dove non desumiate dai fatti una legge morale, cosa può insegnarvi un fatto che un altro fatto non ismentisca domani? qual altra tendenza può darvi la storia se non la funestissima all'incertezza? F ilosofia nt>n esiste, alcune osservazion-i di fatto, alcune ricerche intorno al modo col quale si pro· ducono certi fenomeni psicologici; ma scienza di cause non v'è: leggi primarie dell'intelletto non sono. - Moto

l _________::D:.:.A:_L_P.....::A.::....P...::..:A:_:AL CONCILIO 2{ politico esiste, perchè dove la tirannide tocca gli estremi confini, è pur forza commova gli animi a ll 'odio non foss'altro, ed alla vendetta. Ma costanza lunga di sacrificio, ma fede nell'avYenire e in s.è stessi, ma specialmente integrità di simbolo, certezza di scopo simile, scienza di mezzi e instancabilità di predicazione non v'è, o rarissima. V'è ira, dolore, coraggio ·individuale; m n, v'è sconforto, divisione, sos1etto, diffidenza d'ogni cosa e di sè. ' « Da siffatto stato urge ritrarre gli animi - e per questo non è speranza che in una potente uni tà - in una fede - in un vincolo - in una speranza cornun2. « Volete dar vita e moto alle lettere, all'arti, alla scienze? - Armonizzatele insieme: manifestate la connessione intima che corJle fra tutte, e date a tutte una tendenza unica. Volete che l'intelletto proceda?- Avvi atelo sopra una via sola : non lo condannate a'ceppi in • una dellé sua facoltà, mentre lo emancipate in un'altra, spirategli un concetto grande, ed unico che lo fecondi , datégli una direzione, ed affidatevi ad esso. « Volete. che i vostri concittadini di vengano liberi ~ - Inc?minciate per dar loro un alto senso della propria dignità, della propria inviolabilità, della propria potenza. - Non 'abbassate il concetto della libertà fino ad essi: innalzateli a quel concetto: convertitelo in missione, cr0ateli apostoli: dite loro che v'è una legge mora le al di sopra di essi, che li stringe tutti ad un patto, all'esecuziune d' un gran disegno, al sacrificio, se giova, dell'individuo alla società. - « Trovate insomma una unità - e prefiggetela alla riforma, e a tutLi i suoi tentativi. - Presentatevi alla vostra nazione colla tavola dei doveri e dei diri}ti.-

22 GIUSEPPE MAZZIN[ Proclamate in vocaboli, che le moltitudini intendano, i p1·inòpii morali che devono presiedere alla rigenerazione. « La religione è la sanzione di que' diritti, di quei doveri, di que' principii. « Il papato è spento: ma la religione è eterna: il papato non n'è che una forma invecchiata e logorata dall'idea che ha subìto uno sviluppo e vorrebbe manifestarlo. • « Il cattolicismo è spento; ma voi che vegliate alla sua bara, ricordatevi, che il cattolicismo non è che una set.ta, un'applicazione erronea, il materialismo del cristianes imo. Ricordatevi che il cristianesimo non è se non una rivelazione, e una predicazione di alcuni principii, di alcune relazioni dell'uomo con ciò che è fuori di lui, ignote al paganesimo. Ricordatevi che quei prineipii son quei medesimi che stanno scritti sulle bandiere degli uomini della libertà. Ricordatevi che non gli uomini, ma il tempo e le cose, e il progresso, e la manifesLazione di qualche nuovo principio, mutano le religioni, e che chi tenta so..stituirsi al tempo e a quelle cagioni fa opera stoltà e funesta. Ricordatevi infine, che ai due terzi delle rivoluzioni ne'popoli singoli, e· a tutte le grandi rivoluzioni dell'umanità, ha presieduto sempre ' un principio religioso, e che il volerlo abolire dove non n'avete un altro da sostituire, dove non è nè educazione, nè convinzione profonda di doveri gener ali, nè ·coscienza uniforme, nè abitudine d'alte virtù sociali, -è lo stesso che creare un vuoto, aprire \ln abisso . ' -che forse colmerete voi primi. - « Forse in religione come in politica, l'età del sirn- .bGlo va consumaqdosi rapidamente e noi stiam presso

• DAL PAPA AL CONCILIO 23 a. una manifestazione solenne dell'idea che covava in quel simbolo. Forse una nuova relazi~ne scoperta, quella dell'individuo coll'umanità, caccerà la base d'un nuovo vincolo religioso, come la relazione dell'individuo colla natura fu l' anima del paganesimo, come 1a relazione dell'individuo con Dio fu l'anima del cristianesimo. - Ma checchè ne sia, e :finchè la rivelazione dei nuovi destini non s'affacci al mondo, conviene non obliare che il cri~tianesi'mo ha proferito primo la parola d' eguaglianza, madre della libertà - che primo ha desunti i diritt~ dell'uomo. dalla sua natura inviolabile - che primo ha schiuso una via alla relazione dell' individuo colla umanità, cacciando nella fratellanza il germe dell' associazione. » A questi pensieri scritti nel 1832, gli anni venuti dopo, e segnatamente i due ultimi hanno aggi unto solenne· conferma. Un papa sorse, per tendenze non tristi e istinti progressivi, e vaghezza di plauso popolare, eccezione fra i papi degli ultimi secoli, a l quale la provvidenza, quasi a insegnare agli uomj ni la impotenza assoluta d~ll'istituzione, schiuse nell' amore e nelle illusioni dei popoli le vie d'una nuova vita. Tanto è il fascino esercitato dai grandi ricordi; tanta la potenza delle antiche abitudini; così febbrile, in queste moltitudini che dicono agitate dal soffio dell'anarchia, è -il bisogno d'un'autorità, guida, e sanzione dei loro pro· 'gressi; che una parola di perdono e di tolleranza escita dalla bocca del papa bastò a stringerli intor~o in entusiasmo, in ebbrezza d'amore, amici e nemici, "Credenti e increduli, illetterati ed uomini. di pensiero. ·Un lungo grido, grido di milioni presLi a farsi martiri

• \ GIUSEPPE MAZZINI o trionfatori a un suo cenno, lo salutò padre, benefattore, e rigener atore della fede cattolica e dell'umanità. Dimenticata la storia di tre secoli, dimenticata l a logica inesorabile delle idee, scrittori potenti d'intelleLto e dottrina, tenuti fino a quel giorno siccome avversi, s'adoperarono a fondare intorno a quell'Uno sistemi a'estinat,i a spianargli le vie d'una splendida iniziativa. I molti seguaci del la libertà di coscienza, pur trava~liati dallo spettacolo d'anarchia, che le set.Le prot$tanti rivelano, ristettero dubitando. I pochi credenti nd la chiesa dell'avvenire, si tacquero e mediLarono. Forse la storia s'era troppo avven tat amenLe· affrettata a decidere; forse t r a i segr eti provvidenzia li d'una istituzione, che per dieci secoli a lmeno aveva dato moto e· ·vita all'Europa, e~ quello di rinascere affratellata col moto e colla vita dell'umani tà da lla propria tomba. Gli animi pendevano, per tutte le terre incivilite, concitati, affannosi, dalla parola che sarebbe scesa dal Vaticano. E dov'è ora Pio IX? Nel campo nemico: irrevocabilmente disgiunto dai fati progressi vi dell'umanità: irrevocabilmente avverso ai desiderii, alle aspirazioni che affaticano il suo popolo e il popolo dei credenti. La prova è compiuta. L'abisso tra il papato e il mondo è scavato. Nessuna potenza umana potrà colmarlo. Spinto dal core in cerca di plauso, e di affetti, ma t r ascinato prepotentemen te da lla logica del principio rappresentato alla -severità della dittatura assoluta;. sedotto dal mo to universale degli animi, ·dagli esempi vivi in altre contrade, dall'alito del suo secolo,. a sentire, a intendere le sante parole di progresso,, di po...

DAL PAPA AL CONCILIO 25 polo, di libera fratellanza, ma incapace di farsene egU stes~o interprete; sospettoso delle conseguenze, e tre-" man te, come chi si sente malfermo, di vedere il po-. polo salito a nnova coscienza delle proprie facoltà e de'propri diri tti, interrogare l 'autorità del pontefice; Pio IX tentennò miseramente fra le due vie, che gli si affacciavano, balbettò parole di emancipazione, che non seppe nè volle attenere, promesse di patria e d'in-. dipendenza all'Italia che i suoi tradivano, cospirando. . l con l'Austria, il dì dopo; poi fuggì colto da sùbito ter-. rore davanti alle moltitudini che gli gridavano: co1·ag~ gio! e ricoveratosi sotto la protezlon& d'un principe oh'ei disprezzava carnefice de' suoi sudditi , ne succhiò, le tendenze, m~ndìcò! a vendicarsi della quiete colla quale Roma provocata indarno a guerra civile si com., poneva un nU{)VO' governo, gli aiuti stranieri, è pat~ teggiò, egli che aveva poco prima, per abborrimentQ al sangue, tentato di sottrarre i soccorsi romani alle. battaglie lombarde, che baionetLe francesi, austriache, napoletane, spagnole gli riedi:fi.cassero un trono. Oggi, egli erra tra le fallacie di protocolli segreti, servo. de' suot protettori, servo di tuLti, fuorchè del dovere e del voto di quei che speravano in lui, intorno alle fronti ere di Roma, non s'attentando tornarvi e quasi respinto da'i fantasmi dei truOoidati. Luigi XVI del pa-.. pato, ei lo ha distrutto per sempre. La palla @i cannone che i suoi alleati scagliavano contro il Vat icano diè. l'ultimo colpo all'istituzione. Mentre queste cose accadevano, un principe correva,~ nel nord della nostra penisola, una via non dissimile~ . . segnata dalle stessè speranze, dalle stesse illusioni ~- \

GIUSEPPE MAZZIN! delusioni dei popoli. Le nostre terre lo salutavano spada d'halia. I migliori d'ogni contrada gli additavano l'Austriaco e l'Alpi, e sospendevano, per far l'ultima prova colla monarchia, la predicazione delle loro più care credenze. Gli incitamenti di tutta Europa lo precedevano; un numeroso esercito di prodi seguiva. Dove morì Carlo Alberto? • Così la provvidenza insegnava a un tempo a noi tutti vogliosi del bene, ma tiepidi nella fede e facili tuttavia alle illusioni del vecchio mondo, l'impotenza della monarchia a dar salute all'Ita lia e l 'irreconciliabilità del papato col libero progresso dell'Umanità. Il dualismo dell'evo m~dio è oggimai forma vuota d'anima e vita: le insegne guelfe e"le ghibelline son fatte insegn.e di tomba . Nè papa nè rè: Dio e il popolo soli d schiuderanno i campi dell'avvenire. Lo Spirito di Dio discende in oggi sullo moltitudini: gl'individui raccolgono, purificano, esprimono compendiata, ind9vinano talora la loro potente iniziativa, se privilegiati d'intelletto e di core: non la creano nè la cancellano . Al dogma dell'autorità assoluta~ immutabile, concentrata in un individuo o in un potere dete:cminato, sottentra il dogma dell'au torità progrl·ssiva, del popolo interprete collettivo, continuo, della Legge di Dio. E qu0;3to principio che il popolo ha salutato regolatore supremo nella sfera della vita politica, sotto nome di CosTITUENTE, avrà inevitabile la sua applicazione nella sfc: ra della vita relig·iosa; e quell'applicazione avrà nome CòNCILIO. La vita è una. y oi non potete ordinarne le diverse manifestazioni sì che rimangano indipendenti, o trovino ·espressioni contradi ttorie, senza ordinar l'anarchia. Voi

DAI. PAPA AL CONCILtO 27 non pote te dire al popolo: tu sei libero pe1· metà, e 1Je1' m età schiavo; la vita sociale è tua;' la vita reli- .giosa è d' altrU1·. Voi non potete smembrarne l'anima. La libertà è dono di Dio che signoreggia, benedice, e feconda tutte quante le facol tà della creatura. E il papa lo sa; ei sa di non poter regnare in Roma che despota. Le concessioni poli tiche ch'ei farà saranno di fatto, non di diritto - e i suoi le ritorranno il dì dopo. Chi presume diversamen te, s'illude. I governi l affrettano sovente le loro sor ti col suicidio; ma inconsci.. Ma noi pur lo sn.ppiamo. Sul papa e sul re, per la lenta, ineluttabile, provvidenziale educazi one del genere umano, e in nom ~ della inviolabilità dello Spirito, pesa un'uguale condanna . La quistione fra il temporale e lo spirituale è tuttavia fraintesa dai molti; e importa ridurla l\' veri suoi termini. Se covasse altro che una protesta contro il princip io d'autorità arbitrari a, assoluta, rappresentato dal papa - se ambisse a somministrare una base organica positiva alla società - essa tenderebbe a sottrarre le terra e l'uomo alla religione. La religione e la politica sono inseparabili. Senza religione, ]a scienza politica non può creare che dispotismo o ::\narchia. Noi non vogliamo nè l'uno nè l'altra. Per noi, la vita non è se non un problema di educa- .zione, la ·società il mezzo di sviluppar] a e ridurla in , at to. La religione è il principio educatore su- ,premo: la politica è l'applicazione di quel principio .alle varie manifestazioni dell'essere ~mano. L'ideale -'Sta in Dio: le società s'ordinan0 a ravvicinarvisi, a ·conquistarne quanta più parte si può sulla terra. Ado- .~ratori tutti di Dio e seguaci della sua legge, noi dob-

28 GIUSEPPE MAZZIN[ biamo cercare di attemperarvi i nostri atti. Il pensiero è lo spirito; la traduzione in azioni, in lavori visibili, esterni, è il fatto sociale. Pretender dunqueseparare interamente e per sempre le cose ~lla terra da quelle del cielo, il temporale dallo spirituale, non è cosa morale, nè logica, nè possibile. Ma quando il potere che rappresenta un principio religioso non ha più nè ispira la fede - quando, per secoli di traviamento e per un grado di progresso subìto dai popoli, è cessata ogni comunione di vita fra quel potere e l'umanità. - quando non è più in es~o pot0nza d'iniziativa ma soltanto di res1'stenza - la prima forma che il dissenso assume è quella della protesta e della separazione. La società, prima di decretar condanna. fìnaL· a quel potere e al principio su cui s'appoggia, lo segrega dal proprio moto isolandolo in una sfera d'inerzia, dove l'opinione possa giudicarlo senza terrore e ''senz'impeto di passione. Allora sorge il grido · che invoca la separazione del tem- . porale dallo spirituale; e quel grido rivolto al potere, per quanti intendono gl'istinti segreti del popolo, vale: « La vostra missione è finita ; ritraetev i. La nostra « vita, il nostro progresso non vengono più da voi. Il « principio che voi rappresentate non è il nostro. Noi « non crediamo più in voi. Fermenta ne'nostri cuori un « più puro, più vasto, più efficace concetto religioso « che non è il vostro. E poichè non volete o non po- « tete affratellarvi con esso, rimanetevi solo. Ricordo .. « solenne d'un passato che non tornerà, voi non siete « più, nel presente, che un idolo, una forma inerte e « senz'anima. Dio e la religione stanno con noi: con . « noi che ci sentiamo migliori di voi, e più capaci di

.. DAI. PAPA AL CONCILIO 29 • « reggerei sulle vie della patria terrestre che dev'es- -« serci scala al cielo e terreno d'educazione fraterna.» • E quando, ~onscia o inconscia della propria missione, l'Assemblea romana, innalzando a fronte del Vaticano il simbolo della maestà popolare, e scrivendovi sopra, nuova formola di vincolo religioso ai credenti, le sante parole: Dio e il popolo, decretava decaduto di diritto e di fatto il potere temporale del papa, quel decreto valea: « La società v'esilia, o papa, da sè. Tra noi cessa, « per provata vostra impotenza, ogni comunanza di << affetti, d'opere, d'aspirazioni. Voi dovevate guidarci; « e mentre l'anime · nostre, irraggiate di nova luce, « presentono un più vasto ideale e le nostre fronti « versano sangue e sudore a sgombrare gli ostacoli « sulla via, voi, tremante, abbagliato, mormorate al- << l'umanità vecchie formole de1l' evo medio delle quali « abbiamo conqujstato il senso da secoli, vecchie dot- « trine di cieca rassegnazione a'mali che possiamo « vincere e che la preghiera cristiana ci invita a « vi~eru conquistando il r egno di Dio sulla terra '(( siccome è nei cieli. Quali progressi abbiamo noi da « s2coli , compiuto per voi~ Quali vittime c'insegnaste ·<< a salvare? ·A quale classe di miseri nel corpo o « nello spirito abbiam noi, per opera vostra, stesa una « ma.no fraterna e detto: siedi con noi alla mensa « degli eguali: inebbriati con noi nella comunione « dell'anime, però che per te pure Cristo dava il « suo sangue? Un popolo si levava in nome della « Croce contro l'oppressione della mezza luna, e men- « tre uomini tenuti da voi come increduli accorrevano' « da tutte contrade, ribattezzati alla fede nella spe- « ranza, a vincere o morire in quel segno, voi non

30 GIUSEPPE MAZZIN[ « trovavate per quel popolo una sola parola di con-· « forto e benedizione. Un altro popolo, caro, per fede « e lunghi sacrifìzi e sangue versato per essa., alla « Chiesa, levava, in nome de'suoi templi violati, delle « sue libertà cancellate, delle sue tradizioni aboli te, lo· « stendardo nazionale che arrestava un tempo il Mao-· « mettismo invadente sotto 1e mura di Vienna, e voi « ne benedicava te il carnefice. E noi, frementi d'un . « immenso pensiero d'amore, d'eguaglianza, di libertà,. « ci levammo dicendo: (a1·emo dell'Italia un altare, \ sul quale impalmate le desb·e pronunzie1·emo la « terza parola di vita concm·de all'umanità; e vi « gridammo: Pad1·e, benediteci e siateci guida; ma « voi, perdu to, per lungo fornicare coi principi, l'in- << telletto dell' umanità e del disegno provvidenziale « che la conduce, diffidaste di voi, di noi, del mondo,. « della provvidenza e v'arretraste atterrito. Voi non « sapete più che gemere e maledire. L 'energia della « fede, la potenza del sacrificio, la parola che con- << sola e suscita non sono più vostre. I nostri' muoiono « per la loro fede: ,voi, per la vostra, fuggite. » La credenza nell'autorità assoluta, incarnata per elezione di pochi o per caso di nascita in un individuo, è spenta per sempre in .Europa. È dunque spenta la credenza nel papato. L'insurrezione della mente umana contro il diritto divino applicato al potere de'principi risale inevitabilmente al papa che protegge della sua parola. e della sua consecrazione quei principi. Il papato è cadavere come la monarchia. La corruttela •

DAL PAPA AL CONCILIO 31. chq pullula intorno alle due istituzioni non è se noi\ conseguenza. della loro condizione interna. La sovranità nazionale è il rimedio, universalmente accettato a salvare la società dalla negazione d'ogni autorità, dall'anarchia. La sovranità della Chiesa - e per Chiesa intendiamo popolo di credenti - salvi la società dal vuoto d'ogni principio, d'ogni autorità religiosa. . CosTITUENTE e CoNCILio: son questi il principe e il papa dell'avveuire. Gl'ingannati che s'ostinano a puntellare di sofismi\ transazioni e false dottrine la monarchia, n?n la salvano: condannano la società ad agitarsi per alcuni anni di più. nella guerra civile, tra illusioni, delusioni, congiure, e riazioni violenti. Gl'ingannati che s'ostinano a puntellare di sofismi, transazioni e false dottrine il papato, noa lo salvano: condannano la società a molti più anni d'immoralità, di 'dubbio, di ~aterialismo. Seppellite i morti; impalmate le destFe in atto e sentimento di amore, e spingetevi innanzi. Dio ci 9reò per la vita; e t emete ch' ei non si riveli alle sue creature quando le sue creature, congregate a interrogarsi sulle proprie credenze e a studiare le vie de~ futuro, lo invocheranno 1

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.. DAL CONCILIO l1 DIO

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AI MEMBRI DEL CONCILIO SEDENTE IN ROMA I. Mille cinquecento quarantaquattro anni addietro si raccolse in Nicea il primo Concilio Ecumenico dei credenti nella fede di Gesù. Voi siete oggi raccolti a nuovo - e ultimo - Concilio in Roma. Quel primo fu solenne, venerando battesimo di trionfo e d'ordinata unità alla Religione che i tempi volevano. Quest'ultimo attesterà, checchè intendiate, l'immeso fatto d'una Religione che muore, e quindi, inevitabilmente, del sorgere non lontano d' un'altra. · Io scrissi or fanno trentasette anni, alcune pag·ine c}le intitolai: dal Papa al Concilio. E in quelle pagine, fraintese al solito da lettori super:ficiali, io dichiarai spento moralmente il Papato. Ma il Concilio ch'io, a conferma, invocava, non era il vostro: era il Concilio, raccolto da un popolo libero e affratellato nel culto del Dovere e . dell' Ideale, dei migliori per senno e virtù fra i credenti nelle cose eterne, nella missione della creatura di Dio sulla t erra, nell'adora~ione della Verità progressiva, e convenuti per interrogare religiosamente i palpiti dell'anima dell'umanità collettiva, per chiedere ai popoli presaghi, ma incerti di sè stessi e

.. GIUSEPPE MAZZINI dell'avvenire: quanta parte dell'ant?'ca fede è morta nel vostro core? quanta parte della futura comincia a vivere in voi? Più dopo, quando il Papa, ch'oggi vi chie<lJ di dichiararlo infallibile, tentennava fra la vanità accarezzata dagli applausi e l'ingenita tendenza a un illimitato dominio, e gli Italiani dotti e indotti, farneticavano d'averlo a capo d'un'impresa di nazione e di libertà, gli dissi, solo allora, in una Lettera, anche • essa fraintesa, arditamente la verità: che una nuova fede doveva sottentrare all'antica : che questa nuova ftJde non accetterebbe inte1·prete privilegiato fra il popolo e Dio; e che, s'ei voleva giovarsi dell'entusiasmo che lo circondava a collocarsi iniziatore di quell'epoca e di quella fede, ei doveva scendere dal seggio papale e movere apostolo del Vero fra le turbe, come Pietro l'Eremita predicatore della Crociata. Ho citato, riluttante, me stesso, perchè sappiate che non è rapido capriccio di mente ribelle o stolta ira per Roma, contesa alla mia. patria dal Papa - avremo Roma anche prima del compirsi dei vostri fati, quando una bandiera repubblicana sventolerà sull'Italia - ma convincimento profondo, maturato in me da l unghe severe meditazioni e confortato da quanto io vidi e pensai per oltre a un terzo di secolo, s'io oggi, davanti a un Papa che gittava dianzi col Syllabus un guanto di sfida alla missione progressiva dell'Umanità, davanti a un Concilio d'una sola chiesa senza int ervento d'uomini che possono rappresentarvi la nascente Chiesa dell'Avvenire, scrivo a dirvi: che il vostro culto è condannato irrevocabilmente a morire - che, pr.omotori d'un nuovo scisma se vi separate in molti dalle pretese del Papa, o suicidi e sommergitori del

DAL CONCILIO A DIO 5 primitivo concetto della vostra chiesa nell'arbitrio dispotico d'un solo individuo, siete pur sempre e sarete disgiunti e scomunicati dall'umanità: - che noi, credenti più di voi e più di voi solleciti dell'avvenire religioso del mondo, rigettiamo anzi tratto i vostri decreti e ci richiamiamo dal vostro Concilio a Dio: A Dio, Padre ed Educatore: a Dio, ~he voi sconoscete costringendone l'eterna progressiva con tinuà Rivelazione nei confini d'un Libro, d'un' epoca, d'urta ispirazione d'intermediario p~ivilegiato: al Dio della Vita e non delle cose morte: al Dio di tutti e non d'una casta. II. I 320 vescovi raccolti in Nicea rappresentavano legalmente la moltitudine dd credenti: cscivano dalla ispirazione democratica, aJ].ima d'ogni fede cbe sorga: erano gli eletti del clero e del popolo. Voi non siete che una misera aristocrazia, creat~, consecrata dall'alto, e, come tutti gli elementi delle Istituzioni che cadono, senza radici nelle viscere della Chiesa, nel popolo dei fedeli: non rappresentate che una gerarchia ·riflesso dell'altrui pensiero e nella quale ogni pensiero proprio è guardato come ribellione. I più tra quelli uomini portavano stampato sulla fronte il santo dolore nutrito per l'infinita stirpe degli schiavi diseredati d'ogni diritto e i segni delle persecuzioni durate, in una fede emancipatrice per essi; moltis~imi erano poveri. Voi spiegate il lusso della ricchezza: sul vostro volto non è vestigio del dolore che purifica e affina: non v' è pallore se non d'inerzia e d'ozi perenni nell'indifferenza alle tristissime condizioni dei milioni di fratelli che Dio vi dava, alle

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