Massimo d'Azeglio - Ai suoi elettori

89 l\la forse non avea di meglio; e così acca·de .'\ chi fa governi di partito: conviene scegliere chi gli appartenga, non chi sia più capace; n è • piil nè meno come accadeva nell'età dell'oro de' reverendi Padri. Neppure farò delilto al ministero d'aver troppo fedelmente copiato e riprodotto il costume seguito dai _conquistatori quali furono Alarico, Genserico, Alboino, Odoacre nella divisione delle spoglie tra suoi fedeli. Ciò potrebbe, a rigore, dirs i ar t.e o necessità di governo; e se non altro è usanza invalsa e comune. E poi l'amor platonico è raro anche trattandosi d'amare l'Italia. Si sa; e soprattutto si vede. Su tutte queste colpe, lo sieno o non lo sieno, non nvrb nulla che dire. l\l a dico e dico altamente, c seriamente, che il mini stero ha consacralo il più assurdo e piil _fa ial e d i lutli i principii di Stnlo quellÒ dell'autor ità della sedizione e del tumullo ; quello del dispotismo delle minorità e del.Ia più irresponsabile, più illegale di tutte ·le min~rità. Questo è il più grave di quanti errori possano comIn.eltet~e uomini d i Stato, è la negazione, la distruzione non solo d'ogni governo, ma d'ogni società, d'ogni associazione, ed è errore tanto maggiore in ques to momento quanto in tutta l'Europa gli ultimi esperimenti politici hanno

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