Massimo d'Azeglio - Ai suoi elettori

.... 72 Sia nostra divisa non posare, non stancarci mai: e se non potremo lasciare intera ai nostri figliuoli l'eredità che loro s'appartiene, lasciam loro almeno intera l ' idea del diritto , e la tradizione del dovere che è loro imposto di non rinunziarvi gia~mai, e propugnarlo con tutte Je forze finchè l' Halia non sia fatta l ibera e di propria ragione. Amici miei ho finito . S'io vi venni a noia col Lroppo discotTere, vogliate perdonarmi , pensando che se io non riesco a dir cose utili e buone ne ho almeno il desiderio, e vi pongo ogni studio col solo fine di giovare in qualche modo alla nostra patria comune. Come avrete notato trattandosi della causa .italiana, io non guardo in viso a nessuno. Cori questo metodo avviene talvolta di turhat· la bottega di più dluno, e scottare più d! due e più di tre. Gli scottati stridono, e perciò non v'avrà a far meraviglia se si desta un vespaio contro di me, e se i giornali daranno un concerto a mio particolar benefizio. Non ve l'abbiate a male per amor mio, e pensando che fui vostro eletto. Fate come 1ne che non me ne curo; so che ogni uccello ha a fare il verso suo~ e so che un uomo onesto deve andar diritto al suo viaggio, diretto a virtuosa meta, e non curarsi nè de'sassi, nè de'pruni, nè de' tafani o di mosche che gli rendano dura e travagliosa la via; e fatevi con Dio che vi dia ogni bene. MASSIMO AzEGLIO. Torino, 8 gennaio 18/.fY9 r i,... , ,. , ~<,C · '-'0 -<'\ ~ (._) L _, ·r t) o ... ..;. ("'l ,_ ,- \ -j ;-·('r · ")

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