Massimo d'Azeglio - Ai suoi elettori

sulla stampa; s'ottenesse la guardia nazionale, ecc. ccc., e finalmente che dopo le giornate di ~Iilano, m'ero messo nell' esercito per andare oHrepò a far quello che si potesse contro gli Austriaci. Udendo tutti questi fatti, era natm·ale che voi da quei buoni ltaliani che siete, pensaste: « Ecco « l'uomo che fa per noi. Se non è un buon « liberale, un vero Italiano costui , dove l'ahcc biamo a trovare? Pigliamo questo. >> E così m'avete eletto. Ora mi figuro che razza d'impressione v ' avr~• fatto il sentir dire che il vostro deputato, quel l\fassimo Az·eglio cacciato già per liberale esaltato, s'è trasfol'mato da quello d ' una volta; è ora un · retrogrado; in una pat·ola, mentt·e pensavate d'aver fa f.to buona spesa trovarvi invece. in ma n? un codino! Se vi faceste i segni di croee , non è da stupire, e s 'io ero in voi gli avrei fatti all'istesso modo. Ora dunqné si tt·atta di venir in ehiaro di questa faccenda, c vi deve premere quanto a me , onde non si possa dire che vi ]asciaste corbellare come ragazzi. La novella, amici miei, è poco allegra; e per quanto vi debba parere al modo che tengo nello scrivervi, che me la passi in celia piil che altro, sappiate che in cuore ho tutt'altro che fantasia di celiare.

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