Massimo d'Azeglio - Ai suoi elettori

4 indifferente che vi si dica: «Bravi! avete fatta una· << huona scelta - ovvet·o - dove diamine cc avevate il capo quando eleggeste il vostro << deputalo ! » E quest'ultima frase, quand'anche nessuno ve la dicesse, non sarebbe meraviglia, ripeto, che la diceste a voi stessi, come conseguenza di dubbi e sospetti sul falto mio: e neppure per questo vi saprei dar torto. Siamo giusti. Quando m'avete eletto io non avevo l'onore d'esset·e conosciuto di persona da nessuno di voi. E perchè vi siete decisi in mio favore? Percht~ forse vi venne alle mani qualche mio scritto , o romanzi o materie politiche. Perchè forse avete inteso dire che m'ero venuto sempre ingegnando di far qualche cosa .a pt·o dell' Italia: che ero slalo mandato via di Toscana, esiliato da Roma tempo- · ?'ibus illis e persino, son quattordici mesi - par un sogno·ora!- da Torino- cioè, non diciamo esiliato : pregato , consigliato d' andar altrove. Ed in grazia di quale accusa, tutti questi sffalti ? In grazia dell'accusa d'essere un cervello esaltato, una testa calda, un liberale troppo fuor de'limiti, una specie di perturbatore della pace pubblica. Di più vi sarà stato detto che a Roma l'inverno scorso m'ero aiutato anch'io quanto potevo , onde si venisse a capo delle riforme, delle leggi

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==