Massimo d'Azeglio - Ai suoi elettori

Invece dunque tl 'anùar avauti siamo andali addietro : e in qnesta come in altra cosa. Non mi lusingo certamenle d1esscre io da tanto da comporre o solo ravvicinare gli estremi di questa l ile, ma pure a forza di dire e di battere chi sa che a qualche cosa non si riesca. E se v'è poi uomo che si senta e debba esser tenuto imparziale in . questo fatto, souo io · quello certamen te. Tut! i qnanti mi conoscono, sanno che in quei tempi in cui si poteva far il cavalierJ e andar :1 cresta rilta, io fui sempre popolo per abitud ini e per costume, e direi democratico, se questa parola non mi fosse ven uta in uggia dopo che l'ho veduta diventar l'espressione d1una nuova nris tocrazia alla rovescia, d'un'aristocrazia dal hasso all'alto o a sott' insù, colle sue esclusioni, i suoi privilegi , le sue soverchierie ed imperUnenze, tale e quale come l'antica. E questa nuova aristocrnzia democratica ha tnlmente copiato i modi dell'antica che a chiuder gli occhi e non vedet' i visi e gli abiti e' par d'essere talvolta nell'età dell'oro, de'baroni • e de'signorotti, nel bel mezzo del secolo XVII; pare di leggere un capitolo de' Promessi Sposi, e che sian risuscitati i don Rodrighi c gl' Innominati. Costoro mandavano a dire ad un curato di

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