Massimo d'Azeglio - Ai suoi elettori

l! mi pare, senza presunzione, di poter dire di •.;onoscerla, e, per non entrar in troppe spiegazioni, ed andare per Je corte, mi ero dovuto convincere che la massa degli Italiani di vel'a libet~tà ne capivano poco. E come avrebbero potuto capida coll'educazione civile e politica che avevano ricevuta? -E l'indipendenza la desideravano, ma senza però sentir grande smania di fare i sagrifizj necessarii per ottenerla. Dunque, dissi , pt~ima di tutto biso_gna pensare· a far loro compt~endere la libertà ed i benefizi dell'indipendenza, oudc poi incontrino volentieri le fatiche ed i peri col i necessari i a conquistarla. Secondo i l mio poco cet·vello mi pareva che il piano fosse ragionevole. Il pretendere che il uosta~o popolo si facesse ammazzare per cose che poco o nulla conosceva, mi sarebbe se_mbrato lo stesso che domandare ad un uomo di soffrire il martit·io prima d'avet·gli insegnato il catechismo. Non vi starò a raccontare che cosa facessi io e facessea·o molto meglio di me altre persone per eseguire questo piano: sapete all'incirca co- . me sono andate le cose· da tre anni in qua ; prima le riforme, poi le costit.uzioni, poi ora la t ora'e di Babele che oram_ai uno non s'intende più J'un l'altro, come se si fosse al tempo della disp ~ a·sione delle genti. Quest'ultimo stadio ~he ,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==