Il Conte di Cavour e l'Italia - 1859

8 to a cui vengo accennando, cio'è all' acquisto del credito che venne alla Sardegna dalla sua partecipazione alla guerra d' Oriente, le nostre speranze non andarono fallite. Ciò, mi affretto a dirlo, non è dovuto che in piccolissima parte àlla nostra diplomazia, a' nostri atti politici. Il me~ito di questo gran fatto, il merito di aver ottenuto che la Sardegna uscisse dalla guerra molto più stimata, molto più onorata dalle altre nazioni europee, è in gran parte dovuto all' ammirahile condotta, al sublime contegno del nostro esercito su' campi di Crimea. « Nel Congresso che pose fine alla guerra noi cercammo di raggiungere il secondo scopo che ci eravamo prefisso, di applicare la seconda delle nostt·e massime politiche. Noi abbiamo colto questa grande occasione, -in tui si trovavano riuniti i rappresentanti di tutte le primarie nazioni d' Europa, per dife ndere la causa d'Italia. E, mi sia lecito il dirlo colle parole pronunciate in circostanza solenne dalla Corona: fu un gran fatto vedere per la prima volta la causa italiana propugnata da potenza itnliana. » Ed invero. il giorno istesso in cui, fermata la pace in Parigi, nel marzo del 1856.. l'Austria credette di essere uscita dal periglio sana e salva e con onore, senza averci messo nulla del suo; in quel giorno il conte di Cavour le preparava un eolpo terribile, che doveva feril'la nel cuore, e non poteva, o pr·esto o tardi, non esserle cagione d' immedicabili mali. Gittato con esperta mano nel Congresso il razzo della questione italiana, non era più dato alla diplomazia d' impedirne gli effetti. Fu la parte di bottino che il Piemonte •·accolse da' suoi sacrifizi di uomini e di danari, e ch'egli investì a profitto dell' Italia, di cui

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==