Il Conte di Cavour e l'Italia - 1859

21 « Quali sono stati (egli diceva) i nostri atti di provocazione e di avventatezza? Io sfido gli onorevoli miei avversari a citarli . Questo solo vi fu, che noi non abbiamo desislito dal nostro assunto; nbbiarno continuato, ogni qual volta l'occasione se ne presentò, a richiamare l' nttenzione delt' Europa ~ullc mi- ~erie dell'Italia, sulla condizione sua anot·male, sui perieoli che queste miserie., questa condizione anorma·le, portavano con sè. E, mi sia lecito il dirlo, questa politica fu essa giudicata avventata e provocatrice dalle a ltre potenze d' Europa? Al Congresso di Parigi le proteste del Piemonte, scritte in forma assai energieu, se si riflette ~alla natul'n del documento, ricevettero l' approvazione uperta dell' Inghilterra e della Francift; e non approvazione soltanto, imperocchè quelle due grandi potenze credetlero doversi unit·e alla Sardegna per dibattere nel seno del Congresso la questione ila linna : e ciò fecero quelle potenze, massime per quanto riguarda l' Inghilterra, con parole le qnnli non cedevano in vigore, in efficacia, a quelle Ùfl noi consegnate nell'atto diplomatico di pubblica ragione. E or debbo dire che se il grido di dolore· che s' innalzél da Napoli, da Bologna, giunge con egna le · intensità sulle sponde del Tamigi, mentre dis~raziatamente non avviene così de' lagni e de' pianti che prorompono da Milano e da Vt•nezia, ciò è perchè vi si oppone l' insormontabile bnrriera delle Alpi nustriache. » E senzll cercare fatti antichi, nè riandanclo le reiterate provocazioni dell'Austria, nè esponendo com'essa si compiaceva, per effetto de' trattnti di Vie.nna, di considerare l'Italia e chiamarla per bocca del suo principe di Metternich un'espressione geografica; co-

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