Il Conte di Cavour e l'Italia - 1859

~o dat· tempo al tempo, pose mano ad armarsi, a raffot·zarsi ne ' suoi possedimenti in ltaliaJ riserbandosi in appresso di mettere in ope1·a altri argomenti per complicare le cose. Ma il Piemonte non era colto dalla sua nemica alla sprovvisto : aveva egli lungamente pensuto a'fatti suoi. E a tanto moto dell 'Austria rispondeva il ministero col fare quanto stava "e' limiti del potere esecutivo; riuniva sulle frontiere dello Stnto tutte le forze disponibili, e nel tempo stesso chiedeva ed otteneva dal Parlamento i mezzi di provvedere efficacemente alla difesa della patria, alle esigenze del suo onore, de'suoi più sac t·i interessi. Fu in tal circostanza che il conte di Cavom· dimostrava alla Cnmera dci Deputati) nella seduta del 9 febbraio, la politica del Piemonte non essere giammai provocatrice o rivoluzionarin, ma sempre libet·alr. cd italiana; non aver mai creduto per il passato', nè crederlo adesso, di aver il diritto di (H'ovocare una guerra; ma essere stato sempre convinto qualmente fosse suo rlovere, non solo di svol ge re nell' interno del paese i principii di libertà, di nazionalità su'quali riposano le istituzioni di Ca rio Alberto al suo popolo largite, rna altresì di farsi, a ft·onte dell 'Europn tutta, interprete rle'bisogni, de' dolori e delle speranze d'Italia, e però di opporsi gagliardamente alle continue usnrpazioni dell'Austrin nel territorio della penisola; questo suo programma averlo sempre altamente manifestato, non solo al cospetto della nazione, non solo nel seno del Padamento, ma ne' Consigli stessi dell'Europa, ne'Congressi diplomatici; la sua politica non essere stata pel passato taccinta di avventurosa, di provocutr·ice, ma dagli uomini di Stato di Europa più gravi essere stata esplicitamente approvata.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==