Il Conte di Cavour e l'Italia - 1859

,IO te. La quale politica, a valeria considerare sotto tutti i suoi aspetti, non poteva ·non avere alcune gravi conseguenze, nè scevra andar di pericoli. Era impossibile infatti che dessa non provocasse il risentimento in ispecie di quella avversa potenza che interessi ben altri aveva in Italia de quelli. del Piemonte. Nè tardò gnari che il conte di Buoi, ministro dell'Austria, dandosi la briga di denunziare all ' Europa i giudizi della libera stampa subalpina falsamente accusati di _ perfidia, levando alli lamenti per gli applausi riscossi dall'indirizzo politico del governo di Vittorio Emanuele, ed insino pel monumento spontaneamente ;votato da' dttadini milanesi all'esercito sardo, additava cotesti fatti siccome unico ostacolo nlla pacificazione della penisola, alla p,erfetta riconciliazione tra sudditi italiani e principe straniero, e provavasi di trnrne pretesto onde cogliere in fa Ilo il Piemonte e designarlo qual fomite di rivoluzioni, qual perpetua minaccia alla conservazione del presente ordine europeo. Il conte di Cavour, rispondendo parte a parte alle accuse, confutandole, sviscerandole, dimostrandone l'assoluta mancanza di fondamento, opponeva temperatamente le inquietudini e le querele deWAustria non provenire ad errori o sopr·usi del Piemonte, sivvero dal contegno assunto dal governo tirannico dell'Austria, ehe Clarendon non-peritossi in piena adunanza di chiamare infernale, in faccia a quello del Piemonte, basato sulla · liberrtà, sull' .ordine e sulla giustizia. E così, rotte- nel febbraio del 1857 le relazioni politiche tra l'Austria e il Piemonte, venivano richiamati il conte Paar da Torino e il marchese Cantono da Vienna. Era ben naturale che atteso la gravità degl'in-

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