F.A. Gualtiero - Gli interventi dell'Austria nello Stato romano

)( 9 )( venire. Le pratiche del 1746, snllc quali gettano ampia luce i documenti pubblicati da Eugenio Rendu, (1) non furono nè le prime, n~ le sole. Già molti anni innanzi un tentativo non dissimile fu fatto presso Clemente Xl sotto il regno di Vittorio Amedeo. Alessandro Albani , poi Cardinale, fu in allora incaricato da un Cardinale della mia famiglia (e qui lo noto non senza compiacenza perche non gloria domestica ma nazionale) di per3uadere il Pontefice suo zio a volersi congiungere col Re (in allora) di Sicilia in una confederazione difensiva e offensiva contro gli Austriaci onde espellerli d' Italia. Niuno ignora come la famiglia Albani restò poi sempre Austriaca, come fu colmata di onori e di favori dal governo di Vienna; ma niuno certo conosce che .forse le mancate pratiche con Torino e Parigi ne furono il correspettivo. Con tali mezzi , con tali arti Vienna scongiurava i pericoli; mentre alcuni Sta li incorporava ai suoi, abusando dei pretesi diritti feudali dell' Impero , di altri come di Modena e Toscana feceva abilmente cadere la successione nella sua casa. Per tal mod_o estese la sua dominazione diretta con usurpazioni e trattati , mentre il resto avviluppava con i pretesi diritti del Sacro Romano Impero. Queste erano le tradizioni della Viennese politica. Le sue mire di dominazione sopra la Penisola erano antiche, costanti, immutabili , come la necessità, direi , quasi la voluttà di calpestare gl'Italiani, di governarli con la spada era un assioma: Germanus sceptro regilur, gens Itala ferro. Questa leggenda , che potremmo chiamar bene di (1) Eugène Rendu, L'ltalie et l'Empire à'Allemagne, 2e édftion , Paris, 1859, Avan t-propos , pag. VIli, in uola. •

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