F.A. Gualtiero - Gli interventi dell'Austria nello Stato romano

)( 58 )( sistere a quell' ambizione. L' Europa vide le conseguenze e levò più volte la voce contro le medesime , pari al medico che non curandosi della diagnosi del male va tentone curando i sintomi che appariscono e senza cessa si rinnovano. I sintomi del male che aggrava gli Stati Romani sono ben conosciuti, e per questo lato la questione è giudicala , ed è opera perduta ed inutil e andarli ora esaminando, e molto meno il volerli curare. Le popolazioni dello Stato Romano nella loro parte intelligen te ben lo compresero, che cioè la cagione dei loro mali, precipua come quella degli altri Stati Italiani) è la perduta inclipenùenza di questi ) la quale però alla sua volta poteva avere ben poche guarentigie con un nemico così vicino e così potente, e per il quale l' ambizione era una necessità, onde conser vare nelle proprie mani quella parte d' ItaHa che era a lui stata sacrificata. Allorchè nel 1858 ) cessata la guerra d'Oriente ) i plenipotenziarj Europei si adunavano a Parigi per fermare le basi della pace in solenne Congresso, non restarono muti i Romani. Ben conobbero però che l'Europa uscita appena allora da una guerra, non poteva rjnnovarne un'altra contro l'Austria , benchè avesse questa egualmente mal meritato delle due parti combattenti. Innalzando però la loro voce, e porg:endo i loro voti a quel Consesso, pur conoscendo tale necessità che rendeva impossibile la più sicura delle guarentigie per il miglioramento delle sorti dell e Romane popolazioni, come dell e altre parti della Penisola , invocarono almeno che innanzi ogni altra cosa fosse assicurata l' Indipendenza degli Stati llaliani non soggetti all'Austria in guisa che non fosse un vano nome. Questa fu la parte principale dei voti de' Romani , i quali ben conoscevano come ogni altra questione sulla migliore amministrazione o sulla sorte di quelle province fosse secondaria , se da questa come precipua e

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