F.A. Gualtiero - Gli interventi dell'Austria nello Stato romano

)( 49 )( d' arme resa impossibile, ed il terrore in tutti non saprei dire quale maggiore , se dei briganti o dei giudizj statarj Austdaci. Che anzi con i primi poteva esservi talora componimento, con· i secondi giammai. La detenzione di un'arme qualsiasi, anche spezzata ed inservibile, anzi la detenzione persino della munizione da caccia senza arme, era titolo sufficiente per essere condannato a morte a nome di Sua Maestà Imperiale Apostolica. E nella sola Bologna le condanne per tal titolo pubblicate non furono meno di quindi ci o venti. Commissioni militari giudicavano sommariamente; inutile.o impos.slsibile la difesa, e per tenue reato condannati facilmente anche gl' innocenti. Nulla di sacro nè di rispetlabile era in tal caso per ·le Austriache Autorità. Nulla; neppure la pace dei defunti. Così in Ferra~a allorchè andavano in cerca delle armi della compagnia dei bersaglieri di quella città che avevanle impugnate difendendo nel1848 a.Vicenza i Colli Berici , temendo fossero nascoste dal Conte Tancrecli Mosti , osavano perfino sacrilegamente frugare nelle domestiche sepolture , e violare (orribile a dirsi l) il riposo delle ossa paterne l E come in Bologna e nelle Romagne, cosi in Ancona e nelle altre città e terre delle Marche, gl' incarceramenti seguiti da quasi immediata fucilazione, le pene del bastone, le multe pecuniarie si succedevano con tanta spessezza, che il terrore e l'orrore tenevano gli spiriti di tutti in ansia mortale e quasi istupidili , e tanto più che anche i prudentissimi e gli onestissimi si tenevano minacciati , dappoichè le delazioni dal Generale Austriaco si accoglievano volentieri , e si incoraggiavano senza diatinzione; e vi fu anche chi nascose armi nella casa del suo vicino, e poi lo denunziò all' Austriaco , il quale non udì nè le prove dell'innocenza, nè il giuramento dell'oppresso. Una donna , in Ancona, per ven4

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