F.A. Gualtiero - Gli interventi dell'Austria nello Stato romano

)( 43 )( rare alle eventuali là avvenire; poichè il 1848 le aveva fatto pale e che non aveva u3urpato tantb che bastasse per assicurarsi. Per tali cagioni si res'e .necegsaria la seconda campagna del 1849, dopo aver fa tto stabilire a Gaeta col mezzo del suo ministro Estherazy le basi' çli un nuovo intervento, dopo avere escluso quello del Piemonte, quasi non fo sse potenza Cattolica o potenza Italiana o potenza quanto lei o più di lei anche interessata. Ma l' intervento Piemontese avrebbe resa più difficile la nuova guerra, più sicuri c facili i negoziati di Bruxelles, e fatte in Italia restaurazioni nella forma che all' Austria meno conveniva. Che anzi allorchè il Granduca di Toscana, innanzi di aver ricevuti gli ordini da Milano, si mostrò pronto ad accettarlo, non esitò a dichiarare che ne farebbe un casus belli, una rag ione di rottura dell'armistizio che aveva col Piemonte, della quale assumeva la responsabilità. · Rotto infine l' armistizio col Piemonte, le sorti d'Italia furono nuovamente confidate alle armi , ma questa volta alle sole armi Piemontesi. E queste.vinte, ;ma non umiliate, sui campi di Novara, l' Austria faceva marciare i suoi battaglioni col pretesto di combattere la rivoluzione alla volta ùi Toscana e di Romagna. Così si poneva in opera l' ultimo e più fatale intervento nell ' Italia centrale, nel quale riposavano per l' Austria le speranze della sicurezza avvenire. Essa si lusingava forse di poter compiere sola quelle restaurazioni o almeno di coglierne sola il frutto , e coprire colle sue armi tutta la penisola dalle Alpi al Lilibeo, poiché del Re di Napoli tenevasi ormai sicura, e la capitolazione di Novarc;t avevale posta in mano , benchè _per breve tempo, la cittadella d' Alessandria. Ma la Francia alla sua volla interveniva ancor essa

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