Melchiorre Missirini - Di ventotto statue in marmo ...

='= · trollusse ventollo nicchie destinate ad accogliere statue d' uomi ni illustri, onde (arne gloriosa dimostrazione all'esempio dei nostri , al culto degli strani. l volgi menti dci tempi, lo inchinamento delle arti , la pubblica incuri a, la privata oscitanza, ,la sconosccnza dc' patrj tesori intcllclluali , e forse un nascoso pensiero , invidi oso alle nostre antiche eccellenze, fecero che fino ai tempi nostri quelle nicchie rimanessero deserte. Nondimeno Giorgio Vasari si pare avere avuto un profctico presentimento che più giusta , e più generosa età sarebbe venuta , in che l'esteriore del suo edificio si decorasse delle maggiori toscane sommità. Questa età è gi unta! E qu i vuole giustizia che si manifesti , un Vin· cenzo Batelli , tipografo, calcografo, uomo di vaste intraprese, di spiriti trascendenti la sua condizione, essere stato il primo che pensasse trarre vantaggio dalle nicchie degli Ufficj per f.1re scolpire altrettante statue di uomini esimj, e ivi consacrarle. Nell ' op· por tunità di avere adorno di marmi sculti il suo stabilimento, ebbe Egli occasione di meglio conoscere il valore degl i artist i toscani, c si convinse la sta tua r ia essere fra noi salita a quella eccellenza a cui l' inalzò l' immortale Canova, il quale tratta l' arte di terra la collocò in trono, togliendo la gravit à alla materia, infondendo il palpito nel ma1·mo e vcstendolo di grazie, che sono il sommo dell ' ideale. Vide adunque il prode uomo essere questo il ve-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==