Melchiorre Missirini - Di ventotto statue in marmo ...

o DI VENTOTTO STATUE I N MARMO AD ALTRETTANTI UOl\IINI ILLUSTRI TOSCAl\TJ. RAGIONHI ENTO DE J, PROFESSOR E ~IELCHIOU J.UISSIRINI. lFlllltll ttZII PER V. DATE LLI E FIGLI 1838.

MAZ 0700 OOHl MAZ S772

P c1· tal uni laudatori unicamente delle cose antiche, dassi la taccia d ' ignavo c degenere al tempo nostro. Questa rampogna non è e lla ingiusta cd ingrata? Dopo l' età del divino Ga lileo, del Torricciii, rlcl Cassini , e di tanti altri sommi, qualieminenti intclleui produsse mai la mirabile forza de lla natura pari a quelli che ha nno vissuto con noi , c colle loro scoperte nelle facoltl1sublimiori cangiarono la faccia della fi sica, rinnovarono la fi siologia, c le matematiche c l'astronomia alla più eccelsa meta della loro grandezza condussero? Recenti sono le glorie d' uno Spallanzani, del Galvani, de!' Volta , di Lagrange, del Mascagni. E parlando delle Arti del Genio, non sono stati con temporanei a noi Canova e AlGeri? l\" on vive ancora di una vita sempre inspirata un Rossi ni , fecond issi mo creatore d ' ogni dovizia di armonia, di melodia? 'Ma accennando a noi soli, non avranno alcun mcrito per noi da esser dcll i retrogradi la costanza

"""4= delle volont1t, il cot·aggio delle speranze?Dov'è l'emulazione in Italia? Ove le opportunità di spiega re un grnn volo? E nondime no per la sola esube ranza del la nost ra vitalità, non escono forse talora li·a noi stupendi monumenti d'arte, prose nudrite di un'alta lì losolin, versi dettati da profonda rngione, e opere degne del nostro classico nome , e di questo cielo che sorride alla vita, e in ogni oggetto la fa dischiudere? 1\Ia pretermessa ogni altra nostra benemerenza, è per me segno infallibile di trova rci sulla via del progresso quell'ardente nostra cura di onorare qunnti pe r lo passa to nella nostra patria si leccro a noi specchi o a cose esimie, e glo riose. Ovc fu vista tanta sollecitudine per le patrie illust ra zioni ? Il secol nostro paga il debito degli nv i ve rso gli uomini prcclari che il natio suolo illustrarono: si emendano vecchie ingi ustizie. In ogni parte delrltalia si intende alla riparazione de l valore obbliato dello ingegno?di sconosciuto, del genio punito: ovunque sorgono busti, simulacri , sepolcri , c segni di ouoranza a quelli che sedcu e ro in cima del merito c della fama. Così placansi l\Iani sdegnosi : la pa· tria è assolta d' ingratitudine presso lo straniero : e l'antica nostra gloria è congiunta con nuove, solenn i, eterne ri cordanze aIla fama presente! Se vera è la sentenza che quella gente la quale ha gloriosi ricordi non dee slìduciarsi giammai di

~a-= risorgere ad alto segno, questa speme si aJJice maggiormente a noi, che abbiamo tanti domestici splendori; cd ora assai più convien credere che per noi si proceda nel desiderio di cose grandi,ora che, come dissi, o;;nuno anela rimeritarc le patrie celebrità. E qui è da considerarsi che se in tutta l'Italia è surto un fremito di onorare gli uomini eccelsi, la bella e culta Toscana si affatica in questo rivcndicarsi il primato sovra ogni altra provincia, E n'ha ben d'onde, chè niuna parte della Penisola quanto Essa fu fertile di esimie notabilità in ogni ordine d'arti , di lettere, e di sapienza. Fu testè in Francia gettato un bellissimo conio , che comprende dieci dc' più famosi Italiani e selle fra questi alla Toscam appartengono: vedi gloria immensurabile. Ora adunque animala la Toscana dallo zelo di rendere tribu to di onoranza a' suoi più degni, cominciò dal seguire l'esempio di quelli che del Tempio di Santa Croce fecero un Santuario de'monumenti di uomini di un genio più spaventoso che mirabile, che allestano la superiorità e l'.anleriorità dell ' Italia in ogni prodigio dell'intelletto; e prima fece porre in dimensione colossale sulla piazza di Santa Maria del Fiore le statue eli Amolfo di Lapo, e di Filippo di Set· Bruncllesco; poscia mossa a ristorare il magno Alighieri dell'antico oltraggio, si redense da un lungo rimprovero , pose ad effetto

-6= un voto rimasto tante volte inefficace, c al fondatore della lingua della poesia c del sapere itali ano, un vasto mausoleo innalzò: finalmente adesso è intesa ad inaugurare a un tratlo ventolto statue alle sue più chia re rinomanze. 1\fa d 'onde è nato questo ultimo commovimcnto verso le antiche domesti che glorie? Lo esporremo imparzialmente. È un edificio in Firenze, chia rissimo pc! suo nobile destino, per la sua posizione, c per J'ampiezza, cd eleganza della sua costruzione, il <ruale dalla fronte principale della Piazza del Gran Duca, lungo il vetusto Palazzo della Signorìa stendesi a sin istra verso l'Arno. Questa fabb rica appellata degli Ufficj, fu per munificenza di Cosir:::o.J primo costruita dal benemerito hiografo degli artisti Giorgio Vasari . E i la di spose in tre lince, che insieme ricorrendo formano un varallclogrammo, che lascia nel mezzo un'ampia arca, opportuna a renderoe luminose le gal leri e, c le sa le, c a far trion fare a ll 'occhio dello spettatore la bella armonia dell'architettura cstenta. A' piedi d'ogni braccio discorre intorno un peristi lio d'ordine dorico architravato, spazioso, gentile , ove gioca un· aria riposatn, c li eta, che iuvita per la sun amena, c ridente comodi t/t i passeggicri a traltenervisi a diporto, come in un mngnilico tempio delle arti , c in un ostello di pace, c di civiltà. A maggiore ornamento de' portici il Vasari vi in-

='= · trollusse ventollo nicchie destinate ad accogliere statue d' uomi ni illustri, onde (arne gloriosa dimostrazione all'esempio dei nostri , al culto degli strani. l volgi menti dci tempi, lo inchinamento delle arti , la pubblica incuri a, la privata oscitanza, ,la sconosccnza dc' patrj tesori intcllclluali , e forse un nascoso pensiero , invidi oso alle nostre antiche eccellenze, fecero che fino ai tempi nostri quelle nicchie rimanessero deserte. Nondimeno Giorgio Vasari si pare avere avuto un profctico presentimento che più giusta , e più generosa età sarebbe venuta , in che l'esteriore del suo edificio si decorasse delle maggiori toscane sommità. Questa età è gi unta! E qu i vuole giustizia che si manifesti , un Vin· cenzo Batelli , tipografo, calcografo, uomo di vaste intraprese, di spiriti trascendenti la sua condizione, essere stato il primo che pensasse trarre vantaggio dalle nicchie degli Ufficj per f.1re scolpire altrettante statue di uomini esimj, e ivi consacrarle. Nell ' op· por tunità di avere adorno di marmi sculti il suo stabilimento, ebbe Egli occasione di meglio conoscere il valore degl i artist i toscani, c si convinse la sta tua r ia essere fra noi salita a quella eccellenza a cui l' inalzò l' immortale Canova, il quale tratta l' arte di terra la collocò in trono, togliendo la gravit à alla materia, infondendo il palpito nel ma1·mo e vcstendolo di grazie, che sono il sommo dell ' ideale. Vide adunque il prode uomo essere questo il ve-

=8vero tempo di adoperare quest ' arte, volgendola a scolpire que'uomini, che fra noi fiorirono preclari3simi in ogni lavoro della mano, dello ingegno, della meditazione, dell' inspirazione, cercando poi d i dedicare queste statue solto i portici degli Ufficj. Ma come porre ad aLLo un pensamento così gran· dioso? Come trovare i mezzi necessar j? ... Come? Non sapea egli quanto abbia potere sugl i animi ge· nerosi l'amore della Patria?Quanta sarebbe la splen· didezza de' suoi concittadini per tullo ciò che pone in mostra ed accresce il nome toscano? Appellossi pertanto alla privata larghezza, e immaginata una soscrizione di un semplice fio t·ino pet· mesi trenta, sperò colla moltitudine de' concorrenti una com· pensazione alla modicità del contributo. Applaudito di questo felice concetto, si di resse allora a quell'augusta fonte, dalla quale solo potea prendere autorità, e fondamento: perchè avendo a questo benignamente annuito l'I. c R.. Governo sotto cui con ordini paterni, in bella concordia di giustizia e di clemenza la fortunata Toscana vive mansueta, e felice , si potè tosto al cominciamento dell' opera procedere. Ed eletta una deputazione di rispettabili Personaggi , chiamata a vegliare sulle spese, a nominare gli scultori e forma re il prospcllo delle toscanc dignità credute più meri tevoli dell'onore d i un si· mulacro, nell' immensa copia delle Losche beneme·

= 9= renze vennet·o prescclti i seguenti uomini preslan· tissimi. Dante Ali ghieri, Leonardo da Vinci , Michelan· giolo Buonarroti , Niccolò Machiavello, Lorenzo il Magnifico, Giovanni Boccaccio , Cosimo padre della Patria, Francesco Petra rca , Orgagna, Farinata dcgli Ubcrti , Amerigo Vespucci, Guido d'Arezzo, Francesco Guicciardini , Piero Capponi, Giovann i dalle Bande Nere , il Ferruccio, Cino da Pistoja, Niccolò Pisano, Andrea Cesalpino , Leon Battista Alberti, Giotto , Galileo, Acurzio, ~lascagni, Guittone, Mi cheli , e Francesco Redi. Quai Nomi! Qual decoro dell' umana specie! Quanta religione di Patria ! Nomi che suonano alla lena una voce di gloria immortale; all'animo un senso d'ammirazione e di gratitudine; alla patria un sen· timcnto di giusta ambi zione: all'umanità tutta una prova della sua nobiltà. Come prima si raccolse un dato numero di so· scrizioni, furono allogate quallordici statue già ideate ora, o poste in modello, delle quali daremo alcun cenno, riserbandoci alla fine dell'impresa di farne più compiuta dichiarazione, coll'aggiunta di uno scritto biografico sopra ciascun personaggio rappresentato. 1. 0 La statua adunque di Dante Alighieri fu commessa al Professore Demj con molto accorgimento, avvegnachè Egli crasi già esercitalo su que- *

-= tO - sto grande subicllo con altra statua di Dante sedente collocata nelle sa le dell ' Accademia lettera· ria di Livorno. Ma se quel modello procacciò al s:Jo Autore moltn lode pc t· la tranquillità della po· sa , la severi tà elci carattere, c il rigore di tutta la persona ; questo nuovo simulacro , che sorge in piedi, commendasi maggiormente al pubblico voto, pcrchè non solo racchiude l' uusterità, dote insepa rabile da tale figura, ma ci porge visibile in· dizio dell' alto disdegno che invadea il Poeta, e di quella inspirazione, che lo traea oltre i termini della Creazione, oltre i confini dell' umano pensiero. 2.0 Il Leonardo da Vinci si volle che uscisse dal marmo per lo scalpello del Pampaloni. Chi non conosce il merito di questo artista vero seguace della natura? Cbi non ammirò, le severesue statue dc' due sublimi architettori della Catt ed rale di Firenze , e specialmente il suo r aro valore ne' soggetti delicati, condotti con tanta ingenuità, candore, innocenza e grazia? Basta per tutti la bellissima Cloe , vergine pudica, che t ' incanta c t'innamora. Ma nel modello del Leonardo spogliò il Pampaloni i vezzi, e le morbidczzc: lo pose con alto decoro: lo panneggiò maestosamente: gli donò una sembianza veneranda , c pensante: e già ti avvedi a che medita, perchè sa i qual sia stato il suo più lungo, e intenso pensiero : quello di trovare

=Il-= nella sua inspirazione un'idea tutta -mansue!a, c divina, che nel Cenacolo, vin~a la suprema for~ ma moltiplicata negli Apostoli, ci porgesse il vero concetto di un Dio fondatore della legge di Amore! 3.0 Ebbe il Professore Santarelli la statua di Michelangelo. Se il Padre suo, incisore eccellentissimo, ci diede il più bel Numisma del Buonarroti, sperassi avere dal figlio il miglior simulacro: e questi provò che la speranza non fu vana. Un grave pensamento non era giammai disgiunto da Michelangelo, come Colui che estendea le sue meditazioni su tutte l'arti del genio, nelle quali era egualmente grande, terribile, originale. Questa statua adunque pensa, e vedi che già ha raggiunto la cercata idea pellampo della compiacenza indivisa dalla creazione, che traluce alcun poco dal suo severo sembiante. La movenza poi della figura è di compiuta naturalezza e tale, che se il vollo manifesta la grandezza della mente, l'atto ti annuncia la bontà del cuore. Vuolsi lodare lo scultore per l' avvedi mento di averlo così atteggiato, poichè, senza quella movenza parentevole, chi potea sostenere la vista del ftero aspetto, la rimembranza dello spaventoso suo stile, la maestà dell'immensa sua fama? 11• 0 Il Professore Costoli fu assunto a scolpire il Machiavello: chi modellò quel suo mirabile

"""'f2 =- Gladiatore moribondo: chi pose con tanta veritl1 e dignità in forme colossali il Galileo assorto nella contemplazione delle celesti meraviglie, merita effigiare l'immagine di colui , che siede maestro di quanti intendono a quella pubblica prudenza, condannata dai delusi idealogisti di splendide utopie, e assolta dalla tracotanza, o abbjezione del volgo. Lo scultore significhi nel macero aspetto del suo protagonista, nell'intensi tà del ciglio, nelle sagome del le forme, gl'indizj delle sue sventure, del sottile suo genio, e della profondità de' suoi ascosi pensamenti. 5.° Commessa allo scultore Grazzini fu la statua di Lorenzo il Magnifico. Il Grazzini ottenne già lode massima per un suo basst)-rilievo prezioso, rappresentante Penelope, che fra Proci sospende il canto delle prodezze di Ulisse. Ma con questo modello di Lorenzo Egli ha vinto sè medesimo. Sorge il Magnifico appoggiato ad un busto di Mincrva, come colui che tolse in protezione i Sapienti, e segui per esso quella Sapienza, che da Platone si rallegrò d'immagini celesti. Nondimeno il vero sapere di Lorenzo stette nello ammansare gli uomini coi miti studi, c con ogni via di spargere doni e spaventi acquistare possanza. La statua segue quest'ultimo concello. Una

-= t:5 = sola tunica veste la grave persona con nalurll· lezza, e semplicità. Questo assello ampio , e la· lnre, che ha un non so che 'eli sacro, <J cqui sla al personaggio grav i t~', e veneranza. Ad esso si aggiunge la verità della sembianza cupa , coocen· trata, acci gl iata , meditante. Ti pare indovi na· re que' pensieri esse r tali da sbigouirti. Deesi notare che il volto è trai.Lo con perfetta simi litudi ne da un busto antico fi gulino di Lorenzo seopertosi non ha guarì, e riconosciuto lavoro di Michelangelo. Una sembianza ciel torbido Lorenzo, operata dal tremendo Buona rroti, si può pensare quanto sia cosa mirabile. 6.0 Giovanni Boccaccio fu dato da effigiarsi al Fantacchiotti. Questo scultore avea già spiegato il suo merito nella strage degl' innocenti compendiala in due figure , sull' idea del Pussi no. Nè minor plauso ottenne col monumen to della Giovinetta Inglese, ove con leggiadro concetto figurò la do nzella so rgere dal suo letticciuolo per bearsi de' primi raggi del sole nascente, emblema della Creatura che preliba i primi spl endori del· l'eterno Sole, nell'oceano della luce del quale è presta a sommergersi. Ora esso è Lullo anlenle a modellare la statua del terzo fondatore dell ' Itala ed Europea sapienza, e civiltà , maestro insupet·abile del nostro idioma in tutti i suoi caral· Leri , e che seppe ogni bellezza della madre lin-

~i<f.- gua nella volgar favella trasfondere. Le venerande ceneri di sì grande Toscano essendo rimaste senza uua pietra di ricordo per invidia, pravitit , ira dc' tempi infelici, c ingannevoli, fa bella e pia opera la Patria consacrare un monumento al suo nome. 7·0 Luigi Magi scultore è scelto a rappresentare l' immagine di colui , che senza usurpata potenza, in privata cond izione , per volontario altrui conseutimcn to fu primo, c potentissimo nella r epubblica , che l' arti , e le lettere favoreggiò, li cittadini commcrcj meravigliosamente accrebbe, e ciò che più importa, i poveri, c gl'infelici ajutò, beneficò: dico Cosimo Padre della Patria, titolo più caro, e onorevole d' ogni altro fregio dell'umana ambizione. È ci rcostanza notevole , che all\lagi che per le toscanc l\1arcmme dee esegui re un Gruppo colossale, rappresentandovi Leopoldo Secondo, che con ingente lavoro richiamando in que' Paduli la salubritit, le messi, la popolazione, la vita, e per altri segnalati bcneftcj, onde fa la Toscana tutta prosperare, si acquista anch'esso il Nome di Pad re della Patria ; è fenomeno dissi de,.no di con- '0 siderazionc, che al medesimo scultore per ispontaneitit di associati pensieri sia allogata la statua di Cosimo. La patria adunque aspetta un simulacro degno dell' argomento nobilissimo.

= 15 = 8.° Farinata degli Uberti sarà lavoro dello scultore Pozzi. lì modello eh? n' ha eseguito è opera eccellentissima. Al primo volgcrgli lo sguardo è (orza dire col Poeta - Vedi là Farinata che s'è dritto! - La ligura pianta mirabilmente: È condotta con semplicità, e ri go re di stile : È lieve , c spedita, e direbbesi seconda al San Giorgio del Donatello, scultura squisi tn , che vernmente segnò il compiuto ri sorgimento della statuaria in quella età. Se non che questo Farinata ha più spirito guerriero; chè già al Pozzi non manca il caldo dell'arte , c quella poetica immaginazione, che imprime nelle sue sculture un carallerc animoso: di che fanno prova il Pari tle, la B:~cca nte , la La tona, c molte altre opere sue. Fra queste molti consentono la prima palma al suo Ciparisso: noi vogliamo darci a crede re che i l Farinata questo primato gli conte nderà. 9·0 Allo scultore Nenciui è data la statua di quel sagace inventore, per cui la òolcczza del la l ingua italiana obbligata a note vocali, si converse in un incanto , in una seòuzione, in una estasi, Guido d' Arezzo. Il dolto Angclon i con istile forte e sdegnoso un monumento alla sua mente innalzò : il Nencioi dcc er igergli un marmo , che ci accusi insieme la sembianza del volto , e dello spirito. E i lo scolpirà in quella specie

=tG= di rapimento a cui sollevano il core, e il pensiero la potenza, c la magia de' modi, sui quali Pitago ra l'ord ine di tutta la creazione stabilì. E non inùaruo tanto dal Nrncini si spera, ch' Egli è Autore di un Bacco applauditissimo, in cui con molta artistica sapienza ha snputo conserva re, e unire il doppio carattere, che gl' insignì sculto1· i antichi concessero al fi gliuolo di Semclc. 1 o.0 Dopo Guido Aretino d iremo, che all' lnsom fu posto il carico di rappresen ta re la figura di Benvenuto Cellini. E ben mertava esser messo fra questa onoranda Famiglia d ' illustri anche il Cellini , principe ne lla Cesellatura, poten· te nell' arte scultori a, e nel fare d i getto, e collo scritto ajutatore dell' arte. Gl i st rani lo ammirano per avventura più per la novit11 della sua indole : la Patria che conosce tutto il suo merito, lo pone fra quelli che la resero revcrita nel mondo. E non dovea Benvenuto fi gurare sotto i Portici dcgli Ufficj , E gli che nelle contigue Logge de' Lanzi mirabilmente trionfa col Perseo? Ci piace di vedere l'artista eletto a ciò sommamente desideroso di far cosa bella: noi abbiamo aggiunto buoni incoraggiamenti al suo ardore, cd anche di opportuna impronta del soggetto fu soccorso per noi. • r.0 All' arte del sig. Leoni commendasi la statua di Francesco Petrarca: grave responsabilità, effi giare un sublime Cittadino, il più dolce fra i

= t7'""' ' Poeti, il più forte fra i filosofi del suo secolo, po· tenza intellettuale formidabile a,ncbe ai dì nostri, e tuttavia tenuta nascosta fra le tenebre latine. l\la se ne' grandi cimenti il solo coraggio di affrontarli merita lode, di questa lode non vogliamo per ora il Leoni defraudare. Noi gli sa· premo grado ove giunga ad effigiare il divo Cantore non nel momento di volgere i sospiri alla bella Avignonese, non quando morta la pianse, ma nell'atto di scrivere le terribili Senili: nell'atto di celebrare il Tribuno. Inganno generoso, giustificato dai molti che dopo lui s'ingannarono! I 2. 0 Un lavoro di genere severo fu poi allogato allo scultore Bazzanti, la statua di Andrea Orgagna. Questo pittore di una maniera terribile, scultore di uno stile elegante, espressivo, e architenore massimo, impresse nelle sue logge i caratteri di ardire, solidità , forza, sublimità, originalità. E il Bazzanti appunto studi asi significare queste note nel suo lavoro, onde indichi al vivo il subbietto, faccia fede del grave secolo in cui vi vea, e si adorni di quella vencrabilità, e grandezza di che ci desta l'idea quel suo famoso Portico, primo monumento delle arti restaurate, come il Panteone lo è tlell e arti antiche. I 3. 0 e I L1.° Finalmente alli signori 1\lirandoli, e Gucrrazzi giovani scultori Livomesi , a vicenda studiosi, e di gloria bramosissimi furono assegnate

= 18 = le statue di Amerigo Vespucci, e di Francesco Guicciardini. Gli argomenti della dispostezza all' arte, che questi allievi dimostrarono ne'pubblici pericol i all ' lmp. c R. Accademia di Firenze, e il loro ardore di gareggiare cogli aiLri, anche in questo cimento ordinato a formare l'epoca statuaria dell 'età nostra in Toscana, ci riempiono di buona fiducia di veder condotto lavo ro degno della Pa l r ia. Essi ben sanno volersi esprimere nel Vcspucci un carattere cauto, sagace, inOessibilc, maggiore dci rischj , c degli clementi. E nel Guicciardini un occhio profondo, acuto , perspicace, un'aria di voiLo pensante, con alcun segno di amarulcnza sardonica nel moto delle labbra. Le loro persone poi c il loro costume converranno alla loro qualità, all' abi to del loro vivere sì, che producano nello spettatore per lo Amerigo un elfetto di maraviglia, e pel Guicciardini un sentimento insieme di rispetto, e di condanna. Queste sono le sta tue che fin' ora si vengono operando per tale impresa: speriamo che la pi ena concorrenza de' Contribuenti f.1rà che quanto prima si p ossano allog:~re anche l'altre. Il Batelli promette ai Socj infmc dc' lavori di dare loro gratuito un Album, ove tutte le statue siano incise da valenti bulini , e accompagnate da opportuna illustrazione. Quanta emulazione sia per destare ne' fervidi

= i9"""' ' animi degli artisti questo progetto: quanto inere· mento debba ripromellersi per l'çccellcnza dcll'm·te: qual gloria sia per aver la T oscana, c quai nobili desiderj di onore, e di fama, desterà in quanti anelano per opere virtuose lasciar di sè presso i posteri ricordanza, è stato con bontà di ragioni, c di esempi dal signo1· Moisè di mostrato. Noi aggiungeremo che anche l'anti ca Atene molte statue a' suoi ciuadini dedicò. Ma se quel famoso lìlosofo Ateniese r allegravasi di non esser nel DII· mero delle medesime , .i simulacri che ora consacra l'odierna Ateue sono pei loro subbiclli di tanta estimazione e orrcvo lezza, che tutti vorriano essere ambiziosi di sì cospicuo guiderdone. Ahimè! Parecchi degli uomini insignì che ora si esaltano sostennero in vita la guerra della forza, dell ' invidia, dell' ignoranza , della perfidia, del fanatismo: ora sorgono essi però più solenni per le loro stesse sventu re. La patria si pente delle sue ingiustizie : viene la ristorazione: le tarde età si votano alle are del giusto, e dell' onesto. L'impresa di che abbiamo ragionato d imostra sempre pitl verace la sentenza dell' Encomi<lste, che se gli uomini eminenti contemporanei umiliano la nostra bassezza , l' aschio alline, le per~ecuziooi , c le altre passioni si depongono come fango pesante scorrendo a traverso i secoli, c solo soprannuota il merito, e il vero!

..,.. 20 """ Aggiungansi adunque tutti i buoni Toscani in una sola volontà per accelerare il termine di sì bella idea. Guai se per difetto d i patrio amore dovesse a mezzo r imanere! quali giuste censure! Quanta vergogna! Direbbesi che i padri invidiano ai figli esempi uti li ssimi e stupend i di emulazione, di ammirazione : direbbesi che i giovani t emono vedere con loro rossore in queste sta tue un parlante rim- -provero ad una vita molle, e da poco. Lungi questo sospetto. Se Cicerone viene cento volte predicando doversi · per la Patria il sangue , e la vita spendere, chi sarà restio di dare alla Patria un lieve contributo? Un uomo di sse non ha guari = la Patria non è in pericolo. Questo contr ibuto si dà per dci Marmi, non per la Patria : = Sciaurato! La vera Patria negli uomini preclarissimi stà ! S telle in quegl' illustri che ora si effigiano. Ma non starà mai in Te , ne in quanti somiglian a Te: Se avarizia è, il tuo rifiuto sappi che Tacito nella vita di Agricola ti insegna i sapienti tenere le statue in conto d' oro e di ricchezze. E se questo Egli dice d' ogni statua, che sarà di quelle che rappresentano i nostri gloriosi Antenati? ~; .37 72 l . , FD' E. ~u ,, "' u'

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