La Nuova Europa - anno II - n.10 - 11 marzo 1945

-e ------------------LA NUOl'A EUltOPA __ ,."'...,___________ llm.trzo1945 -- 1 H O dinanzl a me la fotografia della cittadina tedesca nella quale mi è accaduto d\ trascorrere vart ann{ della mia g\.ovinezza. Il pepalo tedesco. · abituato alle pianure sempre eguali della più gran parte del suo territorio, deve avere una grande nostalgia d~llc. altezze per a\"er ch!amato questa p;cco– Ja cittadina (secondo che si legge nel· le ,-éclamcs delle ferrovie) e dle schOne Bcr~tadt Deutschlands ». I ricordi del tempo romanuco e quelli della giovi· nezza passata fra I caffè e le case degli studenti mentre l'unlverSità era nnco:-a in fiore deYono circondare ancora il suo nome perchè ciascuno, se !a nominiate in treno o altrove, ve ne parli con un sorriso o vi invldt J)erchè avete a mar· cirvi, uno dopc l'allro, gli anni della giO\'inezza. )fa !o ho dinanzi a me la rotografi.l.della cl.t.tà ,cosl come l'ho ve– duta per anni, dalla finestretta della mia camera nell'albergo posto sulla collina dall'altra parte del fiume, di contro al castello. E' una fotografia un poco sci.al • ba, non per l1 tempo ma per 1 toni egua· li il<!lla ne,·e che ?"!copretutto toglien· do il risalto delle cote. anche del profilo della collina, con n castello e gH alberi appena più scuri di contro al cielo cosl lat.Ug'.nosoche sembra la luce vi si sla affogata dentro, In fondo alla valle sl distingue ancora n tre:10, con un pen· nacchio di vapore appena più bianco ileila distesa circostante, un fischio re· stato così sospeso nell'ar'.a come esso rivive nel ricordo delle giornate lunghe, e delle nottate appena più silenti, quan· do nell'albergo vuoto non st sentiva, a tratti, se non quel fischio lungo, oppu• r.e I r!ntocch!. eguaH delle campane che cinque m\nuu tnnanzi e dopo l'arrh·o ' del treno av,-..?rtivano della chiusura del passaigio a livello. Nessun altro se– gno CM ,,._ta nell'albergo, non abitato durante tutta la suigtone invernale se non cla me e da un vecchio professore, dal qualé ogni sera mi toccava dl rl· sentire con un sorriso l'immancabile ,Witz sulla nostra quotidiana Zah11pa3ta, sul pudding, non troppo buono m ve· rità, anzl piuttosto s\mile a un eden· tifrlclo 1, con 11 quale si ch\udeva ogni sera la nostra cena prima che tornassi· mo su, lo a la,·orare, lui a scrivere a ~ua mogl!e ed al figl! a Berlino. )la lo non nvrel saputo proprio a chi scrh-ere. Ovvero sl sentlvano, a intervalli quasi el,'llaHdurante H giorno e fln dalle prl· me Ore dell'alba, 1 cantt cadenzati e a volte anche 11 passo degli studenti che eseguivano, In uniforme, H loro e S. A. Dienst >, O\"\•~ro quelli., sempre eguall. del solòaU, rimasti forse anch'essi per un qui}lche incantesimo sospesi nel· l'aria mentre andavano e tornavano dalle caserme ancora in via d 1 • amplia· mento, un poco p!ù gl,ùnella valle. Nel• (a città, se qualche volta vi scend-evo, . non vi erano quast, dopo che anche gli .ult.:!mlamici erano andati via. se non LA METAFISICA DEL TEMPO gli oggetti sono non soltanto tufTau in ess• ma anche comunicanti fra loro in ,~rtù di essa: essa è il comune mez· 1,0 che accoglie tutte le cose ed O ln·• f sleme lo strumento attraverso il qual-e esse comunicano. l\11 sl direbbe che tn un paese nordico l'atmosfera non già un:sce, ma divide. Gli oggetti e gli in· dl\'idui non sono più, come in un paese latino, naturalmente comunicanti fra d\ soldatl o studenti in uniforme, con un'aria da domenica (Il paese, con le servette nel costumi trad:zionali che vanno a spasso con Il sergente. Io sono riuscilo in ogni epoca della mia vita e sotto ogni cielo a non trovare li tem· po per con·cedermi (se non costretto dalla salute o da qualche altra ragione necessaria) una ,passeggiata, tn campa· gna con gli amici. o una ( !omeni.ca pas· sata in libertà (forse pcrch~ po~. a ogni autunno, risent'.re la poesia della est:ite fuggita e non vissuta, o perchè possa, gitmto In vecchi-ci;za,sentire la melanconia dt tutto c!ò che non avrò vissuto): ma. comunque, se un fr,orno dovrò òlscolparml dinanzi a D!o della vita che m\ ha donata e che non 1wrò meglio adoper:1.ta . non sarà, lo penso, d: quç-gl! ann\ che dovrò maggiormen• te d~scolparml. Cosl lo passaYo egual· mente le mie g!ornate. <Hstesosu una Ko11tschc sotto le cortine bianche cleila finestra, a prendere appunti o a scr1,·ere. Da quale abisso cli un tempo or:rnrnl dimenticato ritornano quelle ore! F.sse sembrano ritornare a\"\"Olte come tn una nebbia che attutlsca l colori e qua~i Yelt la ,·oce delle cose. come avviene <li oggetU che non sono più vlv1, presen· u, ma si sprofondano \n giri Ientl nel– la cheta ac<!ll3 ò-e! nostri rico:dl.. O forse che risorge In me, e mi preme sulle orecchie, quasi come cosa fls1ca, t1 silenzio m qu~lle ore? Vi è una spe· ciflca ct atmosfera ,, tedesca, che sembra prendervl e prendere insieme lo cose appena che, passato Il confine, s!ate t:ntrati nel mondo tedesco. La !mpres• slone è, sf direbbe, prima udit\va che non vis'.Ya: e \ 1 e ne accorgete qmrnrìo, ritornando, dopo un soggiorno lungo In patr!a, YIparrà non soltanto (se avt– te la fortuna di tornare in una bella t:,'10rnatad\ sole per la R!\•iera di le· ,,ante. e non, come troppo spesso av· viene, per la eguale e monotona linea che corre fino a Bolùgna) che una ca• teratta vl. cada dagli occhi d!nauzl al miracolo nuovo d€lla luce, ma vi pa?Tà anche già Innan~. con la prima corsa vertiginosa del treno dopo il traforo del Sempione. che qualche cosa vi si sch:anti dentro per l'effetto della dl· scesa sull~ orecchie, ed lnS:eme che gH oggetu si risveglino quasl da un sonno riprendendo un loro suono di· loro, immersl o pfo11gds nella luce, stinto, come d1 cosa viva. Entrando nell'atmosfera, che non t:'tnto vibra dl con la ferrovia In Germania, persino eS9!. quanto è essa stessa vibrazione; ma u • treno cessa repentinamente di can· ;1ppatono come separati o lontani fra tare e di caracolbre come fino a qui di Joro l'un verso l'altro assenti, quasi' a,•èva ratto. ed assume una sua cors.1 in se stessi Irrigiditi, cosl che la comu~ barbogia ed eguale, alla quale s1 ac· nl.c:izlone reciproca sembra essere non comp:lgnerà tra poco, come si prende già la loro condizione naturale. ma un la pianura, un sibilo caratteristico !un• l)rob?tma. go ed eguale. che non proYlena dalla Pers:no Il tempo, che In Italia «cor• ~~~~ic1(,~~1r,è n;a~::~~ ~~~teV~~r~a;r. f!c:nJ~s! ~{~ 1 ;a~~~ret)~?'~~::tl~n3f\l~ più velocemente, e negli ultimi anni cantata fn cui fra il sonno delle cose corrono alquanto p!ll lentamente che nnche esso scorra.quale una fiumana sl· in Italia) ma si genera. se mal non in- lent-e. In una atmosfera per cosl dtre tendo, per un:i ,·1braz:one del tronchi aperta. o sonora, quale è il c!elo, U pae-, delle rot.i!e p!ù lunghi che non in lta· saggio, l'atmosfera d'Italia le cose sono i:.a e. mi si diCe\·a, saldati fra di loro presenti con 11 loro suono vivo; ma in Persino dagl: alberl..1 cupi cd \mmobl· Germania i rumori. confusi e cupt delle li Kfe/er che t.1nto amano i· berH· cose lontane vi arrl\'ano come Il sus• nesl. e che si accompagneranno a de· surrl.o dl. un passato. Il tempo è pcrclò st:a e a stnlstra del treno a perdita In Jtalla presenziall.tà mentre esso, in d'occhi.o, dopo che fin gli ultimi con· Cerman:a, scbrrendo e perdendosl In trafforti dPlle Alpi si sono perduti nella una vita presto passata e fln'.ta. si fa pianura sempre ugi-iale,sembra chi! sia eternità. L'lncih•tduo stesso è perciò rHuggHn la vita o che· essi reseno 11 in Italia untto e confuso con la « bella p\etrtflcau in una loro attesa 1mmota d'erbe famiglia e d"animal~ 10: esso stes• di contro al cielo. Borgese. I.I cu: O!'f'C• so non è se non un incHviduo di questa chlo. dopo una stag1one pnssata nella famiglia, da essa distinto ma soltanto ca)Y.tali!nordica, era da prlnclpto « vl· perchè vlYe In questa su:i unione - e ziato cla quelle cupe risonanze IO « ornt· lotta - con essa; nella eguale planu– tate di silenzio» ha Inteso In alcun! ra e distesa del settentrione, dove l'ln• verst la poesia del concerti romani: dh·U:luonon \'ede che se stesso di con· Solo dopo alcuni zunuhl sonni e risvtgU t:-o al cielo. esso non è « individuo IO se rquleti non in quanto si ritroYn, separa,to o ISO• ho cominciato a capire f concerti dei lato dagli altri, cl\ contro ali eternità hnaWnJ romani. del Dio. Non è perciò meravlglla se ~n le· serve chf battono sui balconi , tappeti, Germanln sl rHrov! non soltanto d.'.l. og• e ulù 11 cl giardino il latrare ozl~s?~~t 1~ ft~r~ »p~~~i~~~\.\ 1 u 1 ci~{ ~~~~t;, ~frcÌ~Ì le melopee paretiche della venditrice di e tempo> con l'c eternità :1, che nel la• • fclcorla :tno si presenta come risolta nel fatto rimata dal remoto arucnttno plct·."liare di p forse rischia di non ritenere neanche hm maglio, più Il senso di un problema ....-Nonsol• iJ nobile lamcnt•o dello scopare i11tcrrorto tanto He:degger si sforza di Intendere (da un raglio qunle sia Il r:ipporto del!'« essere• col d'asino, &imile a un appello di sardonica « tempo>, e. Oell'cindividuo 1 col e nuf• (g!Oria ... la>, ma già nel giovane Heget si rltro• va 11 problema e la dlffu::oltà dl r~sol· vere quella frattura dell'Individuo cor tutto. che nel mondo latino si presenta (forse troppo immediatamente). co– me naturalmente risolta. Ed è forse \n una Simile2tmosfera, mentre che ascof~ tavo, a sera, il fischio del treno su nelln cameretta sllenzlosa, che si albergava nel mio petto l'implorante sguartlo di Alcioneo e guadagnava huova forza dl suggesuone, in me figliuolo dimenttco del sud, la :illuclnata visione di Klf!r· kegaard. Veramente questo ciclo italiano pare 1m roono che ti JrcscQ vento tra.st ·o1tindo con [bacchette ()doroae pcrcuo1e!/ ... Ciò che costituisce la Germania è \n primo luogo la « atmosfera :1 tedesca. Non pure quella che, 'azzurrina e den– sn di ombre. smorza i colori e presen• ta problemi nuovl per H pittore italia• no, ma QJ.iellache grava, quasi corpo fisk'o, sulle orecchie. La atmosfera, tn un paese latino, unisce, essa è infatti In primo luogo un ve'.colo per l suoni; FRANCO LO>IBARDl giusto premio In cielo. della sua i:ene- TEATRO rosa azione. . Glielo annunzi.i lo sposn tornata da– gli spa~ siderei a confortaro le sue estreme ore, come sempre era venuta, quando la tenace memoria del suo an• tlco innamorato ra,·eva evocata. In questa commedia le presenze <l'oltre• tomba si mescolano al casi degli uoml· nl vivi cOme tn tutte le tnvcnZ'loni po– polaresche; 1 fantasmi sono doclll al– l'amorosa fant?.sla del loro cari e scen~ dono dal loro O!eto.Si tratta dl un cie– lo reperibile, a Portata dl deslcler'lo; la morte, In Questa atmosfera è evento dolce; l morti non si dipartono dall'o• r-izzonte dei vivi; ma sono viglianti ed affettuosi come furono prima del tra· passo. Animismo primitivo auesto che piacque sempre alle donne, che non riescono a concepire la morte se non in forma concreta e amano continuare l'affettuoso dialogo con l defunti sulle tombe e sui residui segni del loro pas– saggio te1Ten9. compie nschiose imprese anche tn pa– tria. La casa americana è accog4jente; è una casa cli un paese ll.bero dov~ la vita scorre ~za le angoscle a cui l'EU• ropa è sogeetta da qualche tempo; la vecchia suocera è arztlla, vanitosa, leg– germente bisbetica ma di cuore dolci&• simo; Davld cognato di Kurt è giova– ne avvocato di grande avvenire. tnna• morato cH Marta, per il momento sua ospite col mnrtto, conte balcanico. ex diplomatico informatore segreto della ambasciata germanica. Il conte appura facilmente il vero essere dl Kurt, lQ ricatta con la minaccia dl una rlvcla• zlone ai nazisti sulla missione che sta per compie~: il salvataggio di due amtci caduti negli artigli della Gesta• pa. Kurt amnrnzza li conte e fugge. Pri– ma di anelarsene, patetico addio alla moglie, al figlioli, alla gradevole casa che troppo breve asilo ha dato alla sua travagliata esistenza. CATENE, S UL film tratto da Catene dl Alan ~·Langdon Martin, piansero molle tenere antmc. La commedia 1--U· soitò a teatro minore cominoztone forse perchè t.uttl gli spettatori avevano già 1 vtsto H film; e le commozioni di secon• do crado sono sempre più tenui, la ca• tarsi avendo i:tà operato valldamentc fa prima ,·olta. Poi, subentrano nel tu· multo degli affetti, I più placidi e sere– ni appelli alla mnllnconla: sospiri dol• .citiSlml,ma senza pianto. Le catene nella commedia sono an. tiche e attuali, della terra e dell'emnl· reo, degli uomini vivi e del fantasmi. sono catene dell'odio e dell'amore che come sempre accade confondono 1 loro anellt al punto da rendere 1nesu·1cabl· )e il groviglio. Nella vita vera e ne!_!P ve-re opere <l'arte che ne interpretano i modi concreti, 11conflitto eterno tro– va solo so1uz1on\provvisorie che cl am• mondscono sulla Jmpossibtlltà dell'im• mobile composizione. :Manelle comme– die come questa che abbiamo vista alle Arti l'elementare armonia O ottenuta con la soppressione di uno del ter• mini. L'amore e la pace trionfano, cie• .lo e terra e uomini vivi, cessano d'un tratto la loro perpetua guerra e n buo– no. l'onesto. Il giusto r!prendono !o sperato sopravvento. Gentlle 111uslone delle anime semplici; e Questa ·è una commedia per anime semplici che sem• pre cllmenticano che Il bel sogno è an• .tlco come 11 loro candore. La vicenda ha un prologo in clelo: cl sono due anime che. parlano, a tea– tro buio affacciate ad una finestra del• l'em1>ircoa due met1i dal suolo. Slcco· mc le eteree presenze soffiavano .ippc, na le loro nostalgte terrene. tra 1l con• fuso scalp!cclo <lei ritardatari e il ru• more' delle sedie smosse. la velata a P.a1euca voce di .Vi.V!Gioi, che ab.bla- mo poi r!conosctuto nella parte della protagonlstn. i:•iungeva al nostri attenti ore-echi, come un confuso e !ncomoren– slbile sussurro .. Ma comparsa la luce. abbiamo ritrovato l'attrice In un g\ar dino fiorito accanto a due vegltardl ve-– neranòl che erano Vittorio De Sica e Paolo Stoppa, I due vecchi sono: uno. zio della J;?lov::inedonna e l'altro un medico suo amtco; uno di QuegUarnie! coi quall st è trascorsa tutta la vita e che Si amano e si detestano al tempo stesso. I due si blsttcclano <:onUnua• mente, come sempre accade tra vecchi, per cose gravi e futili con la bell'a1mo– nla di saggezza e di puerilità che ren• de am.tbtl!sslme Queste esistenze In declino e ispira un sentimento misto di riverenza e fraterna tenerezza nei glo\•anl. De Sica e Stoppa furono feli• clsslmi e arguti lhterpreti del duetto; De Sica aveva un'andatura legata e presuntuosa. e a scatti di impotente energ!a come si addlcevano al tempe-, ramento, e Stoppa sapeva contenere la sua troppo facile comtcttà, per diven• tare esattamente tremulo cd ostinato. ma con una punta di s.1ggia bonarietà. Su questi due vecchi Incatenati dalla loro !nfrangtblle amicizia, grava un rl• cordo comune: lo zio della ragaz1 .. a, cinquant'anni. prlma presente il dotto– re ebbe la fidanzata ucclsa durante la cenmonla nuziale. da un rivale r.esptn– to. Ora, guarda caso, del figlio <ll que– sto rtvale odiato di inesttn~ibtle odio per mezzo secolo, Si Innamora la dolce nipote. Il vecchlo si oppone natural• mente alle nozze: ma Il vecchio dottore. che diventa amoroso t.ramlte del due ragazz.\, perchè ha Intuito la serietà dc\ ,,;.ncolo sentimentale. vorrebbe In• durre H suo amico a perdonare. Aiutan– do Ja guerra, una grave ferita del gio– vane Innamorato, la fedeltà della ra• gazza. le nozze si profilano concreta• mente al terzo atto, ed ti vecchio che ha sapu10 finalmente perdonare, avrà Il regista Ettore Glan,11inlè riuscito con bella sagacia a creare per ti lavo– ro un ambiente dl antica provincia an– glosassone e a dare un carattere uni· tallio agli elementi, di volta In volta sanguigni e llllali, della commedia. Le dissolvenze cinematografiche rea– Jizzate con mezzi certamente lnadegua– tl non Potevano perdere, come talvolta accade sullo schermo. Ja rigidezza mec– canica del passaggi. :'.'.la la voce c-~mtan· te e un po' velata di Vivi Gioi che fu « sposa uccisa ti di delle nozze 1, I.I suo fantasma, e la tenera innamorata del· l'ottimo Leonardo Cortese. rluscl a far• cl ricordare quella dei mortl come la co!1oscemmo ne! sogni dell'infanzia. GUARDIA SUL RENO Kurt Mtiller è un ingegnere tedesco antlnazista che ha spesato venti annl prima una ragazza americana dalla quafe ha avuto tre flglt. Daf giorno <lei• le nozze la moglie non ha rivi.sto l:i casa paterna; vi capita col marito e 1 figli in una delle tante peregrlnazlont dovute alla difficile vita di Kurt che è uno Joi membri ptù attivi della resi– stenza tedesca al nazismo e che spesso La commedia di L. Helmann data ai Quirino era anch'essa nota per una versione c1nemato1:rafìca che, a onot del vero, risulta pJù gradevole e me– no retorica dell'opera teatrale. Dialo– go di una banalità desolantè; non un moto d'anima autentico, non una hat• tuta che fosse non prevedlblle,. che non si sgranasse sul !actlc binario dl un repertorio <li frasi consunte. Gencrlco e superficiale U programma polltlco– morale che Kurt espone; senza dram• manco rille\·o la sua eSistenza, tutta espasta, di cui sulla scena non giunge che Il riflesso, nel pianto della deso• lata moglte, nelle tndlscreZionl ciel ra• gazzt. I quall, forse, con fa loro pre– coce e comica saggezza costituiscono la parte più prege,·olc del lavoro. Carlo Nlnchl, che era Kurt, interpre,, tava una parte indubbiamente non a– datta al suo tempernmento. ,vanda Capodagllo era la vecchia suocera, ar-– guta, spigliata, plena dl un brlo tutto italiano; eccellente la r~itazlone della Borboni e della De Gtorgt, Ruggero Jacobbl ha diretto con ln– tell\gen·za, sottolineando con perizia quello che tJ lavoro conteneva dl pslco– Joglcamente accettabile. FRANCESCO JOVINE

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