La Nuova Europa - anno II - n.10 - 11 marzo 1945

LANU01t4 EUROPA SETTIMANALE DI POLITICA E LETTERATURA 8PEOIZ10SI IN ABBOS. P03T,\I,. 'ANNO II - NUMERO 10 ♦ ROMA - 11 MARZO 19-1.5 ♦ UNA COPIA L. 10 IN QUESTO NUMERO:· PIL~RzOz 0 PACOALORIGT.!;OA~,!; 0 EO., . pP.A 5 . questi rappresentano nel governo. Pos• .-.. ... ,., siamo dire che ll secondo gablnetto r-Ìri tuare ti loro programma nauonale. a -,., non per accaplrrare l)Ostl e conqulsta· ,._ ~ re po.siziont. La democr::i:zla italiana .'.:. LUIGI SALVATORELLI : IL PRO. BLEJ!A DEL GOVERNO. p, l GUIDO DE RUCGIERO: RIEDUCA. ZIONE DE.I GfOVANI: LO SCOUTISJ!O .•• , p. l • .. : f.,A SETTIMANA • , . p, 2 FRANCESCO GABRlELI: PRO 8 LE· Ali DEL Vlc:7NO ORIENTE p, 3 GUIDO GIGLI: LA SITUAZIONE A!ILITARE , .• , •. p. 3 .WOLF GIUSTI: PERCHE' IL FA· SCISA!O NON VINSE IN RUSSJAr : ..•.•. ,p. 4 'A FERRARI: RIPRESA ECONO• Al/CA /.\'TERNAZ10N.4LE p. 4 o VITTORIO G. ROSSI: RITO R ~' O . DALL'APPENNINO •• p. 5 FRA~CO LOllBARDI : LA META. Bonomt sta una coalizione trlnlt.arla, F 1 s 1 e A DEL TE Jt po . . p. G da cut emerge una dlarchla. E' ugnal- FRA~CESCO JOVINE: TE A T R o P- G ~~~7t~ ~~a~~l~~~:;•1 :,i~o~.~~n~u:~~ FRA:"JCESCO FLORA: V I AGGI o DI cordl, celino le· debolezt.e dell'azione FORTUNA (IV) • . • , . p. 7 governati\'a, o ne difendano gli errori, GUIDO PIOVENE: ART E. • , . p, 7 sia che, In una spe<::ie di divisione di BARBARA ALLASON: LE T Tlf: RA· ~~~~i-n~~c:~!ft~ e:~ z~ p~Q~:~w• :/ TURA TEDESCA • • · P· 8 rorl, facendosene contep0raneamentc. g al di fuort, asprt censori presso fopl- LO STORIOGRAFO: so Lu z I o NE . nlone popolare. DI MASSIMA DELLA QUE· STIONE ROMANA .• p. 9 ETTORE LO GATTO; TOMMASO JIASARYK .p.9 PIERO CALA~tANORE[: SULLA R I• F OR J! A DE I CODICI • • p. 10 GINO VISENTI:-11: UN A PI U' AL· TA EDUC.:AZJONE INTEL– LETTUALE ...• , , . p. Il sarà ciò che saranno l partili che la compangono. Questi hanno ancora mol- to da imparare; tn qualche caso - per. quella che passiamo ind1,are come de– mocrazia laica non classista - debJ». no ancora prendere coscienza di sè me- desimi. o ' Noi non abbiamo invocato o depre-----'? __ cato crisi; abbiamo posto un problema di governo, anzi li problema del gover- no, lasciando ai parttll decidere come risolverlo tir:uardo alle combinazioni ministerlall e alla scelta delle persone. Una crisi <.IOPO l'intimazione della plaz• za e nnvas:.one del Vlmlnale sarebbe st.ata certo cvsa 1>art1colarmente dett• cata. I quattro partiti della coalizione governalva hanno ora riconfermatv la loro solidarietà mlnisterlale e la fidu- cia nell'on. Bonomt. Prendendone atto. noi dobbiamo dichiarare che la toro re– SJ>onsabilltà,vreclsa e gra,,e per li pas• sato, dh·lene capitale per il futuro: IL PROBLEMA DEL GOVERNO E' inutile invocare l'epurazione de– fascistlzzatrlce, (che avrebbe do,•ult) e3Ser com1>1.uta rapidamente e'gludlzio– samente). la difesa democratica, la ri– messa ln vigore dell'apparato ammlm stratlvo se non si risolve a problema di governo. E Questo a sua volta rlchie de due cose. congiunte: ricondurre, o condurre, tutta Ja situazione politica alla lettera e allo spirito del comJ>t'O· messo di giugno: asstcurando a un go verno autenticamente democratico 1l pieno ed esc\uslvo controllo cll tutte le forze statali. fuori dt ognt lnfiltraztone dinastica. m\\itarist!ca o comunque rea· zionarl.i: costltulre un corpo di go,·er• no efficiente, nel capo e nelle mem 1 >ra, dotato di quelle Qualità dt sacrificio pa– trlottlco. di lealtà, di energia, senza le quali li nostro paese precipiterà al fon· do della china. Slnmo all'ora undecima: la òod!cesl• ma scoccherà con la Hberaztone del l'Alta !talla. Gu.11 se cl lasctamo co– gliere hnpreparatl! L'avvenimento fau– stissimo pow-ebbe tramutarsi in disa stro. J nuti!e, e <.lannoso, far retorica col e vento del nord•; ingenuo e peri· coloso credere dJ risoh·ere li problema governatt,·o italiano, gonfiando le gote, insccmmdo cortei. e peggio ancora in· v-adendo ministeri. Comprendiamo gll eccessl della Indignazione legittima po• polare: ma I 1>arUt1debbono guidare, n"n seguire; governare. non soggiace– re; cootrulre, non declamare. Essi deb· bono lavorare per la nazione, per at• mancare ad essa slgn!fichcrebbe ren· dersl e re! di stato• verso li popolo lta• l!ano, la cui esistenza, come popolo H· bero e padrone di ~- è posta. ln gioco. Sta bene tm·ocare l'ordine pubbHco, la rinunzia agli lntervenll dl piazza. la continuità governativa, la difesa della democrazia, le necessl~ dt guerra; ma quan<lo chi parla òi tutto questo, aven- L A nostra Si.tuazione p0llt1ca tnter· na, alla luce degll ultimi eptsodt, può rappresentarsl come crisi di &'Ospettoesasperato e dt sfiducia radi· cale. La parte politicamente più sen· sibUc del paese sta perdendo raI)l.<.la· mente ogni speranza nell'opera dt epu– razione e <.liricostruZione, e ogni gior– no più inclina a credere che H gover– no sla succubo. se non addltittura complice, <.Ilun neo·fascismo in ascen· sio~~·racMceprima e più lontana del ~– spetto e della sfiducia appare all'osser– vatore obbletllvo nella permanenza dl· nasuca a capo dello swto. Potchè la monarchia era stata intimamente le– gata al fascismo, e al disastro nazic> nate, tipicamente fascistico, del settem· bre 19-13,era in~vitabUe 11 sospetto che essa avrebbe ostacolato l'opera dl epurazione per il Umore di esserne, a un certo punto, direttamente investi· ta. E p()(chè la monarchl3 vedeva Po sta in Questione la sua stessa eslstenza dalla risurrezione detla vita J)Olltlcaita· Jtana, non si Poteva non pensare che essa avrebbe cercato òl controllare e deviare a suo 1>rofittola l'licostruzlone <.lemocrallcaOc!paese. Se sl voleva ini– ziare epurazione e ricostruzione ln chiarezza e fiducia, sarebbe occorso. - e per conto nostro noi propugnammo, doPo \I disastro di settembre, - l'ac· cantonamento della monarchia con un governo provvisorio. L'accantonamento, - che l monar– chici autentici avrebbero <.10,·utodo– mand:::ire per primi. - non si ebbe, per ragtçmi intcrue ed estere sufficien– temente n8te a tuttl. Se 11rave fu la responsabilità assunta dalle forze po• lltlche <.1tchiarate1iin linea di 1mlncl· pio contrarle all'accantonnmcnto, con· viene anche riconoscere che la sltun· zlone \tal\ana era diversa da quella greca o jugoslava. E in ogni caso non si può applicare alla situazione modi• flcata dai fatti compiuli lo stesso cri· terlo che valeva per quella iniziale, e tornare oggi, puramente e semplice· mente, a domandare l'accantonamento. Oggl, l1 punto di partenza non può non essere tl compromesso del giu– gno 19-1-1. La tregua istituzionale, come fu al· lora stabilita, era naturalmente con– ~unta a uno stato reciproco di diffi· denza. Questa però fu grandemente ac– cresciuta dall'agnosticismo che due del maggiori parltli <'.redettero di adotta· re clrca la auestione iStituz.\onale, agno– sHctsmo non affatto 1ichlesto dalla tre· gua lstltuzlonale medesima. La quale anzi sarebbe stata molto J)lù sincera. molto ptù efficace, se conclusa fra par– titi schierati ciascuno su una precisa posizione. L'agnosticismo liberale e de– mocristiano creò confusone e accrebbe ,u sospetto, e la sua influenza st estese fin·o all'estremo oppasto del campo po– 'l\tlco, con l'atteggiamento <.leicomuni· stl, repubblicani di principio bensl, ma che il loro repubblicanesimo metteva– no, diciamo cosl, in soffitta, o almenc, in sordina. ESSi non si resero conto che la loro vigorosa e patriottica cam· pagna epuratlva e rlcostrutUva venlva cosl a difettare dello sfondo Politico necessario. L'ordine democrattco provvlOOriosof– ferse e soffre di Questo agnosticlsmu e di Questo mancato approfondimento poHtico. Ciò si vede particola1mente bene nelle forze annate, delle quau avrcl>be dovuto essere assicurato il pieno controllo al iroverno democrati· co, fuori di ogni ca.ptazlone dinastica.. nello spir!to tl~ll'nutentlca tregua tst! tuzlonale per oggi e della costituente sovrana per domani. Solo a questo pat- do respansabllltà governative, non fa- cesse tutto il necessario per rimuove- re la causa più profonda di sovverti· mento, cioè l'opera dl forze occulte sa• botantl Il nuovo ordine democratico ltalhmo. allora quelle invocazioni dlver· rebbero un dlversivo IJ)OCrlt..1 e un alibi tnaccettabUe. !\tedltlno bene, l capi dei partiti governativi, le nostre parole: che non sono scritte a caso, nè per rare etreuo. Le meditino particolarmen- te i capi del tre partiti maggiori; I~ meditino· soprattuto i due vlcepresi• dentl Jet Consiglio. LUIGI SALVATOltELLl i~1ss{1z~;.1;~c ~;lr!to:zeu~:"~~~a n~~:: /.. ============""'=====,,..======= slme: nella realtà polltlca, le due cose ne facevano una sola. Avemmo Invece, per citare oualche ratto tipico, la cir– colare Orlando denunziante _(con tlµtca mossa dl pronunciamento) l'Infrazione della tregua lstltuzlonale; l'ostinato si· lenzio gornrnatlvo di fronte alla do• manda, - !Qgica, equa, modesta, - di una dichiarazione tnten>retativa del giuramento mllltare. consona all'impe gno solenne per la futura Integrale au· todeoisione popolare; l' tm·asione de\- 1'.-4vanti! da parte di forze a1mate del· 10stato. con il comunicato apologetico del ministro da cui Queste dipendeva· no e te mancate sanzioni. In verità, la fuga del generale Roatta non è un epi– sodio più grave di questi precedenti: ma s'intende perfettamente che esso abbia fatto traboccare il Yaso dell'in· cllgnazione. sebbene sia <.ladisappro– vare categorlcnmente J.a manifestazio– ne culminante di Questa, cioè l'inva– sione tiella sede del governo. o E' Questa esautorazione progressiva (che è potuta sembrare alla fine com· p\icltà) del governo democratico di fronte alla riscossa ncorascista Il pun– to più grave tiella situazione. E natu· ralmente la 1>rlmaresponsabilità, - la prima colpa. diciamo pure la parola. - spetta al governo medesimo, e per esso al suo capo. Sarebbe errore gravissimo credere che In un governo di coall· zione il presldeute del consigllo n,m abbia un compito <.l'insieme. di dire– zione unitaria, che fa di lui qualcosa di ben di più che un semplice vrimwi Inter pares. Il presl<.lente del consl!,fl!O impersona cd attua - deve attuare - l'unità d'azione del gabinetto, e la sua responsabilità solidale. Non poS9iamo non far riS<'llil'ea lul quella veramente straordinaria forza d'Inerzia per cui tutti i problemi più urgenti, più vttall della nuova Jtalla. vengono rinviati da un giorno all'altro. e li funzionamento elementare dello stato, per constatazio– ne comune, dopo nove me!'ìl dalla ll· berazloni. di Roma, è ancora cosl defi– ciente, cosi - potremmo <.lire- jm– palpablle. Rimane, anzi, a vedere se solo di forza <.l'Inerzia si sia sempre trattato, o se 110ncl sta entrato talora un elemento pos1tivo cli favore alle forze reazionarie. S'intende, però. che la responsabt• lità del presidente del consiglio, prima• 1,iae capitale. non e:ltmlna punto quel· le dei suoi colleghi, e del partiti che RIEDUCAZIONE DEI GIOVANI LO SCOUTISMO , L'ULTIMA domenica di febbraio I sfilatino e non se ne mostravano me– v'è stato a Villa Doria Pamphlll no soddisfatti, Alla fine tutti l rifiuti un campeggio del Giovani Esplo· furono porta(\ via, le tracce del fuo– ratorl (Boy Scou.ts) romani. El'ano chi disperse, I resl<.luldi legna rimessi quasi duemila ragazzi, per la mag· a 1>0sto,le ten<.lesmontate: il tappeto gior parte in perfetto equipaggtamen· erboso riprese li suo aspetto di prima, to. che avevano piantato le loro tende senza consel'var nessuna trncc\a del sulle pendici della pineta in una mat· passaggio di duemila ragazzi. E"' una unata quasi primaverile, Lo spettaco• sana regola scout che il campo debba io, nel suo insieme, era molto pitto- C$.$ererimesso a posto con cura scru– resco, ed offriva un godimento non polosa. minore nd analizzarlo nei particolari, Nel pomeriggio, l ragazzi diedero seguendo l'affaccendamento <1e1repar· spettacolo. SI raccolsero in unn vasta ti. Ve n'erano di tutte le specialità: spianata, formando un grande anfi· alcuni J>l'O\Tvedevanoa spaccar legna teatro, e Poi a turno i vari gruppi si per preparare la colazione, altri si eser· portarono al centro per dar prova ciel· cltav:mo a f'ar segnalazioni con le ban· la loro bravura, Anche qui, niente pa• dierc, altri impro\Tvlsavano barelle per rate o monotone. sfilate o rigidi. eser– tr:1sporto cli Immaginari feriti• i mari• clzl di stile bal\lhstlco; ma giochi alla narettl s'Ingegnavano a fare è n sci~ buona. come tiro alla rune, corse nei g!lere nodi complicati; t ciclisti porta• sacchi, salU alla quaglia; o sc~ne di ,;ano ordini e messaggi da. un capo avventure ..con sommari travesumentl all'altro del camp0; i telegrafisti lmba· da selvaggi, con camm~lli _egiraffe tn· stivano complicati problemi topogr:. 1• gegnosamente improvnsah. con cantl ficl, servendosi di segnali Morse· e cost della giungla; o quadri viventi, che li· via. Nell'Interno dei gruppi v·e~a mo!· lustrav'!no I vari articoli della l_egge to arfìatamento; 1 capi, che erano an· scoi,t. Erano presenti ell sindaco d1 Ro– ch'eSSli-del ragazzi, si facevano obbe- ma, il rapprcsen_tant Inglese <.lello dil'-e senza usare piglio militaresco; SC'?utlsmointernazionale, numerosi uf· regnava dovunque il buon umore non flc1ali ln~lesl e ~merlcanl. Una macchi· disgiunto J>erò da un certo tono di na da l'IP~esa cmematograflc<!;,manda• serletà. 1 grandi _ comandanti di re- t~ dal P\\ B, fissò 1 punti piu salienti parti, seniores, . ~~n~~1issar.1,- era· ~è\\~ ~ :-~~ct~ 10 j/~s;!!~~r d~~";-~~;r~ ~o m~s~ola_tlal 1agc1zz1, e, t~an_nequal• sentante Inglese, Il (Juate ebbe a dir· che 1<11.1em1n1sccnz? di ,1lt11 tempi ml che gli sembrnva un prodigio che spilitualmente lontani. non ost~ntava· si fossC potuto in cosl breve tempo, no autorllò e rlg\cle-.tza,ma lasciavano semr.a mezzi, senza aiuti. organizzare rare e davano un senso di spontaneità <Juemila scouts. anche a quel che si moveva con filt tn· visibili sotto la loro direzione. . o A mezzogiorno l la,·ori s'interruppe- 11 merito principale spetta all'asso- ro per preparare e per cll\'orarc un dazione cattolica ( Asct); mn anche il pasto frugale. I singoli reparti vi prov• corpo nazionale (Gei) s'è a<.loprato a vedevano ciascuno per suo conto; i più fare <.leisuo meglio, su scala Più rt· fortunati e meglio dotati avevano la <.lotta. La primn ha iniziato più tem· gioia cli accendere del fuocherelli e di I pesUvamente li suo lavoro cd ha avu· cuocervi In tegami e pentole di f'or- to l'opportunità di apJ)Ogg\arlo alle so– tum1 delle uova e 1>erfinodella pasta Ilde attrezzature scolastiche e parroc– asclutta e della polenta; 1 gl1 altri si chlali del cattollclsmo. L'altro invece, contentavano <.Il scartocciare qualche che se ne distingue per li suo carntte-

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