Critica Sociale - Anno XXII - n. 15 - 1 agosto 1912

CRITICASOCIALE · 231 nazionale, ma del tutto operaio, ed è quindi antimi- ·litarista e antipatriota. 1 Queste negazioni, e il carattere violento e distrut– tivo, fanno del Sindacalismo una derivazione del– l'anarchismo, commista di Krapotkine e di Eliseo · Reclus, e infatti i veri interpreti della C. G. T., Pouget e Yvetot, sono di origine puramente anar-. chica. Il sindacalismo detto riformista o neutralista pre– C?nizza u~'azione prudente e paziente, di organizza- . z10ne sohda, l'I!-antenuta sul. terreno professionale, p~eoc?up3:ta dei van~aggi immediati di mutualità e d1 sohdanetà, e perciò si sforza di condurre al Sin– dacato,. non le sole piccole élites, ma il maggior nu– mero d1 lavoratori, fino ad ora ostili· o indifferenti e di ottenere miglioramenti delle condizioni del la~ voro, riforme sociali, contratti collettivi: Quali le forze rispettive delle due tendenze? Nella elezi<:>ne (1909) del segretario confederale, Niel, ri– formista, raccolse 168.000 voti contro 100.000. I ri– formisti parre?berq maggioranza; rria n~i Congressi, n?n essend~v1 rapp~esentanza proporz10nale, e un S~ndacato d1 50 soci valendo quanto uno di 500 o d1 1000, le mozioni rivoluzionarie prevalgono semp-re. Qu'.1nto _all'avvenire l'Humbert, da cui togliamo quesli dati, prevede inevitabile l'evoluzione della Conf_ed'erazione _vers_o i metodi pacifici, non per mi– nacci~ g?vernat,1ve m_vocate dalla reazione, ma per le lez1om che 1esperienza non lesina ai Sindacati. C~rto è· intanto che il passato c1 msegna che il movimento prettamente operaio, staccato dal movi– mento politico socialista, è condannato ad oscillare fra i due poli opposti: del corporativismo o laburi– smo, che vive alla giornata, senza una idealità che lo ill1;1mir:ii e lo, es'.1lti, proi~ttandone nell'avvenire gli sfor~1.e 1 sa~nfiz1, e per Il quale ogni dedizione a p~rliti, a .ceti e a Q-ovè~ni di. qualsi:3-si c?lore è giu– stific3:ta col _b.ene~c10d1 un piatto d1 lenti, e del sin– q~calism? r_w_oluuonario, che, pur facendo leva sul– I m~op_pr1m1b1lea_ntago~ismo delle classi, procede nel! azione con. gh scatti_ ~onvulsionari, dell'esaspe– raz1~ne -anarch~ca, segmt1 dalle depressioni dell'e– saur1mènto. Ent~a.mbi spezzano l'1;1nitàdella massa proletaria, la uni~ità della sua a~10ne, per quanto complessa e mult1f_orm_e; entrambi procedono· per mezzo od a vant:3-gg1?~1 g_ruppi, d' élit~s, di categorie, di aristo– crazie pr1v1~eg1ate;_ entr~mbi_ lasciano la grande mas– sa proletaria fuori dell orbita dell'azione collettiva che deve f?r~arne l'edu<:az~o~e, la consapevolezza'. 13: corr:i,b_attlVltà; entrambi hm1tano gli strumenti a d1sposmone del proletariato per la lotta, la difesa e l'attacco; entrambi_, infine,_ p~r vie ·diverse, gli accrescono contro gh ostacoli: I uno raddolcendo i · rapp-orti a~t3:gonistici colla borghesia, o spuntando la combattività proletaria; l'altro esaurendola in sforzi sproporzionati al risultato che dà. L'uno con– ta· esclusi_vamente sulla saviezza della borghesia ..... democratica nel concedere, l'altro soltanto nena· esa– spe~azione del proletariato per strapparè; nè l'uno. nè l_ altro ha f~de nella consap~volezza - che si può e s1 deve fat1cosa~ente raggmngere dalla grande .. massa, per conqmstare, con la pressione dall'in– terno e dall'esterno, gli organismi della società e trasformar.li a sua ·posta. < SeI!,te il rartito del lavoro italiario il formidabile dopp1_o ·pencolo a cui va incontro, di irrigidirsi nel . veccluo Consolato operaio o di venir divorato dai sindacalisti? ' ALESSANDRO SCHIAVI. LEORfiANIZZAZIONI PR LETARIE E LACOLTURA.POPOLAR Un grande Congresso alle viste. Non t?c.e,_~?!&rado_ 13: stagione. politica nemica alle grandi 1mz1ative d1 riforma c1v1le, lo sforzo dei volenti, che si consacrano alla redenzione delle plebi per la via dell'elevamento intellettuale. Q.~esto mo_vimento, quando sia largamente inteso, è, d1 necessità, collaterale. e, a dir così, comple– mentare e subordinato di fronte al movimento eco– nomico e. all'azione è all'orientazione politica, sia dello Stato, sia delle classi proletarie e delle loro organizzazioni. Intendiamo significare che, anche in 9:uesto come m ogm c_ampo detla civile evoluzione, 11 coefficiente economico, e il coefficiente politico .che è la conseguenza e il riflessQ_, clel J? ffl.it: l~ J.ft: , . g~no nat~ralme~te, _se_anche velatamente; ·~11;-rtre&-• mm10 sui coefficienti d1 ordine tecnico e mo'rale. · ]...einiziative, anche le migliori, dirette a: control– lare, int_egrare e fortificare la scuola del ·popolo, a prosegmrla àl ?i. là d_ei,limiti str~ttarµe.Hte legalì, a suscitare negh mdott1 I ardore dello studio e della buona lettura, a diffondere una co']Ì,ura modesta ma seria negli strati proletarii di cftt'à e di dun– pagna, ad avvicinarne le fonti ai lavoratori adulti cui la_prima scuola mal provvide e che alla scuoi~ • - prornamen~~ detta non saprebbero tornare, a or,,- .Y . gamz~are 1msegnamento profess10nale, a edulco'~:>: ra~e 11farmaco dell'istruzione e dell'educazione per gmsa che anche i più induriti nell'incoltura si sen– tano attratti ad accostarvi le labbra - tutte queste m1z1at1ve, anche le meglio pensate, e svo,lte con assiduo e passionato intelletto d'amore, trovano nelle condizioni economiche del proletariato e neÌ suo grado di valore politico, il limite ferreo che a dispetto di ogni buon volere, ne misura 'fatai~ · mente e ne modera l'efficacia d'azione. Così, dove coteste condizioni sono più arretrate dove ancora 13:coscienza di_classe proletaria è te~ nacemente soprta, dove e finchè tutta o quasi tutta l'energia nervosa dei lavoratori è assorbita dai lun– ghi orarii e dalla estenuante fatica del lavoro mu– scolare, e le ·indus_trie poco sviluppate non richie– dono che un 1mp1ego grossolano delle loro più grezze facoltà, e la coltura rimane il bisoo-no e il privilegio di pochi solitarii, alieni dai c@1:tatti col P<?Polo,"e -l'af!1biente ·popolare è deserte· di c-gni stimolo a desiderarla, a rintracciarla ad apprez– zarne il valore - ivi la scuola se a~che formal– mente obbligatoria, è, per la 'gran massa, una pretta menzogna, una mera convenzionalità buro– cratica, senza relazione e ripercussione colla e sulla vita collettiva. l~ un inutile tedio inflitto ai fanciulli del popolo, i. quali, tosto che ne siano usciti si affr_ett_an~a s~uote_re dai torpidi cervelli quei ~al ass1~!latI detr1li ~1 alfabeto ~ di nozioni posticcie, cl~~ 1msegn3:nte vi h_a deposti. Rappresenta, tutt'al pm, un serv1z10 d1 ncovero diurno dell'infanzia la c~i s_ola o m3:ggiore utilità sta nel dispensare i 'ge– n~tor:1da ogni cura della prole, consentendo al ca– p1tahsmo d1 sequestrarne l'intera giornata sui solchi e nelle fabbriche. . A maggior ragione, in ambienti e in condizioni siffatte? la propaganda e l'azione della coltura post– scolastica non trovano aria respirabile. Mancando o fallendo ~l suo sco~o la scuola, tantopiù deve man– ~a~e o fallire tutto ciò che vorrebb'essere una pro• 1e_z10ne un prolungamento de~la scuola, e che quin– di ~a.Rre:'uppone. In t~le st3:d10 economico-politico, le 1mz1alive, delle quali parliamo, o non sorgono o, I I

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