Critica Sociale - Anno XXII - n. 15 - 1 agosto 1912

232 CRITICA SOCIALE quando sorgano, assum<;>nodi necess)tà. ~n carat– tere meramente filantropico quanto ali or1gme loro, e aristocratico quanto agli. eff~tti. Le mas~e, del tutto impreparate e refrattarie, nmang:on?, d~ fron~e ad esse, interamente passiv~. Anche .1 g10rm d1 ri– poso festivo o di fo1:zata d1so~curaz10ne l_l~h ven– gono utilizzati a sveltire ed arncchl!'e ~o ~p1~1to,.ma le donne si dividono fra le vacue funz1om d1 chiesa e i più umili lavori domestici, gli uomini. attrae I.a taverna od occupa quell'ozio beota, quell'intonti– mento tristemente apatico, che si nota sovente pas– sando la domenica pei sagrati dei nostri villaggi. E questo fu, pur troppo, lo spettacolo offerto dalle classi lavoratrici di gran parte d'Italia fino a or son P?chi. a~ni, a dispetto. d~l r.ig?glio già note:'ole d.ella vita c1v1lenelle magg10n c1tta e fra la ·media e ncca borghesia. Ci è voluto, da un lato, il risveglio delle industrie, intensificatosi nel Nord, e il conseguente diffondersi della organizzazione di resistenza e della propaganda socialista, e, nel Mez.zodì, sebbene più lento e meno sensibile, un tal quale aprirsi degli spiriti dovuto all'emigrazione, perchè' il problema della scuola e della cultura uscisse dal limbo dei libri aei pedagogisti e· delle gride spagnole della legislazione, e cominciasse ad affermarsi, a viverè, ad· imporsi, a interessare qualcuno - a interessare, sopratutto, gli interessati. E ancora questo effetto fu lento, dapprima inav– vertito ed inavvertibile. Lo stesso movimento ope– raio di difesa di classe non sembrava, agli inizii, avere il sospetto della· necessità e dell'importanza delle forze, che avrebbe potuto derivare, pe' suoi fini specifici, da una coltura più diffusa. Sembrava alle masse, e a molti anche dei loro organizzatori, che la resistenza fosse tutto, bastasse da sola. La coazione politica e poliziesca, che la attraversava in mille guise, rinforzava cotesto preconcetto, dandogli apparenza di verità. Chi scrive ricorda i primi ten– tativi da lui fatti - or sarà forse un v,entennio - per stimolare le Camere di lavoro, allora, nascenti, a valersi - gratuitamente s'intende - pei loro or– ganizzati, dei libri che già allora qualche Biblioteca popolare s'era indotta a mettere a loro disposizione, Fu un insuccesso, una delusione completa; da far cascare le braccia per l'eternità a chi, nelle proprie circonvoluzioni cerebrali, non avesse, ben pronun– ciato, il bernoccolo dell'ostinazione. In pochi anni le cose ·mutarono radicalmente. Vi contribuì, senza dubbio, lo svolgersi lento ma assi– duo delle industrie, del benessere, della civiltà in generale. Fu decisivo il conquistato beneficio della libertà di organizzazione e di propaganda, Essa non solo liberò una parte delle forze operaie, assorbite prima dalla lotta contro le coazioni del potere; non solo conquistò, a importanti frazioni del proleta– riato, qualche maggior agio o minor disagio di vita, us~fruibile per i bisogni dello spirito e per l'arric– chimento delle capacità tecniche operaie; ma, più ancora, permettendo il libero gioco della resistenza e. degli scioperi, diede la misura della loro potenzia– lità e dei limiti di questa, più angusti nella realtà che non li facesse supporre, dissimulandoli, la co– s ~rizio.ne politica de.I periodo antecedente. La orga– n!zzaz10ne e la resistenza operaia cominciarono a d\ventare una tecnica, ad aver bisogno di una tec– mca, nella quale un certo grado di coltura elemen– •tare, specialmente economica, e di accortezza e di tatto, anch'essi inseparabili da un rudimento di col– tt)r~, almeno nei diri~enti, è un elemento imprescin– chbile. L~ povertà d1 co.ltura fra i segretarii delle Leg~e e I rappre~entantJ_ delle organizzazioni pro– letane è ancora (m relaz10ne diretta coi miseri sti– pendii loro assegnati e collo scarso numero e i più scarsi e incerti contributi degli organizzati) una delle cause capitali <lolla inconsistenz'.1 ~ d~lla po~a co~– cludenza del movimento prolotar10 1tahano. 1 ut.tavm de' progressi notevoli_si fecero _anc_he in q~iesto enm– po e, almeno, la deficienza oggu~m è sentita, don_un– ciata, confessata, deplorata assai largnmente: pruno passo per recarvi riparo. Anche la lotta dei partiti, la propaganda socialista, or più, or meno viva, la passione suscitata por le battaglie elettorali, politiche e amministrative, con– tribuirono a risvegliare l'anelito verso la coltura popolare. Non soltanto per l'insistere di quella propagànda sull'importanzn della scuola, su i do– veri e le colpe dello Stato e dei Comuni in questn materia; non soltanto per lo stimolo, esercitato a questo fine, dalle nuove energie battagliere, sulle amministrazioni locali ed in Parlamento; non sol– tanto per l'influenza indiretta, spiegata da nume– rose leggi ed istituti sociali, che ne furono la con– seguenza, e a profittare dei quali l'ignoranza delle masse appariva l'ostacolo maggiore; non soltanto, insomma, in ragioné dei 'success'i che èjuel'la pro– paganda conseguì, .ma eziandio, forse più, in ra– gione dei suoi insu.ccessi. Nessuno, meglio dei propagandisti ed organizzn– tori e rappresentanti delle masse serii e coscienziosi, ha potuto e dovuto constatare con rammarico, quan– to influisse la generale inco.\tura a frustrare !'.opera loro e lo sforzo e il sacrificio durati dalle avanguar– clie lavoratrici; come il miglior seme cadesse sulla sterile arena; come l'inintelligenza, l'impulsività, In credulità superstiziosa, la corrività delle masse a subire e secondare suggestioni insensate, rovinas– sero• le iniziative e le azioni meglio calcolate, ritar– dassero, in mille guise diverse, i progressi del mo– vimento, anche nei periodi e nelle contingenze più eccezionalmente favorevoi), In queste pagine fu ri– petuto e dimostrato a sazietà come il lamentato o rinfacciato - e sia pure con artificiosa esagerazione - fallimento dell'azione riformista, sopratutto par– lamentare, ed, in generale, le frequenti paralisi del– l'attìvità socialista - non esclusa l'ultima attuale crisi di partito - abbiano trovato, se non la cagione immediata e diretta, certo i più decisivi loro coeffi– cienti nella immaturità delle masse proletarie - os– sia nella loro incoltura. E ciò spiega come e perchè la parte socialista, dove e quando le circostanze lo consentirono, abbia dato senza lesinare - e potremmo esemplificare facilmente - de' suoi uomini e le' suoi sforzi ai pro– blemi ed alle opere della scuola e della coltura. E come e perchè. li abbia d~ti, prescindendo, iJ più spesso; dal colore e dall'ind1rizzo politico delle opere stesse, contentandosi che fossero laiche, nel più lar– go ~ignificato d~lla parola. In un nostro precedente fascicolo (1), disputando coll'amico Schiavi ci in– gegnammo di chiarire come non sarebbe p~ssibile nè consigliabile - nelle condizioni presenti del Par– tito socialista e del movimento proletario italiano - che quei socialisti, i quali si dedicano più special– mente a questo lavoro, recassero in esso quella in– transigenza esclusivista di direttive di partito che, fino a un certo segno, è possibile e provvida ad esempio, in Germania, dove il livello della coltura operaia è già tanto più alto, e dove le forze e In disciplina socialista son tanto più sviluppate. Così avvenne che, fra noi, il movimento per la coltura fosse l'opera combinata e cl'-Qcorde di ele– menti anche politicamente disparati - non divisi in questo campo, da incompatibilità iraconde e set~ tarie -:- ma avv,icinati e congiunti, questo si può e deve dire, non solo da un comune onesto desiderio di fare e spingere a fare, ma benanche- da un co- (I) N. 10-11, pag. 147 e aeguentl.

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