Critica Sociale - Anno XXII - n. 15 - 1 agosto 1912

Critica· Sociale RIVIST .II QUINJJICIN.IILE DEL SOCI.IILISMO Nel Regno: Anno L. 8 - S;mestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50 DIREZIONE:Milano - PorticiGalleriaV. E., 23 - AMMINISTRAZIONE: Via S. Damiano, 16- Milano AnnoXXII - N. 15 , Non si vende a numeri separati Milano,1° agosto1912 SOMMARIO Politica ed Attualità. U11·1tà necessaria (LA CRITICA SOCIALE), J11t1>n•o aiie forme deU'atttvUà giovanile socialista (Prof. GIOVANNI ZIBORDI). Il Partito del Lavoro Jt1 Francta e in Italia (Dott. ÀLESSANDRO SCHIAVI). Le organizzazioni proletarie e la coltura popola1·e: Un grande Con– gresso Ullt viste (FtJ,lPPO TURATI), n primo congreBSo 11azto11a1e delle Opere di educazione popola,·e (IL COJIIITATO PROMOTORE), Studi economici e sociologici. Il lavot'o a domicllio : Conaiztoii, generali; Uno sguardo ai salal't; Voti di Oong,·essl; Esposizioni del iavot'o a domic/Ho (DEMOS ALTOBELLI). UNITÀ NECESSARIA Ouis tulerit Gracchos de seditione querentes? Questo han l'aria di chiederci ironici i secessio– nisti recenti, che ci sentono parlare dj. unità neces– saria del Partito. « Non foste voi - sembran diréi - che rappresentaste o capeggiaste, son trascorsi pochi anni,. la secessione milanese? che vi scevraste, coi vostri, dalla vostra Sezione? che osaste costi– tuire, nella vostra città, i famigerati « Gruppi » non conformisti, accanto e di fronte alla Sezione uffi– ciale? che, con essi, vi impuntaste su quel vostro Aventino, pur dopo gli inviti a discenderne della Direzione centrale, e a rientrare nello Statuto? che, per quei Gruppi e per voi, invocaste, reclamaste a gran voce riconoscimento e cittadinanza, dal Partito, nel Partito? ». · Vero. Arcivero. Vere sopratutto le ultime quattro parole. Pei « Gruppi » che cooperammo ad istituire, per quella concezione tattica, per la libertà del no– stro pensiero e del nostro lavoro, reclamammo cit– tadinanza c. ric')nosc,imen•,o, pieno, rispettoso, leale. Lo invocammo in un istante, nel quale la lotta di fratelli era veramente diventata lotta di coltelli; quando una lunga esperienza dimostrava, in modo irrecusabile, che qui la convivenza delle correnti in contrasto era impossibile, inutile, logorante, pa-. ralizzatrice: <lacchè qui aveva piantato suo quartier generale quel sindacalismo anarchista, che era ne– gazione flagrante, e permanente pericolo, dell'idea e dell'azione socialista, e che infatti.- poco dopo - si scindeva dal Partito violentemente, mentre l'« eresia», della quale noi eravamo assertori, do– rnva - poco dopo - ovunque prevalere. Per essa invocammo allora il riconoscimento; ma Io invocammo dal Partito; ma Io invocammo 1iel Partito. Giammai ci si affacciò la faziosa velleità di fondare - su quell'eresia - un altro Partito, fuori del Partito che avevamo cooperato a costi– tuire ed a crescere; un partito cli concorrenza, ·un conlroparlito. Se le cose fossero . andate lant'ol– trc, se le incompatibilità si fossero a segno acuite, da mozzarci movimento e respiro, ci saremmo tutt'al più, con dolore, appartati, attendendo, ~azie~ti, nel– !' ombra· le giustizie del tempo e della r1fless10ne. Ma don ·avremmo inalberati i segni della scis– sione· non suonato a raccolta, non issato bandiera di pe'rduelli. Neanche. allora. E pur ci _pareya ch_e qu_ellapoljtica !atua, fanfar_on~, con:1uls10naria, mi– nasse e rhmacèiasse sul serio 11credito, la saldezza, l'avvenire deJia parte nostra. . . . . . ]Yè allora '!-.- ad essere schietti dagh odierni custodi e •vinclici .della logica a fil di spada e de)Ia immacolata purità riformista - nella. fieTa battaglia, oliè era per essi come per noi, che era pel socia– lismo dei socialisti contro quello dei Dulcamara, ci · vennero solidarietà troppo battagliere e, per essi, compromettenti. Allora <( non conveniva poi esa– gerare»; allora il « sove_rchi<? teoriflzare » era i!10P– port11no; allora era savio piegare, temporeggiare, indulgere, tenere i contatti, giocar di accortezza. E quando, alla scemenza del « caso per caso», oppo– nemmo la- necessità - non p resaghi dell'abuso cui da:vamo la stura! - alilche.di sorreggere talora dati « indiTizzi di Govern o »; talun o, che oggi prorompe ·al di là di tutti i cancelli di un affinismo prudente, giudicava la formula nostra troppo arrischiata, e ri– belle a:i canoni sacri; tutt'al più ci avrebbe concesso · di· eccezionalmente soI'regger\') una (ricordiamo la frase)·« determinata situaziOJle'poJ.itica ». Si arrivò - per ·colmo cli lealismo versò Ie.,m::isse- a gittar via leggermente i· mandati parlamèn~ri ·(nè poi si -rip>esca.ronotutti}, sguernelildo C!JUel· ballante Ga– hin~bto, cui s'era allora allora giurata .edeltà a tutta prova ~ e, smosso quel puntello, tosto crollò ·– solo perchè venticinque anarcheggianti, dal poggio dietro il· Colosseo, ci avevano vociato delle intima– zioni insensate. Non era abbastanza aulico, allora, quel riformismo, per meritare più pugnaci e perse– veranti difese! Ma oggi?! .... Di3&imularlo è puerile. Ogg1 il Partito socialista si trova, in Italia, nel suo cammino, a uno svolto malagevole, pieno di oscuri imprevisti. L'evento della guerra, da un lat0, che ci sguin– zaglia ai talloni la muta del nazionalism0 spavaldo, e cancella fin le parvenze della vecchia democrazia, e preclude gli aditi a ogni seria azione riformatrice; e, dall'altro, il triplicato agone elettorale, il prorom– pere, nella storia civile, della vasta orda misteriosa, sulla quale, e sulle sorprese che forse nasconde ed appresta, specula l'audacia· clericale,· già intenta a « mobilitare » la più_ poderosa organizzazione cli uomini, di gerarchie, di interessi, di superstizioni sapientemente custodite, onde mai alcun partito o Governo abbia disposto ai danni dell'avvenire; l'incontro, non del tutto forse fortuito, di questi due fatti, non è esso formidabi'1rmente ammonitore? e tale che, a qualurrque cli noi vegga un po' !unge e senta oltre gli impulsi soggettivi ciel minuto che fugge, imponga le cautele più meticolose, consigli la virtù delle resipiscenze anche le più amare, dei

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