Critica Sociale - Anno XXII - n. 15 - 1 agosto 1912

CRITICA SOCIALE 227 quello ehe nel Pa,rtito può dividere; l.aidtà rispetto alle diverse dottrine o tendenze o tattiche, su cui vi è discussione; azi-one, invece, fe-rvida e concorde, in ' tutto quello che ci unisce, che è a tutti comune, che è « paoifico », certo, elementare, universa,Jmente ac– cettato. Con. che non intendo dire che i giovani devano ri– nunciare ad avere opinioni e inclinazioni anche .in fatto di interne questioni teoriche, o ch'essi debbano chiudersi ,nell'agnosti-cismo fino a.J.l'età maggiore. Se v'è materia che appassioni i giovani, appunto perchè· spesso pi.ù appariscente che reale e più effervescente che solida, è la questione delle tendenze: nella quale . i g-iovani, per l'età loro, inclinano verso le concezioni estreme, e ciò può far sorriderè chi pensi· che essi rifanno _il oommin-0 già battuto da tanti altri, senza che la espe:nienza _dei prede.cessori .Ji ammaestri della inutHità di quella giravolta: ·ma no·rÌ può dispiaoere, quand-o il loro atteggiamento rivoluzionario sia sin– celio e sponta11eo, perchè uµ giovane è meglio che sia , «,estremo ». che « destro!'· A diventar « destri » c'è sempre tempo! Importa invece che. i giovani siano uniti e concordi, alieni da dispute vane è immature, in quel che è l'azione. La quale dovrebbe esplicarsi specialmente in quei campi, dove è impossibile il dubbio e il dibat– tito, e in quelle parti che di loro natura. sono più adaite a giov.ani. La di(/ usione de-Ila stampa di propa– ganda, anzitutto; ma la diffusione razionale, eflìc-ace, di conquista; non quella che fa piovere sul bagnat-0, ma queHa che guadagna aUa nostra idea dei nuovi proseliti, dégli indiff.ereriti, dei renitenti, dei refrat– tari! Quanto lavoro da fare, su questo terreno! E quan– t-0 risparmio e vantaggio pei n-0stri g.iornali! Tutti i d'irettori o amministratori dei nostl'i settimanali sanno quanto sia difficile trovare dei rivenditori, e sopra– tutto dei rivenditori che non rubino. Spesso figura come rivenditore il Circolo, ina questo Ente, tal-0ra astratto, affida la cura a un professionista giornalaio e, se questo inchioda, il Circo.Jo vi risponde che non ha fondi. Perchè i giovani non dovrebbero, in ogni paese, diffondere senza lucro il giornale s.ocie.lista? Perchè non assumerebbero anche di quest-i picèoli « servizi » amministrativi, umili, pedestri, noiosi, ma pur ne– cessart e nobili quanto altri, quando sian fatti con spirito di abnegazione, con cura amorosa per l'idea? Le grandi trasformazioni si compiono anche con queste semplici e modeste cose: gli el,\erciti cammi-, nan9 e le vittorie si ottengono anche con le scarpe dei soldati. E .l'ufficiale di Commissa·riato, previdente, zelante, onesto, ha la sua parte nei successi,. men briHante ma non meno utile di quella del Generale. Il lettore intelligente capisce (non è vero?) che con ciò ·non si vuol ridurre tutta l'attività dei Gio– vanili a essere rivenditori grotuiti di giornali, distri– butori di opuscoli, · galoppini elettorali, scrivani ne– gli uffici per le 'inserzioni, staffette nei giorni degli scioperi. No. Io intendo semplicemente .indicare al– cune delle forme di. attività, alle quali -i gio,vani .po– trebbero rivolgersi, forme esecutive precipuamente, lasciando o diminuendo altre forme di attività critiche o deliberative. Toccherò di un argomento delicatissimo: quello dell'antimilitarismo. Non è molto facile comprendere perchè la q_uestione dell'esercito sia specifica dei gio- vani prima dei 20 anni, p-iuttosto che dei contribuenti che dell'esercito pagano le spese, o delle madri che ,aU.a guerra danno i lor9 figli. Pe-rchè - si dice - conviene « preparare >> i gio– vani prima che vadano sotto le armi. Prepararli speci.ficamente a che? A essere soldati con pooo disciplina? Questo- sarebbe un sabotaggio a rovesci-o, tutto in perdita pei coscritti. A conoscere i mali del militarismo? S'incarica la caserma di que– sto! A non sparare sugli scioperanti in caso di con– flitti? Questo non s'impara con una preparazi-0ne spe– ciale: deriva da un grado d1 coscienza umana, civile, anche prima che socialista, da· una forza morale, da una elevatezza di sentimenti, da un coraggio e ta– lora da un eroismo particolare, che vi fa capaci di resister-e con fermezza di fronte alle sassate. Ma allor-a il problema, si allarga, e i Giovanili de- · vono esercitare un'altra e più completa propaganda d'eduoozione: tra i futuri soldati perchè non spal'ino sulla folla, tra i lavoratori perchè non inveiscano contro i soldati. Vedi Morg-ari. Voglio dire insomma che questo, come altri pro– blemi, si ·lavora a risolverJ.i meglio per via indiretta che con azioni $pecifiche. Io fremo, per esempi.o, quando q_ualche Giovanile viene da me a domandarmi qual,che consiglio od indicazione bibliograficl! per re– carsi a. un contradd-ittorio con questo o quel prete, a disputare sulla esistenza di Dio o sulle torture di Galileo o sulle eres·ie di Giordano Bruno. Non è 1 questa l'azione anticlericale! Così si segue il prete sul terreno dov'egli vuol tirarvi. - Ma il popolo ci si appassiona! - Putroppo: pe'rchè ha ancora l'abi– tudine chiesastica della teatra.J.ità oratoria, perchè prende gusto a. sentir cianciare e gridare, e spesso applaude non chi dice più rag,ioni; ma chi urla più forte o circuisce con più disonesta abilità l'avversario. Per ben altre vie io vorrei che i giovani demolis– sero le rocche dei preti! Squadre, compagnie, di ci– clisti, di artisti, di coristi, di filodrammatici, dovreb– bero spargersi la domenica nei paesi, diffondervi il microbo preti/ ugo del giornale, dell'opuscolo, del li– bro; fraternizzare coi giovani del luogo, ,stringere relazioni, -Organizzare letture, concerti, trattenimenti dilettevoli ed istruttivi, che traessero il popol-0, le donne specialmente, fuori della chiesa, che seminas– sero -il socialismo con forma blanda, con « penetra– zione paci.fica », ma perciò tanto più efficace. È difficilissimo, lo so, in questa vecchia Itali.a, dove ci si. vergogna -cosi di frequente a fare· quelle cose, che i popoli più giovani e vergini fanno con serietà, organizzare ciò che dovrebb'essere la parte coreografica ed artistica del movimento giovanile. Pur si dovrebbe tentare, per ravvivare l'opera nostra, per compiere quella funzi<me espansiva di proseli– tismo, che l'immensa maggioranza del Congresso riaf– fermò base del nostro movimento, fase non mai su– perata dell'azione socialista, e che l'allargamento del suffragio, con la grande incognita dei ·nuovi milioni di elettori, rimette in onore con l'argomento potente della necessità improrogabile.· Ho accennato appena a quel che potrebb'essere il campo del lavo·r.ogiovanHè: non separato od avve'l'so, ma armonico ed integrante col lavoro degli 0:nziani. So che i_ giovani - felice errore dell'età! - cre– dono spesso che il mondo si cambi con le parole grosse, al modo stesso che credono l'amore oonsista nel frasario appassionato, anzichè nell'affetto calmo .. e tenace che sorvive alle prove della vita.

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