Critica Sociale - Anno XVIII - n. 6 - 16 marzo 1908

81 Cl!ITICA SOCIALJ,; Il socialismo in Austria e i problemidi nazionalità Cbi nrri\'a a 'friesto dalla Stazione Meridionale tr0\'8 subito, ritta dinanzi nl palazzo della. ferrovia, un'alta colonna di mnrmo scuro, dinanzi la quale si leva una figura colossale e tozza di donna che tende le mani e, pare, anche i pensieri, verso una potenza occulta o lon– tana. Un'Iscrizione latina scolpita sul basamento dico che noi l88t Trieste ,•olio ricordare cou questo monumento Il cinquecentesimo annh·crsnrlo della sua clt'di:zion~ alla Casa d'.A~burgo. Nou si dico qui, che il monumento o l'iscrizlono esprimano Il pensiero e la volontà di tutta lll ciltadlnanzn. Yuol essere ricordato anzi come, nello stesso anno In cui In minoranza austriacanto e clerlcnle, J)Orordino doll'I. r. Ooverno di Vienna, inaugurua quel marmo, Clugllelmo Oberdan veniva Incontro alla morte Illudendosi - In quoll'età elle è ratta pel sogni o pe; lo follie - di potere spezzare ogni legame di Trieste coi paesi d'Austria e unirla invece al Regno d'Italia. Quel marmo però, e quella Iscrizione, dicono una cosa molto semplice, ma che - llppunto perciò - continua ad essere tat'luta da quanti si occupano di codesti pro– blemi della nazionalità. italiana in Austria, ed ò Igno– rata dal molti altri, cho seguono, un po' ad orecchio, un po' per seutl111enlallsmo, questa o quella corrente. Egli ò dunque dal I3b2 che Trieste si è data alla Casa d'Austria, raccogliendosi sotto la protezione di f.,eopoldo 1 duca d'Austria. Ed ò interessante conoscere le ragioni tconom,che di codesta dedizione .... Trieste ebbe sempre acl antagonista, noi suoi interessi commerciali e industriali sul mare, la città di Venezia. E nelle frequen– tlai:iimoguerre dell'epoca si trova sempre un fondo ed una_ finalità economica. Erano italiani contro italiani, quei nostri antonatJ 1 o tutti parlavano lo stesso lin– guaggio, mn, siccome anche allora. gli affari erano gli affari, cosl lo ragioni della concorrenza commercli,le e del predominio economico determinavano uu perenne lmplacnblle contrasto, che si risolveva sempre con le armi alla mano, o nel quale 'friesto le pigliava più spesso, data. la sua condizione di inferiorità di rronto a ,·~nczia, che possedeva anohe l'Jstrla, quindi ,·cniva ~:~e:~:i domini sino a Muggia, cioè a poche miglia da I ricchi conquistatori di quel tempi non aizzavano i popoli gli uni contro gli altri in nomo del nazionalismo, come usano raro I ricchi capitalisti d'oggi 1 per stringere PO'icla ,•lncoli Hempre J>iù validi e tonaci di solidarietà capitalistica internazionale; o non conoscevano ancora lo Hocletà anonime, lo Borse, lo Uanche 1 i grandi 'rrusts mondiali. Per cui, non tiOlo i J)Overi di San :\.!arco J)ttr– tinno In lh:za contro quelli di San Giusto, ma tutto le cla~sl sociali \'Onlvano Hospinto nelle furiose conteso di terra e di mare, che erano èausa di tanti dolori e di tante rovino. 'l'riesto aveva dunque bisogno di una protezione vn– lida che la mettesse a riparo dalle aggressioni dei vo– neziaui fratelll in lingua ed in nazionalità - e si ri~olso al duchi d'Austria. Perchè anelò a scogliere pro– prio tra costoro la forza armat,. che do,·eva difenderla o, non si rivolse piuttosto a qualche Signore, Principe: , cscovo del vari 11aesl d'Jtalia? Anche qul dobbiamo cercare il movente economico. 'l'rim,tc avevn bisogno di dare Incremento ai suoi traffici lndu.,trlnll, eornmercinll o marittimi 1 e non pote,•a flPO- rare alcun vantaggio dalla sua annessione ai p&.esidel• Pallra riva dell'Adriatico; al contrario, doveva mirare a divenire Il porto di mare pìù prossimo ai paesi del Nord, che dovevano costituire il suo llinterla11d. 011 storici dell'epoca Inratti raccontano che, 11 ratta.si Trie!lte " a considerare che, piccola come era, aveva bisogno di " potente J>rlncipeche la difendesse contro nemici esterni; • che i duchi d'Austria, eucce~si ai Conti d'Istria e del " Car:10, circondavano la città col loro domini; consldo• " rando che 'l'riesto non pOte\'a vantaggiare sò mede– " slmn col traffici e colla navigazione se non avendo "intime relazioni colle provincie danubiane; o che Ve– " nezla non era In grado di farlo, nè per fisica posi– .. zione, nè per genio di quel Governo, che voleva tutto " concentrato nella capitale; memori di altra dedizione 11 ratta nel 1869, o del buoni uffici che ebbe dai Conti " d'Istria, afflnl agli Austriaci, si diede in ispontanea "dedizione al Duchi d 1 Auijtria 1 riconoscendoli come ,·ori 11 e naturali suoi principi e signori. ,, ~; l'atto di dedizione ,·enne promulgato appunto nel 1882 o stabilisce le basi del patto concordato tra Ja città di Trieste o Il primo Duca d'Austria che Il\ eigno– reg~lò. 011 storici aggiungono poi, che " le speranze di : sorgere a città mercantile per le provincie austriache, " specialmente rtella Carinzia e della Carniola, non erano deluse, che Il commercio realmente avviavasi per 11 questo porto• ( 1 ). Che ae, per Ipotesi, a qualcuno piacesse osservare che l triestini del 1400 erano del mercanti volgarissimi, de– diti solo al più bassi negozi e di null'altro preoccupati che di ammassare ricchezze, possiamo senza esltanza rispondere che I triestini del 1900 non sono per nulla dissimllt dal loro antenati e sono sempre pronti a re– clamare rial Governo quel provvedimenti economici - al porti, ai servizt rerrovlari 1 alle tariffe doganali e all'nmrnlnistrazlono del Comuni - che permottan~ e favoriscano un 1>iù Intenso scambio di commerci col paesi dell'intorno, con le provincie danubiane. Devo dirsi anzi - acl onoro del commercianti e capitalisti triestini - elle es,i sono vigili e pronti a tutelare gli interessi del loro commerel o dello loro industrie, senza paura di nuocere con ciò ngli iutoressi moralt e ideali della loro nazionalità. Hanno solo il torto di pretendere dal proletariato quel disprezzo, quella noncuranza del proprio Interesso economico- da sacrificarsi all'ideal\– emo patriottico - che essi per primi si guardano bene dal prorossaro. Chi volesse esaminare la raccolla degli atti promul– gati dallll Camera di Commercio triestina troverebbe che molti di essi sono identici noi consi<lera,ido e nei rlesiden,ta a quello che abbiamo esumato dalle storie triestino o che ra onore alla sincerità spregiudicata del nostri bisavoli. So vi ò chi giudica inutile codesto ri– chiamo storico 1 ò pregato di considerare: 1° Che dal J382 sino ad oggi la città o provincia cli Trie!lte ru sempre unita politicamente od economicamente ai paeei d'Au– stria (eccettuata la breve parentesi del dominio Napo– leonico ohe va da.I 1809 al 1814). Ha avuto ventidue principi, tutti di Casa d'Asburgo; 2° Che, durante tutto codesto J)eriodo storico, non si notò ruai un movimento tendente ad unire Trieste all'Jtalia i 3° Che il nazioua– lh1mo ò uu prodotto dell'ultimo sCorcio del secolo scorso, e può oonsiderardl come la conseguenza dell'avvenuta unificazione del negno d'Jtalla, come l'indice della tar– diva formazione della coscienza nazionale degli italiani ( 1) .\'otl:::lt lltOl'/rhe Jl '1'1•1tste, di UIOV.1:S?;INO RAIWt.:1,1,1; lffstorlt l'rit,(1•u, llCI 111t1lr(' 111u,1.o l>Ll,L,\ C'kOI.L

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