Critica Sociale - Anno XVIII - n. 6 - 16 marzo 1908

Critica Sociale f?IVIST .Il QUIN'iJICIN.llLE 'iJEL SOCI.JJLISMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 1.0 - Semestre L. 5,50. Lettere e vaglia all'Ufficio di CRITICA SOCIALE- MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno XVIII - N. 6 Non, si vende a n,um.eri seJJU'rati. Milano, 16 marzo 1908. SOMMAlxIO Politica ed Attualità. E,./m(mdo De ,tmtcf.s (PrM. L. M. BOTTAZ:>.I). li monumento che gU (lObl!Umao (~'. TURATI). 1t soc.Cdlsmo ili AIIStrta e i problemi (U IUIZI.Oll<llllrì (A..ilLCARE STORCIII). 1,,1c1•ist àet socialismo ,11m1tovcwo: I\'. Uu pv' <H sforia: Il d11all1,mo fra ('JrcoU e 01·gcmtzzazio11t; u zig-zag cronico dd movt111e11to (Prof. OIOY ANNI :l,IBQRDI). L'eterno pl'ob/ema mtiltart (P . .NOCClllO), Studi economici e sociologici. Lelle,·atiu·a sociaHsHca {A\'\', ETTORI:: ì\IARCIUOLI). Catechismo t al{'ululo (x. y., Filosofia, Letteratura e Fatti sociali. XoW ol Pm1tl1to11 (Pror. I,. !ti. BOTTAZZI). Fro J,ibri t< Hivi~te: Protezionismo e soc\nllsmo (e. m.) - Il rln..,aro del VlYerl 11 Napoli (A,•v. ItlANLIO A. 0',HWROSIO) - " Trl\ogh:l. poct1Cll ,, di À, Rmos, (R. )10~1)(\LFU). Edmondo De Amicis. Sì, lo so. Edmondo De Amicis era un romantico, un sentimentale, un ottimista, un grande e buon fan– ciullo sessantenne, dagli occhi cerulì come la sua marina ligure, e dai capelli candidi come quelli di un mago delle buo,rn favole. So che egli ha dedi– cata tutta la sua opera agli oscuri, agli umili, ai dolenti, a ooloro che non sanno e a colorn che ncn hanno, ai soldati, ai fanciulli, ai lavoratori. So pure che da molti suoi libri s'irradia una viva forza di bene nelle anime giovanili e che il suo insegna– mento educherà anche le generazioni future ai più nohili sentimenti umani. Io so tutte queste cose che - nel dì della lode~ sono state stampate nei giornali. 'l'uttavia mi sembra che, se esse valgono a raccomandare alla storia il nome di Edmondo De Amicis, non spiegano il rim– pianto vibrante e concorde di tutto un popolo per la sua morte fulmiriea. La spiegazione del lutto ua1,ionale per la morte cli Edmondo De Amicis va ricercata nel carattere popola.re della sua vasta produzione letteraria. Egli fu veramente lo scrittore di tutti. Scrisse per tutti, in una prosa semplice, limpida ed efficace che t\.ltti potevano intendere. Non fu di pochi, come solo ai grandissimi è dato di essere, e non fu di molti, come ai mediocri è concesso. ]i'u di tutti. li'u l'unico scrittore italiano dei nostri tempi che abbia potuto contare, alla pubblicazione d'ogni suo Jibro, su una folla varia di lettori. I protagonisti dei suoi romanzi e delle sue novelle sono i tipi più rappresentativi della realtà quotidiana. Ad essi il De Amicis infuse una vita che non era d'eccezione, ma la vita che si viveva nei nostri paesi e nelle nostre case, narrò pianamente le loro vicende che nulla avevano di straordinario, intonò all'ambiente medio comune i loro sentimenti, le loro idee, i loro atti, il loro lin· guaggio .. Quando era ancora in fiore la poesia della patria 1 e i soldati partivano cantando per la guerra sotto una pioggia di fiori e di baci, il De Amicis seppe trovare le vie per giungere direttamente alla folla 1 celebrando l'utilità dell'esercito, la bontà del soldato, lo spirito di sacrificio degli ufficiali, la. bellezza delle guerre combattute per la patria, i piccoli ignorati episodi gentili della vita militare. Così scrivendo, non fece che interpretare l'anima italiana di allora. Più tardi l'esercito passò dai campi delle battaglie agli ozi delle caserme. TIDe Amicia cominciò a viaggiare e a descrivere i suoi viaggi nelle terre del sole e nelle terre delle brume, nella luminosa Spagna ro– mantica e moresca e nella grigia e placida Olanda 1 a Costantiuopoli e in America, a Parigi e a Londra. Descriiioni vivaci e indimenticabili, nelle quali lo scrittore non mancò mai al suo programma di seri• vere p(lr tutti e di toccare 1 a tempo opportuno 1 le corde delicate dei sentimenti comuni a tutte le anime. Fu un osservatore efficace e sovratutto un descrit– tore meraviglioso. Nei ritorni scrisse altri romanzi ed altre novelle in cui si riflette più agitata e piì.t torbida l'anima della nuova Italia e in cui il senti• mento della patria si è ampliato in quello dell'uma– nità. Pei: certo non è questa l'ora di classificare la sua opera cli scrittore, dopo averla debitamente sotto– posta ai corrosi vi della critica. Nei cenacoli letterari, i "giovani" inediti e ben chiomati, che sogliono sgretolare rinomanze e pasticcini, dedicavano, da tempo, anche a Edmondo De Amicis qualche minuto di chiacchiera notturna, sorridendo della sua. lan· guida bonfa romantica, dei suoi rosolf sentimentali, delle sue deliquescenze patriottiche, della propa– ganda francescana del vangelo di Carlo Marx. Non– ostante tutto, Edmondo De Amicis grandeggiava nella nostra rispettosa. ammirazione, corno l'unico che potesse esercitare una sana influenza stù popolo italiano e che potesse vantare l'universale rinomanza, oltre i monti ed i mari. Pochi scrittori del nostro tempo conobbero il cuore umano come il De Ami– cis e pochissimi - non importa sapere se classici o romantici - ebbero, quanto lui, la sincerità di scrivere ciò che sentivano e pensavano. Le mode letterarie non signoreggiarono il grande morto di ieri. Questo è il migliore elogio che si possa inci– dere sulla sua pietra tombale. Pari allo scrittore fu il cittadino. l~dmondo De Ami· cis visse pienamente e intensamente la sua vita d'italiano. Fu soldato eroico negli anni belli e lon– tani in cui la patria non era se non un 1 espressione geografica. Negli anni maturi venne al socialismo e partecipò alla vita del partito socialista italiano assi• cluamente e attivamente, semplice e ardente come un neofita, calmo e convinto, fra gli umili che lot• tano per un giorno di giustizia uguale per tutti. La sua conversione al socialismo levò molto strepito fra le pacifiche oche della letteratura italiana, Je quali si astengono dignitosamente dalla politica, o vi en·

RkJQdWJsaXNoZXIy