Critica Sociale - Anno XVIII - n. 6 - 16 marzo 1908

94 CRITICA SOCIALE non inrlecoro,a, con teatrini, con ... preti patentati nelle regie scuole! E fa.nno, questi istituti, alla 11cuola laica, o ~emi-laica che sia, una concorreuza spietata, abilis– sima, rortunata .... Di questo comi)lesso e non giocondo stato di fatto han da preoccuparsi i partiti democratici se vogliono inte– grsne degnamente la lor lotta contro il catechismo e se vogliono offetti\·amente strappare al prete, ossia alla superstizione e alla reazione, la padronanza spirituale, e con ciò economica, di troppa parte del proletariato. Che se si accontenteranno di volgere le loro macchine di guerra contro quel meschino libricciattolo e non si ado– preranoo per far della scuota civile ti centro ideale e la fucina della nuova società, il prete potrà ancora cantar vittoria per un pezzo, e I'" in,rngnamento laico" andrà a tener com1>agnia ai ferravecchi pit'1 screditati della retorica Uolsa o scioperata. xy. Zola al Pa1ttheon lettori sanno che il due del prossimo aprile le ceneri di Emilio Z.ola saranno trasporta.te al Pan• theou e che - a tal uopo - la CommistSionc del .Bilancio della Camera francese ha npprornto il pro– getto di legge per un credito di trentacinquemila franchi. .Ma i lettori ignorano la odiosa campagna di proteste, intrapresa da una tenue minoranza di dema– goghi1 contro il postumo e doveroso l'iconoscimcnto della gloria di uno scrittore, che rimane tra i maggiori del suo tempo, uonostante i difetti e gli eccessi della sua opera, inutili a ricordare ora, in un arti– colo che non vuole essere di critica letteraria. Contro Zola morto imperversa dunque ancora l'o– dio dei vivi, come nei giorni tragici dcli' "a/faire )), quautlo, solo contro una lunga lega. di falsari, egli espose il suo nome e la sua fortuna di scrit– tore e di cittadino al vituperio dei gazzettieri, alla condanna di un tribunale e allo scherno <leJlfl., l'olla · forsennata. l reazionari di b'rancia hanno visto, a poco a poco, declinarn l'astro della loro fortuna, ccl hanno taciuto. l [a11no assistito allo sbandamento delle varie leghe dei patrioti, alh"i fine dell'antise– mitismo, alla. riabilitazione di Dreyf'us, all'ascensione del modestissimo Picquart al più alto grado dell'e– sercito, e non hanno vociferato nelle piazze e nei comizl. Parevano rassPgnati alla sconfitta e al si– lenzio. Quand'ecco, sul nome di Emilio iola conver– vergono U11'altrn volta le ire che parevano assopite, gli odi si ritemprano, le armi si affilano, i cenci a.zwni della rivolta sono risollevati, e i piccoli uo– mini dalla piccola "oce domandano la parola. Parla, in nome di tutti, in nome dell'antisemi– tismo1 del legittimismo e del nazionalismo, in nome di tutte le reazioni debellate 1 ·MiLurizio Harrès, fiero delle palme verdi dell'Accademia e dei suoi romanzi llella così detta energia naziouale. Parla, naturalmente 1 eia demagogo. Uditelo: " Uu pern~iero così carnevalosco, l'apoteosi 11azionale di '.I.ola, non possono osscre compiuti senza che alla Camera una voce si levi ad esprimere il pubblico di– spre:r.zo e la pubblica ilarità. Questo progetto è o,Iioao e ridicolo nel· tempo stesso, ed ò "ernmente degno di essere discusso al domani del martedì grasso, e realiz– zato il due aprile, giorno seguente al pesce d'aprile. Zola nel tempio dal froutone impresso della scritta eroica: Ai grandi morti, la, Patria rico11oscenle! I suoi discepoli gli hanno oretta qualche stela in qualche luogo. Non rimarrebùe che ignoral'e. I mo1·ti seppelli• 15cono i loro morti. Ma ò da iuscusati - onde il mio riso e la mia indignazione - pretendere che uno ;t,ola ilivenga uno <lei patroni della Francia .... n J~, dopo una Junga filza di parole livide, dopo molte altre frasi schiumanti cli rabhia. settaria, cloµo moltissime altre volgarità raccolte nelle congrega– :,;ioni e nelle caserme, il razzo finale intraducibile: " Rl'jouisso11s-11ousde voir lenr sale alfail'e Dnyfus finir dans ,me cacopho11ie, que jt vous laisse libre d.'imv1·/mer caca1Jho11ie. , 1 Decist1111ente "il piì.t eloquente interprete dell'a– nima francese contemporaue;i n il Pietro !'!Gremita di une.i crociata lihrescc.1, contro tutt.i g·li stranieri, contro la filosofia, tedesca, il liberalismo inglese, la Banca semitica, e lf~ mano d'opera italiana, ha di– menticato anche l'eleganza dei suoi µrimi libri che gli fruttarono Ja fama nelllì repubblica - pcrchè non nella mo11ai-chia: - delle lettere francesi, e la gentilezza cavalJeresca di un popolo elle egli vor· rebbe ricondurrn alle Ol'igini. ùli ;1ltri fanno eco al sermone dell'accademico solitario, e battono le mani. Com;puez Zola .... Singolare e grande destino quello di Emilio Z.ola ! La. sua vita fu tutta una battaglia, senza tregua e senza paura, dal giorno in cui dal cuore ventenne udiva salire le prime voci inespresse di tutto un mondo e ai suoi occhi si profilavano, vestite d'om– hrn, le figure dei suoi capolavori, al giorno in cui si lanciò con sereno eroismo nel tumult.o acceso della lotta dreyfusista. Una battaglia impeguata me· toclicamente, con la calma dì uno stratega, contro tutti gli errori e contro tutte le insidie, per la verità e per la giustizia. Così nell'arte, come nella politica. A vent'anni egli era già armato di volontà per l'im– presa tenace. Scri"eva in quel tempo al suo a.mico Baille, ora professore dell'fstituto politecnico: u Lavorare il giorno per il pane quotidiano, e 1 poichò non voglio dire acldio ai miei sogni, lavorare ta notte per l'anenire: ecco il programma. La lotta sarà lunga, ma non mi spaventa. Jo !lento in me 1 ' qualche coi,8. 11 e, se realmente questo "qualche cosa" vi è, presto ·o tardi dovrà bene apparire alla luce del sole .. , · 11 Quanto all'avvenire - egli scriveva più tardi - io non so; ma 1 se prendo definitivamente la \lia della'Jet– teratura, io voglio seguil·e la mia divisa: 'l'utto o m1/l(lj o per conseguenza non seguire le traccie di alcuno. n E al pittore Cezanue scriveva: 11 L'avvenire c'invita ed è viltà indietreggiare innanzi al còmpito che ci siamo imposto. La grande saggezza è di accettare la vita qual è, di alJbellirla di sogni, sì, ma saper bene, sopratutto, di qual materia sono formati i nostri sogni. 11 E il sogno era questo: trovare la nuova forma. per cantare degnamente i popoli futuri e mostrare l'umanità tialite con solennità le scale del tSantual'io. Come trovarla questa forma-~ Col coraggio, cioè con la volontà temprata come una spada. " Col co– raggio si a1Tiva; sopra tutto, quando si ha la co• scienza di ciò che si cerca. 11 Si arriva a celebrare in venti romaHzi la storia della l 1 'rn11cia contempo– ranea, a dominare su tutta u11a età lettel'1t1·ia, ad abbattere i fol8i idoli della vita intellettuale e della vita materiale, a salvare, piÌl che una repuhblica, un popolo da una crh,i di pregiudi1.1 o di vilt;1. .Nella sua vita d'artista, come nella l:lUa vita di cittadino della grande l<'rancia, Emilio 1/.ola. 11011 tenne fede che a questo programma di coraggio e di coerenza; perehè rare volte nella titoria delle letterature, che sono, per certi aspetti, auche le storie ùci popoli, avviene d'incontrare uno scrittore che abbia impresso alla sua opcrn un così profondo

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