Critica Sociale - Anno XVIII - n. 6 - 16 marzo 1908

CRITICA SOCIALE e fiero suµ-gello dell,1 propriat J)Ol'1'0nalità. La 1>arce-– cipazione di Emilio Zola nll:t dift•8a del capitano nrcyfos non fu che la. logica con"1e/.nH'111.a della sua opern di ticrittore: un.i lotta per la ,·erit:'t e per la giustizia 1 unu pngi1111 di siuceritÌt P di volontà ag– giunh1. lll lihro della propria ,·ira. uua sfida vitto– riosa a ogni dOA'lllfl. MO l'in~icli1Lvi:.rih1,•n in t1.ggunto Hulla. viu lumi– nosa dello ~crit.torc. Era :rni,cituta llalh1 im1>otenza e dnll'in\'idiu, dni Sll<'Crd,,ti dC"llt• ,ecchie utopie :,consacrar(', <h1gli f\\'\'trnfurieri dclr11ltn Banca, del elericalii'imo, dt•l giorualisrno 1 del militurismo, da co– loro che infine si riconoset>,·11110 nei romanzi del Maestro. ~:cl era t•ssa implaruhilc e forte come la morte. Nessuno ~cr1ttore fon1c fu mai odiato in vita ed in morte; pili di ~:milio Zoln. Onde l'in– sidia mrde8imu, che tentb di insozzare la sua no– bilo e po!-!sontc fatica cli osscnntoro o;:g-cttivo del suo tempo jJl'0Clam11ndolc1 i 11mor:llu, riversò tutto il fango dello fogno cli P1Hi:!i in nona• della patri.~ quando og-li scrisse la requisitol'in fornosi\. l•'u accu– sato cli complicitiì con gli :stranieri o oltraggiato con tutti gli oltraggi dnlht rolla, che rare volte nella stori11 dell'umnnitìt ha saputo rl'Climersi dalla sua viltà originario. Anche la morte, cho lo sorprese nel sonno, parve un'insidia. Oggi, come allorn, Emilio :t.ohl non raccoglie i suffragi cli tutto il J)O!)Olo frnnce:sc per ottenere il riposo nei freddi silenzi del tomJ>iOdedicato ai numi indig-cti della patria. i odono voci discordi, si ve– dono nmnri Rog~higni sui volti, ~i legge il cruccio dei vinti cli ieri nell'aspra polcmicn dei giornali. ~egno certo, codesto, che non ru quella d'allora una vittoria di un partito contro un pnrt.ito 1 ma di idee contro altre idee. Se si trattasi,e del generale Picquarc, o del capo squadrone Dreyfus, o clelrehreo Heinach, mpno male. i\la Emilio Zola, no. Egli ha scanlto nella storia di Francia un isolco tro1>po profoado per essere colmato in un giorno d'apoteosi. La pro– testa \lei clemtt~O:,{OBnrrès, questo appunto significa. I,. M. 130TT.\ZZI. FRA LIBlxI E RIVISTE Pl'otezio11i~mo ,: Socfrtfiswu. Per molto tempo 1 11ell'im1>ortirntoquestione di politica economica rellltiva ai dazt di fronticra 1 I t10ciali'lli ru– rono unicamente concordi nel giudizio di condanna for– mulato dal )lan nel celebre di11eorso di Bruxelles, in cui si '101,termeche I socialisti devono e~sere decisi ed implacabili anorsari del protezionl~mo i'iOtlo tutte le forme, perchò aoltanto mediante il più ait~oluto libero scambio il capita\limO può ('OmJ)lere ìl t1uo ciclo col ritmo il ))iii accelerato po<1t1lbllco fare scaturire dalle suo vlscoro Il nuovo ordinamento sociale. Le primo divergenze dalla direttlvfL marxistica comin– ~iarono a. manifestarsi in Germania con )lax Sehippel, 11quale, con gra,•e scandalo ili seno alla Socialdemo– crazia, osò tessere un'ardita e aperta dife'la del prote– ;,,ionlsmo agrario. Lo Schippol 1 quantunque minacciato d'espulsione dal partito, seppe diren lerc con molto vi– gore le !IUO Idee, sl che la schiera del l'IOcialisti tedeschi protezioni-iti si è venuta aumentan•lo 'l'ra colm,ti seguaci dello Schlp1>cl 1 troviamo ora il Fi– scber, di cui altra volta abbiamo fatto conoscere ai lettori rlella Cl'it1ca alcuno Idee ori;.punll sulla politica delle tlll'l:<i medio. L'Inghilterra scrivo il l•'iiicher uoi ,..,·o.::iali-tu;ltr. Jfo. uatsltefte ,loll'ottobro Ilì07 - rlmR!IO h1olal(l. colla. sua libertÌì. di commercio. All'inizlo dclii\ politica 11Ueristica 1 l'industria ingle!le om già ns!'lai "1\'iluppata, tn11to da non temere l!t <'Oncorrenzn di qu1~l~i1t'linitro 1H1ese.b'u sol– tauto per interc-'l~Ina1.iouall che la Orau Bretagna passò alla lil,crh\ dogn1Htle o si srorzò di 111durrc anche gli altri pae~i a seguirla su que!lta ,•la (;olla politica della puri t aprrl,i f'.i"l<lvolc\·a tti,;lcurarsl I men.•all e::iteri. :\la . le altre nazioni, 11011 ot-1tanto l'e.,cmpio dato, non 11eu- sarono affatto ad abolire i dazi di frontiera, giacchè in– tuirono ch(', di fronte all'indu ... tria più rorte inglese, non sarebbero 'ltAte in grarto di svilu11p11ro che a grande stento una prOJlria indu,tria nA:r.ionaie. Qualom una nazione agricola romo ogKi ancora in gran parto sono la Ocrmania 1 la Ku"l-.in, 1'1tnlia 1 PUn– gheria) ,•01,Clia o debba tra,formarl'li in lndu,triale 1 abhi– sogna anzitutto di un mt>rcato Intorno. ~;.ilfa può fare ingrci'IO nel mercato mondiale solo quando abbia fatto le o-.-.a. I n'industria giovane ha bcu~l costo più alto di pro,luzlono che non una vecchia e J)Ìll vitale; ma non bi,ognn dimenticare elio la libortil di commercio, attuata in modo generale, ostacolerebbe e paralizzerebbe lo svi– luppo lndu'ltriale m numeroiil pac..,I, mentre ridonde– rebbe a vantaggio di quello In cui l'industria ba pro– fonde o i;ia\do radi('i. li llherlsmo 1>orta11to è una poli– tica as.;al e"olstica che giova soltanto al pili forti. I.a proooziono, al contra.rio, nge \'Oltl l 'evoluzione industriale contempornnoamento in tutti po.es! e promuO\'O mlen1(uiu- 11almente lo sviluppo capitalistico. L'Ideologia liberistica, a cui runno nncora omaggio quasi Lutti i socialisti, è tanto \'Cra. e tnn lo falsa quauto la LQOria rnnnf'hosterriana, con cui "unsi si identifica. La liUertù. di commercio ò la politica d_cl 1m pcrlorl (der I 'eberltJJene11); i I sistenm liberistico, ))ra– ti calo intcr,donalmente, impedlrebba lo s,·puppo dei de– boli; economicamente allontaucrcl,be lo nazioni anzicbò avvicinarle. J Jlnesl rendono J)IÙ stretLi i loro Yincoli economici man mano che i loro motodi di produzione si uguagliano e divengono ugualmente forti. Solo quando le Industrie Al saranno svilup1>ate in modo pressocbè uguale In tutte le uazloni, gli lntcr08si di queste non 11aranno pH1 divaricanti; allora gli ostacoli doganali ca– dranno di per hÒ stessi. · Per queste ragioni la politica prototti\'a è J)iù interua– zion~le, SOr\'e ))iii ad avvicinare le nazioni l'una all'altra, che non quella liberistica. ·. Come si vedo, il t-~lschcr è di aniso perrettamentc contrario a quello di Marx, Il quale crcde,·a che il lihero scambio fosso necessario perchè il capitalismo compisse al 1>il1prc~to la sua traiettorie. Dopo aver detto che i dazf doganali non possouo es– sere causa di fMmazioni di tr11sls o di rincaro generale nei prodotti, \'Onendo più particolarmente a porsi dal punto di vista del,Cliinteressi del prolctariato 1 il Fiscbcr proseguo ossoHando che la sltuazlono dei laYoratorì ad nlti salnrt e a forti organizzazioni può es,ero compro– messo. e ))Osta a duro re))eutaglio dalla libt:rtà indll– strialc, modlanto IIL concorrenza del paesi n salari bassi o n deboli orgnniz'l.n·1.ioni. Lit polltlca doglurnle degli operai 11011 può essere rivolta che alla ~ti))ulazione di trattati commerciAli tra nazione e nazione; ma la poli– tica del trattati di commercio, Og.l{Icome oggi 1 non è che politica di J)rotezione. Questo 1>er ltt protezione induitriale. Per quella agri– cola, por quanto lo condizioul siono un po' dherse e per quanto in Oermanla I socialisti debbano sentire il plumbeo predominio del J>roprietari di terre o degli Junl.-er, il Fischcr, ricordando gli scritti dello Scbippel, afferma che essi meritano grande attenzione, e che in determinate circostanze Il dazio sui cereali pub essere Introdotto e mantenuto anche noll'lntorosse del lavoratori. Secondo l'nvvlso del Fischer pertanto, nella questione del protezionismo o del libero !l!Cambiobisogna aUbau– donare qualsia,i apriorismo dottrinario e attenersi a criteri cli somma discriminazione Il protezionismo pre– senta dei vantaggi e degli naulaMgi; occorre di ,•olta in volt&.vedere e accertare se i primi prevalgano sui se– condi. Un dazio può essere utile o dannoso a seconda di determinate circostanze di tempo o di luogo. E a favore di questo particolarismo eclettico in ma– teria. doganale militano certo dello buoue ragioni; ma anche occorro sern))re tener presento i pericoli cbe &i celano sotto una politica di protozlono. Coloro i quali souo riusciti ad otten ere )) Or sò dei dazi J)t·otettivl, difti• cilmento poi si rnssc~no.no ,_ IH'LSSaro al regime di Ji– Uortò. i OtHlo prolondono (o il pila dello ,•olto ottengouo 1 J)crchò hn.nno :rnputo orgauizznro 1)0110 I loro interessi) che le mlrnro protettive oontinuino a funzionare anche qunndo 110pol,rcbbero faro n 1nc110.l!Oil'Ì uoi vodinmo qunnli o:.1tncoll Incontrino in ltitlill i socialisti e i demo– cratici ad una riduzione anche 1uinimu del dazio sul grano, riduzione che. O~l,{icome oggi, sarebbe imJ)O.-;ta da cvidcuti o 11almari criteri <li cquitit collelli\•a. e. 111.

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