Critica Sociale - Anno XVIII - n. 6 - 16 marzo 1908

CRITICA SOCIALE 93 usurpatore, anche se l' lt antichità. del dominion - come direbbe il Machiavelli - abbia colorato di una parvenza di onestà e di legittimità. la sua usurpazione; non una vittima. La vittima - sempre in credito - è colui che ha. dovuto o deve ricorrere allo sfratto per essere si– gnore e donno della sua casa. E non c'è neanche - nella formalità tal poco rude di questa affermazione del diritto illimitato di domicilio e di potestà dello Stato nella scuola civile - differenza di più o di meno garbo fra gli anticlericali tipo Bissolati, Turati e Comanclini e gli " aclericali 11 tipo Fani, Martioi e Leonardo manchi; poichè e quelli e questi si sono cpllocati - sia pure in seguito a premesse e argomentazioni non in tutto cor– rispondentisi a capello -, di fronte alla questione de terminata e concreta se debba 1 o meno, lo Stato am– mettere e permettere l'inclusione dell'insegnamento del catechismo fra le discipline dell'istruzione primaria, nella identica posizione logica e pratica. Gli uni e gli altri, infatti, invitano medesimamente la Chiesa a II far sue arti 11 nel tempio e nella sacristia, e ricusano ospi– talità. al verbo confessionale nella scuola, per sua in– trinseca natura e per un dritto costituzionale effettiva– mente acquisito amai, se anche non consacrato nella carta statutaria, extra-confessionale. L' 1 ' aclericalismo 11, pertanto, e l'anticlericalismo 1 in questo dibattito, s'iden– tificano in una concezione e in una pratica unica, e la loro scis.sione - se gli " aclericali .,, siano in buona fede e coerenti a sè .stessi e non lunghi promettitori con l'attender corto - non è altro se non un artificio bizantino e menzognero. ... L'altro grosso equivoco - amplifl.cato e glossato con dialettica troppo sottile dal Torre nei suoi, del resto, assai notevoli e concettosi articoli del Corriere della sera - riguarda la pretesa mancanza di idealità della scuola laica, quale noi la concepiamo e quale l'ha illustrata nel suo vigoroso e lucidissimo discorso Leonida Bisso– lati. Il Torre ha creduto di vedere in questa presunta minorità e impotenza spirituale dell'istruzione areligiosa, che noi vagheggiamo e propugniamo, un'altra insana– bile, se non opposizione, divergenza fra gli " aclericali 11 o gli anticlericali e ha insistito molto nel contrapporre alla figurazione positiva e, direi, ardighiana della scuola elementare tracciata dal Bls3olati l'invoca;::ione ratta dal Fradeletto (mostrato9i però, nel voto, risolutamente an– ticlericale) di un'educazione non confessionale, ma pur ideali.sticamente informata ai prinoipi morali che, se– condo lui, costituiscono l'essenza apprezzabiie e umana di tutte le religioni. Se non che - a par.te le riserve, non essenziali per il nostro discorso, che sarebbero da fare circa quest'ul– tima affermazione - il contrasto additato dal Torre non esiste affatto, e anche questa distinzione fra anticleri– calismo e " aclericalismo "' per poco che la si consideri, vanisce nel nulla. Scuola laica e areligiosa non vuol dire, infatti, scuola priva d'idel\le e di morale: vuol dire solamente 1:1cuolaantidogmatica ed exti-a-confessionale. È così vasto il campo dell'Ideale e sono cosl nobili e belli gli insegnamenti e gli esempi di bontà, di frater– nità, di abnegazione e di civismo, con i quali il maestro savio può intessere la trama delicata e assidua della sua quotidiana fatica e dirigere verso le vie del bene i fanciulli affidati aHe sue cure, che è a~snrdo il timore che sia per non essere più illuminata dalla luce del– P.ideale la scuola ove non s'impartiscano e non s'im– pongano più i frigidi asserti trascendentali e i coman– damenti - per anentura troppo e.'ipliciti per dei bambini ignari delle cupidigie e delle brutture umane - della Chie~a romana! E .scuola laica vuol essere appunto quella, dove fiorisca il flore della pietà, della solida– rietà o del dovere, pur senza il suffragio e la coazione di imperativi chiesastici. ... I partiti, che son per assumersi il greve fardello della rinnovazione della vita economica e morale del paese, mostrerebbero però una inadeguata con.sapevolezza del problema dell'istruzione elementare, se limitassero la loro battaglia e il loro programma alla soppressione del diritto d'asilo del catechismo cattolico nella scuola della nazione. Occorre, questa scuola, anche, e soprattutto, diffonderla e, oltre che diffonderla, migliorarla, elevarla, svecchiarla. Poichè, non pur quantitativamente - per esprimermi con due avverbi un po' grossolani -, ma anche qualitativamente, malgrado i molti progressi che si sono fatti in questi ultimi anni e il miglioramento innegabile del corpo magistrale, esse lasciano ancora assai a desiderare. La tradizione pedagogica dei tempi andati incombe sempre - fiaccata e spodestata, ma ostinata - sulla istruzione prìmaria (e non solo primaria 1) e impaccia e aggrava l'addestramento degli intelletti e delle anime infantili. Per farsene un'idea, basta dar un'occhiata ai libri di testo - lettera.tura. mercantesca e pletòrlca, nella quale non c'è sfaccendato che non faccia le sue prove! - e considerare la vanità pretenziosa, la lezio– saggine tra dinoccolata e accademica, la scialba liqui· dità della maggior parte dì essi! E la preparazione dei maestri - per ciò che dipende <ialle scuole normali - non potrebb'essere più monca, più difettosa, più impari all'ufficio arduo e complesso che essi hanno da esercitare. La coltura generale vi è apprestata in misura farraginosa e sproporzionata, e l'arl– destramento magistrale vi è, in generale, accademico e astratto. E più nelle Normali maschili - ls più malin– coniche e misere e uggiose scuole che si possano imma– ginare, e, quanto a popolazione scolastica, le più etero– genee e bizzarre - che nelle femminili! Que.ste,almeno, constano di un duplice corso triennale, per entro il quale gli insegnamenti fondamentali possono svolgersi con una certa continuità e gradualità; e, per ciò che sono l'unico tipo di scuola esclusivamente femminile e sono il richiamo di quasi tutte le ragazze che non si stan paghe della licenza elementare, danno luogo, di tra il gran numero, a una selezione copiosa e proficua. In quelle 1 invece, avviene una selezione al rovescio. Salvo ecc.ezioni, i loro allievi sono, o almeno erano sino a poco tempo fa, i naufraghi delle altre scuole e spesso i naufraghi - con tanto dì baffi e moglie e figliuoli! - della vita! Strada facendo, non pochi di essi rie– scono, a furia. di buona volontà, a rimettersi, a formarsi una discreta coltura, ad abilitarsi non indegnamente alla. dura e delicata carriera che han prescelto. Ma, a ogni modo, costituiscono, in complesso, e.... pel loro peccato d'orìgine e per la scuola onde sono usciti ed e1:1cono, un esercito di gran lunga inadeguato all'aspra battaglia elle ha da combattere contro l'ignoranza e.... l'amor dell'ignoranza! E, per ultimo, benchè molto si sia fatto in que:itl ul– timi anni e si venga tutta.via faceodo 1 l'edilizia scola– stica lascia, in troppi luoghi, a desiderare troppo. La più parte delle scuole sono sempre male allogate. E in– tanto1 con vicenda incessante, si vengono elevando un po' dappertutto edifici confessionali ampt, arieggiati, so– leggiati, con bei cortili o g:ardini, con una suppellettile

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