Critica Sociale - Anno XVII - n. 15 - 1 agosto 1907

CRITICA SOCIALE 229 ter arrischiare un tentativo di legge, sono i Reggiani i ma, quando si trovassero a formularla, non saprebbero come concretare dei corollari. Hanno usato tutte le tat– tiche, hanno adoperato tutte le nrmi, ciascuna (senza pretesa di infallibilità.) quando pareva cho fosso buona. QuoRto è quanto essi sono in grr.do di dirvi. . .. :Ma questo ngnosticismo in fatto di metodi non può condurre a un nihilismo e ad un 1 aoarchia pericolosa? Verissimo, se non ci sia il cootravvoleno, meglio an– cora, l'organismo cosi equilibrato e robusto, da poter sopportare senza pericolo un regime ed un clima così variato e mutabile. E il socialismo reggiano ha questo segreto che gli garantisce la salute, che consente qualunque tattica. e permette qualunque contatto 1 conservando all'organismo la incolumità. Questo siero benefico è ro,·gam::arione economica di classe. Per essa, si può allearsi o non allearsi con altri par• titi, esser ministeriali od antimini~teriali, transigere in questioni di forma, diventar u opportuuisti ni mescolarsi alla vita e passar vicino al pericolo e alla corruzione, uscendo incontaminati, e sollevando intatta la bandiera socialista. Perchò è Forganizzazione economica - ma quella seria, metodica, continuativa, messa a base del movimento, e non già abborracciata e improvvisata mutabilmente per capriccio, per comodo, per segnacolo di questa o quella correo le o tendenza di "capi 11 - è l'orgardzzaziooe eco– nomica quella che, mentre dà ai lavoratori la bussola e il senso infallibile dei propri interessi, la coscienza di classe, non inalata per insurflaziooi cattolicamente ver– bali, ma nata da bisogni, da rapporti, da contra~ti reali, agisce al tempo stesso come un gran vaglio, che elimina gli elementi incompatibili, evita i confusionismi e i per– vertimenti dannosi, conserva - meglio che tutte le for– mole e gli esorcismi intransigenti e gli ordini del giorno terribilmente rivoluzionari - il suo genuino carattere rii classe e la sua essenza socialista e proletaria al no– stro movimento e a\Popera nostra. . . . Or questa prevalenza e questo peso dell'organizzazione economica dei lavoratori reggiani, la quale fu base al movimento socialista, anzi si fuso e divenne tutt'uno con esso dandogli vitalità e personalilil sua e superbo sviluppo fra i partiti o neJllambiente borgheso, fu altresi quella che lo preservò, all'interno, dalle deviazioni e dalle infezioni rivoluzionarie. Nò l'attaccamento per Camillo .Prnmpolini, nè l'educa• ,done sua che insegnò ai lavoratori n far più fatti che ciarle e a badar più alle CO!ieche alle frasi, nè l'iuabi– lità degli avanguardisti che 1 invece di lusingare e allet– tare i lavoratori reggiani con caramelle, li disgustarono e li indignarono chiamandoli peco,·e e insultando il loro compagno più amato e più caro, basterebbero a spiegare la quasi assoluta refrattarietà della provincia reggiana alla lue rivolnzionarià 1 se non fosse l'organizzazione economica che tiene il proletariato nella via della pra– tica positiva. V'è del buono e del vero nel sindacalismo? Ebbene: il movimento del Reggiano uon solo lo riconosce, ma ne è e ne fu esso stesso un esempio col fatto, assai prima che venisse importata in Italia la parola. Ma. v'è l'aberrazione, l'utopia, la pazzia catastrofica, insurrezionale, convulsionaria, nemica d'ògni fisiologico sviluppo, d'ogni conquista evolutiva e sicura? E allora il lavoratore reggiano 1 che ha delle istilnzioni sudato, faticate ed antiche, frutto di lunghi sacrifici e di dure battaglie i che ha erlificato, io queslo mondo borghesE.', qualcosa di suo, embrione di uni\ società nuova, che dove crescero non por formulo o por predicazioni rivo– lu;;,ionarie, ma mercè l'opera costante delle milio e mille formiche proletarie, si rifiuta di compromettere tutto questo per le esaltazioni ed i sogni di spacciatori di miracoli. La via che ha percorso e le prime mete che ba conqui– stato gli danno ad un tempo la coscienzn profondR, dedotta dRll'osperimento proprio, che la strada dei ca– tastrofici non è la buona, e gli infondono una guar– dinga prudenza cht, lo salva da ogni tentazione rivolu– zionaria. Un sano utilitarismo, il senso di conservazione di chi ha qualche cosa da difendere, non por immobilizzarsi, ma per farsene base a ulteriori conquiste, e l'antidoto elle preserva il proletariato reggiano dalle infezioni del male più o meno francese. D'altronde, la costituzione medesima di questo orga• nismo proletario provvede a render impossibili, qua<Ji automaticamente, certe forme di lotta e di agitazione. Citerò un esempio. Nel settembre 190-1,la classe lavoratrice e il partilo socialista reggiano parteciparono con vivissimo senti– mento di solidarietà. alle manifestazioni di tuWitalia contro lo spesseggiare degli ecçidt; e l'astensione dal lavoro e i Comizi pubblici furono completi e solenni. Ma quando, trascor.sa la prima. giornata <li sciopero generale, parecchi, specialmente lavoratori, non per servire a tosi di teodenza, ma por sincero e simpatico moto delPanimo, proponevano che lo sciopero continuasse o che non solo gli operai si astenessero dal lavoro, rna le istituzioni nostre mantenessero ~ospesa la loro vita, o le Cooperative di consumo tenessero chiuse le loro botteghe, l'assemblea :-Jiaccorso che il proletariato socialista reggiano ... avrebbe scioperalo co11t1·0 se stesso, non solo senza alcun dauno o pnurn o fastidio della borghesia, ma anzi con vantaggio dei botlegai e degli imprenditori concorrenti e nemici. .. Perciò, non solo le concezioni catastrofiche finali, ma neppuro i mezzi che ad esse guidano o che ne ~ono un preludio ed un saggio, non trovano, non pof-tsono trovar fortuna pr<Jsso il proletariato socialista reggiano, il cui movimento, profondamente sovversivo e rivolu– zionario, ha nel tempo stesso quei caratteri di continuità, di stabilità e di evoluzionismo, cho souo propri degli organismi normali e vitali. GIOVANNI ZlBOltDI. 11 sillabo di Pio X Avete udito? 11 ~uovo Sillabo è stato ispirato a Pio X dalla Madonna del Carmine, ht quale sarebbe apparsa al pontefice in un momento di sacro fer– vore, quasi per premiarlo di una sctti!nana ~li escr: cizii spirituali. Si era ai primi di luglio. Nei campi accesi chllla gloria del solo maturavano fulve le spiche, in mezzo a cui l'antico spirito italico ravviBfL tuttorn l'arguto profilo di Pan, signore delle mcas1. Nelle città migliaia di macchine canta,•ano come un tl'ionfale inno al lavoro, mentre in qualche solit~rio gabinetto di chimica o cli biologfa un austero scJCn• ziAto forse si ostinava a scrutare i misteri della matcriA inerte. Nessuna eco cli medio evo turbinava nei cuori umanì e nessuna lugubre luce dì catacli-

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