Critica Sociale - Anno XVI - n. 16 - 16 agosto 1906

CRITICA SOCIALE vimento proletario, non tanto dalle complicate cd astruse teorie sindacaliste che hanno ora così scarsa fortuna, quanto dagli impulsi tumultuarì e anarchcg– gianti, che quelle teorie, bandite col suggello socia• lista, paiono legittimare. E per quest'opera, nè lieve nè facile, è appena sufficiente l'unione intima e cor– diale di tutte le " tendenze .i elci vecchio socialismo italiano. IVANOE BONOM I. IL LOGOGRIFO IK'l'EGRALIS'fA .fil di là del bene e del male. Quando, nell' aspre1.za delle lotte interne, che cla un po' in qua h•avagliano e paralizzano il nostro partito, abbiamo visto sceverarsi un breve manipolo di compagni che, innalzando la bandiera bianca del Semp,·e avm,1li!, annunciavano il proposito di ricondurre nelle file l'unità e la pace, disinvolgendo la teorica dalle eccessività e unilateralità esclusiviste e praticamente custodendo le anime semplici dei meno colti seguaci dalla tabe dell'una e dell'altra eresia, noi sentimmo dentro noi l'impulso della simpatia, che suol nascere di fronte alle generose illusioni. Costoro - pensammo - avranno certamente al loro sèguito, e sarà la loro forza. e la loro debolezza ad un tempo, gli innumerevoli. che aspirano ad estendere, o a non lasciarsi falcidiare, la base elettorale,o a crearsi nel partito una qualsiasi posizione. 1Ja questa spiegazione materialistica non valeva per gli iniziatori. Questi erano assillati dal sincero desiderio ,li allontanare dal partito e dal proletariato militante e sofferente il danno delle acerbe divisioni. Essi infatti non saltabeccavano sulle formule vuote, non si ponevano a disegno nel centro, peuhè ò il posto dove si hanno più guardate le spalle, dove è più facile di\•idere per dominare e d' onde, con lievi spostamenti, si è sicuri sempre - di vincere, no - ma di stare coi vincitori. Non essi rieditavano la frase nota ed allegra: " nè a destra, nè a sinistra, ma sempre diritto,.,, o l'altra, che, "uno essendo il proletariato, uno deve essere parimenti il partito socialista 11 - aforisma giusta il quale le associazioni proletarie anarchiche, mo– narchiche, clericali, gli stessi t: Sindacati gialli ,.,,avreb– bero cittadinanza nel socialismo. Ma, nella miglior buona fede, constatando che non vi è errore onde non spunti una particella di verità, cercavano di avvicinare, di fon– dere i contrarii, cli smussare gli spigoli, di creare le ri– sultanti. Soltanto non avvertiYano che coteste risultanti pote– ,,ano essere perfette, ma sarebbero di necessità cose morte. La vita non è mai nelle medie: non è nella stasi. Può produrle, ma, appunto per produrle, deve esserne fuori. La vita è una serìe incessante di adattamenti e di reazioni, di atteggiamenti concreti e quindi - in ogni dato momento - unilaterali ed esclusivisti per necessità, La vita non è la filosofia, nè la critica, nò la storia di se 11tessa. E lo formule perfette, ossia le formule morte, non possono dar nascimento o rispondere a nulla di vivo. Se tentano di rientrare nella vita, rinnegano se !'!tesseo si spezzano. Se il dissenso esiste, la conciliazione delle parole non distrugge, non attenua, non incirte neppure la reale, sostanziàle, pugnace, irreduttibile incompatibi– lità delle cose. La vela, la dissimula, ftnchè le cose con• sentono a non muoversi per lasciarsi, a bella posta, dissimulare: così, a un dipresso, nel duello rlel sur Pa- 11era di e9ilarante memoria. Perciò, malgrado quella simpatia istintiva, noi non fummo e non siamo benigni al cosidetto integralismo. Come ogni movimento tendenzioso e sentimentA.le, cui manca il rude coraggio della sincerità. obiettiva, esso non può - contro ogni suo intendimento - che ritar– dare tutto le soluzioni e inciprignire quei mali che si lusinga di sanare. Irritato dal proprio insuccesso, smentirà poi sè medesimo. Cosl il cristianesimo, chi;', astraentto dalle cause profonde della lotta fra gli uomini, predicò l'amore universale, diventò, per ciò stesso, un perpetuatore di servitù e d'oppressione e condusse logi– camente ali' Inquisizione. Quando Odino i\lorgari - di– menticando le sue pregiudiziali pacifiste - intinge nello sdegno la penna che marchia " i turlupinatori clel pro– letariato 11 , egli veramente accende un rogo morale. . .. La riprova della facile diagnosi è nel manifesto, che cotesti eccellenti integralisti hanno lanciato pel Con– gresso, Esso comincia con una fosca dipintura della pa– ralisi oncle soffre il p~rtito. "A\'velenati i rapporti in– terni, soffocata la propaganda, inceppata la conquista dei poteri, screditata ogni opera, dove scompigliate e scisse le organizzazioni proletarie, dove arrestato il loro sviluppo, seminato a piene mani il dubbio nelle menti e l'incertezza nel.Fazione .., n Noi non fummo mai così lugubri Cassandre. Ma 1 nel risalire alle cause, ecco la pregiudiziale tendenziosa che piglia la mano. Non ò già - come appare evidente a chiunque non prevenuto - il contrasto dei concetti e dei metodi, coartati in uno stesso partito, che a questo crea la paralisi: è l'azione individuale dei di\'ersi "monopolisti del socialismo,,. Chi siano " i monopolisti 11 il manifesto non specifica e forse non saprebbe specificare ..Ma ò il concetto del u sobilla– tore,, che rivive sulla penna dello scrittore integralista; ò il concetto, tutto religioso, del peccato e del peccatore. Presente lo scrittore l'obiezione: la pacificazione cui mirate non può essere che un equivoco. E in astratto rifiuta l'equivoco, al quale - lo confessa - sarebbe di gran lunga preferibile l'aperta scissione. Come lo eviti in concreto, è ciò cbe vedremo fra bre\'e. Non nega in principio (è troppo moderno per osare tanto) la neces– siti~ e il benefizio delle teorie: ma le accetta alla catena e colla museruola. "Ma quando, precorrendo il periodo di elaborazione interiore, le teorie vogliono materiarsi noi fatti per imporre alle masse la scelta fra due metodi opposti, il cui meccanismo non ancora è ben delineato, allora sono dannose. 11 Qui lo spirito chiesastico non si dissimula affatto. Le teorie sono la cosa del diavolo. l~sse avranno diritto di venire (è un male inevitabile) quando i metodi, che sgorgauo da esse, saranno ben delineati. r,a causa sarà. solo tollerata ... dopo il suo effetto. 11 E al dilemma: o l'uno, o l'altro, un partito ha diritto di ri– spondere: nè l'uno, nè l'altro. n A parole, senza dubbio, ma a fatti? Perchè, quando vogliasi agire, e non soltanto predicare il paradiso futuro, e due metodi stanno di fronte, o un metodo o l'altro è pur giocoforza di eleg• gere. E II nè l'uno, nè l'altro 11 vuol dire l'inazione; la negazione del partito, di qualsiasi partito. Per creare una ragione al proprio essere, deve cotesto integralismo foggiare due tendenze estreme, nate dal peccato mortale delle astiose polemiche, fra le quali sedere in mezzo per compiere una doppia funzione di eliminazione e di assorbimento. E, a parole, le foggia di fatto. Qui ci ha preceduto splendidamente il Bonomi e noi non ricalcheremo le sue orme. In realtà non si tratta

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