Critica Sociale - Anno XVI - n. 16 - 16 agosto 1906

CRITICASOCIALE 253 colo religioso non escludo la causa, benchè la ponga ruori dell'ordine naturalo delle cose; Invece il miracolo sociale non pensa ueppu1·e a trovare una cnusa qual– H\asl, ammetLo che dal nulla si possano trarre energie nuove, che debbano traaformare radicalmente un orga– nismo il quale, tra gli organismi esistenti, è il più sta– zionario e si evolvo con estrema lentezza, se si trascu– rano le apparenze. La 1>arte più oscura, gli strati più prorondi e più snidi della psiche collettiva op1>ongono gravissimi ostacoli al procedere della ragione e dello Idee e, nella lotta rra questo cumulo di crerlenze e di esperienze anonimo o lontane o la ragione individualo fattMI chiaroveggente al contatto della realtà, non sempre la vittoria spetti\ a quest'ultima. Nè si debbono conrondore le costruzioni ideali, come quolle di Platone, di Campanella, di Tommaso 1foro 1 che sono pur semJJrO, sotto un certo rispetto, utili al pro– gro~so sociale o mornle, col miracolo sociale; è coRu. naturale che 11011 pochi uomini, ~opportando con impa– zienza i mail e lo Ingiustizie dell'oh'~ loro, si rormino un 1 imagine voga, ma consolante, della realtà che sarà. piì1 tardi, l'imaglno d'un mondo in cui gli uomini saranno giu~ti e buoni, In cui l'egoismo 11parirà.da\ 'antì al bene generale, o le Istituzioni produrranno questi beni senza llolori e senza vlolonzo i ma l'effettuazione di questi idcali 1 nella mente dei loro autori, non ha limiti nel tempo - non si J>O'!sonoquindi tali costruzioni chiamare eflèttl senza causa. . .. Il miracolo laico s·atlende da molti nella soluzione di un problema che Incomincia ad interessare la poco e\'O• Iuta borgboslll lh.liana; Intendo parlare del problema dell'Istruzione e dell'educazione nazionale. Qui Il miracolo sta nell'attribuire una potenza indeft– nlta al programmi, nel pensare che quosti possano mi– gliorare e riformare uomini e co'ie non solo nella scuoio, ma anche nella politica e nell'amministrazione, mentre, dopo molti o ralicosl tentativi, si .,riungerò. rorse a sco• prire un bel giorno ohe I programmi sono quasi del tutto indifferenti o oho I loro buoni o cattlvl effetti dipendono sopratutto dal modo di serviuono o dalle qualità dello persone che se ne servono. Cos\ a Roma si ò costituita da parecchi mesi una Com missione reale, compo,ta di senatori, deputati, alti fun– zionari, insegnanti, che,eecondo l'lntenrtimento del mini• stro 1 dovrebbero dare al nostri Istituti d'istruzione socon• daria "una meditata e duratura rirormn .,, ossia, in altro parole, dovrebbero fttre il miracolo di mutare e di mi• glioraro con programmi stampati un complesso di Isti– tuzioni, cbe è strettamente congiunto con tutto il vasto organismo economico, politico e sociale dei nostri tempi; si pub ben dire, adattando un celebro motto, che ogni società ha la scuola che si merita, o che questa non è che il ri!mltato dolio numeroso energie che in quella agiscono. La sullodata Commissione ha inviato agli studiosi di questioni didatliche, nl Corpi scientiftcl e letterari, allo Facoltà univer~ltarlo, al Collegi del proressori, ecc., ecc., un certo numero di quesiti riguardanti I punti princi– pali della rirorma. scolastica, che potrebbero rar credere che S. Gennaro protegga la Minerva, Por com·incersouo basterebbe leggero I quesiti che el rirerlsco11O ad uno degli insegna.menti 1>lì1 Importanti, quello della lingua o della letteratura italiana, che paro dia ora frutti al– quanto scaral. Spii;ollamo: 2" Quesito. {}uali tomi per lo esercitazioni scritte vi sembrano megllo adatti agli alunni dei vari tipi o gradi di scuoln secondaria? Componimenti d'immagina– zione? s,·olgimento di sentenze e J)rO\·erbi? Riassunto di letture o di lozioni? Descrizioni di luoghi, di ratti 1 di sentimenti ramlgllari agli alunni? Riduzioni Ji poesie In J)rosa? •rraduzionl? 1° Quesito. - De,·o essere obbligatorio Pimpararo a memoria 1>oesle? E In tutti i J{rndi delle diverse scuoio secondarie? E con che criteri dovrebb'essere fatta la scelta per i vari i;tradi? tt• Ques,to. - A Ilo studio della Dii:ina Commedw non si potrebbe assegnare più breve tempo che non gli si dedichi ora? ecc., occ. Sia che si tratti di politica, di colonizzazione o di educazione, dico Il C.ebon, il runesto principio di prestar rode alla rorza meravigliosa del 1•rogrammi è sempre stato applicato con insuccesso e con altrettanta costanza; le nuove costituzioni, destinato ad assicurare il benes– sere dei popoli, sono state tanto numerose o del tutto Inutili quanto I programmi rtestinati ad assicurnre la loro perfetta educazione. Sembra che lo nazioni latino non possano mnnlfostaro perse\'ernnza che noi rimanere redell ai proprt orrori. . .. Como riu<Jclrerno a persuaderci un bel giorno che nella ,•ita sociale non sono possibili i miracoli e che anche qui si notano quel procedimenti che la natura adopera nello sue trasformazioni? Solo quando lo energie che operano nella soelefa ci saranno note e quando sarìl chiarissimo davanti alla nostra monto il ratto che i re– nomeni sociali, dagli Infimi al più elenti 1 sono stretta mente collegati fra di loro, s'incomincerà a sve.,tir•ii di questa cappa di piombo; in maniera analoga il miracolo ha perduto terreno il giorno in cui, almeno nella mento degli uomini Iniziati alla discip 1 ina scientifica 1 sono la con"inzione che tutti I ronomoni, che cadono sotto i no– stri occhi 1 h1mno la loro causa in altri fenomeni na– turali. Nell'analisi dell'altività collettiva si prt'.rnntano dirti• coltà più gravi, Rpeeialmeote quando dalla semplice do• scrlziooe elci ronomeni si vuol passare alle cause gene• ratrici, senza contare che l'ossc1·vntoro non può quasi mai spogliardl dello suo convinzioni, di tutto ciò che l11l ricevuto dall'educaziono 1 dalla razza, dall'ambiente. Vo• diamo perclb che uomini di grande ingegno, dopo R\'erc, con la vigoria del pensiero, lasciato orme prorondo In alcuni rami del sapere, dimostrano poi nella scienza SO· ciale una grande Incertezza oli elev1rno costruzioni dallo ronda.menta poco saldo o clall'ossaturo debole e vacil– lante. Non por nulla si sente speuo affermare che il più grande sociologo ò pur sempre Aristotile! ElllLlO. YOR'SELl,I. ILLATO P3ICOLO&ICO DEL SOCIALISM J\'. bisogni 1lclln tlll"!Sl' 01u~r.1ia. 14. - Il movlmouto socialista ò l'immediato frutto della aumentati\ attività della classe hn·oratrice; d'umt nttlvità. più enorglcn, pili cosconte, pili intelligente. l la\'Oratori, da plccoli cho ora11O 1 porchè stavano lu g!• nocchio (usiamo In tipica rrnso), si sono fatti più grarHli alzandosi In plodl, o reclamano diritti di cui uu tempo non sospettavano l'eiì'ltenza, e lottano aspramente per conquistare uu più alto tenore di vita. Lottano - In– tendiamoci bene - perchè \'Ogliono lottare, non pcrchò siano trascinati lncoscentemente nella lotta da una forza misteriosa ed arcana; lottauo percbò ànno visto che un

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