Critica Sociale - Anno XVI - n. 16 - 16 agosto 1906

CRITICA SOCIALE 251 esser ratto dn una accurata organizznziono delle scuoio tecnologioho intesa ad educare lo giovani recluto poi bisogni dell'imminente futuro. Attualmente la scelta di un mestiere è troppo abbandonata al caso e decisa da una fortuita vaon.nza nel vicinato o dall'ignora.uto OS· servazione dell!l. tempornnea prosperità di una pnrtlco– lare industria. Vero ò che, pur attualmcute, lo nuove industrie sono prontamente provvedute della mano d'o– pera necessaria. Il IM•oro qualificato gode in genornlo di molta fluidità. " D'altro lato, le statistiche degli anni prosperi mo– strano che il processo di trasformazione non è ahbn.– stanza rapido. Il mercato del lavoro potrebhe realmente assorbire una più gran quantità di lavoro qualiftcato, se questo rosse della qualità richiesta. u Se noi desideriamo arrestare Faumento dei lavora– tori ignoranti ed inetti, dobbiamo evitare che ragazzi di tredici o quattordici anni entrino in mestieri, che non hanno avvenire, e pronederli della conoscenza e del– l'abìlità1 che sarà richiesta dalle condizioni dell'industria di qui a cinque anni. li problema è essenzialmente di previsione e di adattamenti regolati dell'offerta ai ri– sultati di tale previsione. 11 Queste sono le proposizioni essenziali dell'indirizzo del Bowley 1 con le quali si accorda mirabilmente il contenuto di una lettera di un nitro grande sh1• dioso 1 lo Smart 1 allo Spectator: " 11 problema della disoccupazione è essenzialmente un problema dell'adatta.monto della popolazione lavora– trice alle condizioni del moderno sistema industriale; se ogni lavoratore sapesse rendersi indii,ipensabile,essere un possessore monopolistico di qualche abilità richiesta, non ci sarebbero più disoecupati. 1 , Parole d'oro, che mettono a nudo la natura vera del problema: l'elernzione della inclh•idualità. del lavoratore; e mettono pure a nudo le illusioni di ta– lune forme di politica di lavoro, che, indirizzandosi in senso opposto, vorrebbero adattare il sistema in• dustrialc ai bisogni o agli istinti clclla classe o delle classi lavoratrici. La durezza dello condizioni, in cui il lavoratore moderno è costretto a muoversi e a. vivere, è una condizione indispensabile del suo assurgere a. indi• vidualità suflìciente a. sè stessa. 'l'utti i primi passi nei grnncli processi educativi sono aspri e dul'i, o quello della classe lavoratrice alla civiltà industriale non è e non può essere una eccezione alla regola. I risultati del1 1 inchiesta della Commissione Reale per la riforma della Poo1·Law furono per la prima volta resi noti dal Burns nella Camern del Comuni, in un discorso che splendidamente sferzava tutti gli apostoli di un solo rimedio alla gran piaga. Il male è multililterale 1 e multilaterale non può a meno di essere il rimedio da applicarglisi; esso dev 1 esscrc " morale, individuale, economico, non meno che so– ciale, municipale, politico ,.,. La. Commissione riconnette il male in ispecie con manca.nzn di energia, di abilità, cli iniziativa, o rnc• comanda, specialmente alle municipalità che han danaro da spendere e geriscono gran,li servizi pub– blici, di curar più la. diminuzione delle ore di lavoro che l'elevazione dei salari, per render possibile l'im– piego cli maggior numero d'operai. I~ meglio che vi sia un gran numero cli operai, che guadagnano tutti qualche cosa, sebbene poco, che non un piccolo nu– cleo privilegiato, che guadagna molto, e un gran numero sul lastrico, che dev'essere mantenuto 1t spese della collettività. Questa politica sarebbe sbagliata se mirasse nd elevare i salarì, perchè urterebbe contro le leggi dell'equilibrio economico; ma è al di sopra di ogni obbiezione quando mira a suddividere tra un mag– gior numero il salario e il lavo1·0 1 che pur sono ne– cessari. gssa. non implica alcun ulteriore e ingiusto sacrifizio da parte della gran nrnssa. dei contrihucnti 1 e 1 nel mentre evita a molti la,·orntori la demorttliz– zazione dell'ozio e elci soccorso puhblico o privato, educa la élite della classe a doveri di solidarielil o abnegazione, rinunciando a una 1>nrtedei salari 1>0• tenzir~lmcnte più alti che le s1>0tterebbero 1 a bene– ficio degli strati meno efficienti e mono fortunati. [) Hurns pensa. pure di dar lavoro a. molti mc~ dianto un processo cli rimboschimento dì terre clella. Corona. u Il grande problema, egli ha detto, sta nel distin– guere il disoccupato sfortunato e abile, dal disoecupato schiavo dell'ozio e del vizio. Il principio fondamentale della [,egge dei Poveri, seeondo cui lo Stato provvede al mautcnimento di quest'ultima categoria 1 sottoponen– dola però a tali condizioni di durezza, da far preferire il Ia,·oro libero, deve rimanere per ossaj ma 1 in quanto all'altra classe, dev'essere integrata col principio della educazione dello nuove reclute allo nuove e sempre mu. tevoll condizioni della vita industriale. ,., Paro dunque che nella riforma 1:1ocialedevono es• sere contemporaneamente tenuti presenti i due prin– cipi della selezione naturale e della artificiale; la società, JHJr non infliggendo inutili dolori ai suoi membri incapaci rli renderle qualsiasi utile servizio, deve trattarli però in modo sufficientemente duro perchè la loro sorte non diventi invidiabile o il loro numero non aumenti i 0 1 d 1 altra 1>arte 1 è interessata a che nessuna energia utile perda l'occasione di rendere i suoi servigi 1 e quindi a rimuovere lo dif– ficoltà o transitorie o artificiali, che si oppongono all'impiego delle energie dei volonterosi e dei capaci. E così, per quanto errata nel suo modo di inter– pretare il ·fenomeno della disoccupazione, la veduta socialista avrà pur servito a qualche cosa. gg13n, de– nunziò il male 1 assegnandone erronen.mente lo cnnsc; ecco tutto. E 1 anche nella diag11osi, non è stnta to• talmente errata; con la sua stess11,esngcraziono dC'I principio clell1intorvcnto sociale, essa. giovò a fermar l'atten'l.ione sulla portata e sui limiti di quC!'.tO.In tutti i problemi 1 in qualsiasi campo dello scihilc umano, lo stadio dogmatico ha sempre preceduto lo stadio critico. I~ così, a. fortiori, non poteva 11011 es• soro anche nello questioni sociali 1 quelle ove pili gli interessi e le passioni cli parte e di classe \·algono a. prolungnre la confusione delle vedute e il regno dei pregiudizi. li socinlismo fu anzitutto denunzin, non soluziono. Jl~d è solo così che si può spiegare il fenomeno, no– tato dal Loria in una rassegna delle recenti piì1 no– tevoli opere di sociologia ed economia italiana, re– centemente apparsa noli' Economie Journal, della ste– rilità. intellettuale, della assoluta assenza di nuove idee e correnti nel socialismo italiano e, aggiungo io, continentale in g-encre. Lo notavu. anche il 8haw in una recente polcmicn coi socialisti tedeschi. " I/es– servi uniti in matrimonio indissolubile con Marx vi ha con dannati a una cattolica steriliti\. 11 F.cl è male che così sia 1 perchè la imhecillità eo– sti tuzio nale e l'egoismo bruta](' o sfrenato delle classi dirigenti italiane, senza correnti avverse, for· temente temute e rispettate, non solo nel senso po– litico, ma come de1)0sitarie d'una forza idealo in continuo 1>rcpotente sviluppo, non faranno che assu– mere proporzioni mngg-iori, fino a trasformare l'ltalia intera in una seconda Spagna, incatenata mani e piedi al Papato, ai preti, ai frati, allo mo1rnche e al\ 1abbiezione che avvolge tutto un simile stato cli cose. ANGELO CnESPI.

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