Critica Sociale - Anno XIV - n. 20 - 16 ottobre 1904

308 CRITICA SOCIALE t2° Lcg,islazione del lavoro: riforma del prohi– virato e sua estensione ai conflitti collettivi - ri– forma della leggo sul lavoro delle donne e dei fan– ciulli, e Cassa di maternità - contratto di lavoro - riposo settimanale - ispezioni del lavoro - as– sicurazione obbligatoria per l'invalidità e la vec- 0hiaia. Assegnando a sè stesso questo cò~npito di lavoro immediato, il Gruppo parlamentare intende a deter– minare nella. struttura borghese condizioni più favo– reYoli alle riYendicazioni finali del proletariato) che mira alla abolizione del salariato mediante la· instau– razione della proprietà collettiva e la Ol'ganizzazionc sociale del lavoro. ANCORA DELLO SCIOPERO GENERALE Le llifosc e le requisitorie di n11 socialista galantuomo Messo in istato d'accusa - giusta i nuovi costumi giacobini - dal Circolo socialista di Bergamo per la sua nota lettera al 1'empo, l 1 'ederico Maironi, tl'at– tenuto da fiera malattia in un Sanatorio valtellinese, rispondeva con la lettera. che riproduciamo qui sotto. La riproduciamo per parecchi motivi: perchò col– lima - salvo alcune differenze pii1 fòrmali che so– stanziali - con le opinioni da noi espresse, sul recente sciopero, nell'ultima Critica j perchò le os– servazioni ciel 1faironi ci sembrano degne di più larga pubblicità che non gli sia consentita dal gior– nale socialista il Pensiero, in cui fu prima stampata; ma sopratutto pcrchè è un atto di fierezza e di onestà politica, meritevole di venir segnalato ad esempio oggi più che mai, mentre un'atmosfera di ricatto stringe al silenzio tante labbra e arruggi– nisce tante penne .... A :Federico ?ilaironi vada tutta la nostra solida– rietà. e l'augurio affottnoso che la quiete del salubre rifugio lo renda presto - in tutto il suo vigore - alle lotte generose poi comune ideale. Plnota di Sortcnna, a ottobre 1904. Alla Commissione Esecutiva del Circolo socialista di Be,·gamo 1 Sono lieto che non mi si sia giudicato senza prima ascoltare le mie spiegazioni. Non per me solo, ma per tutti. L'essermi stato riconosciuto il diritto a render conto, vuol dire che nel Circolo la passione non è giunta an– cora a tal violenim, che non sia pili possibile discutere ecriame11te 1 colla desiderabile equanimità e con risultati non indegni del nome socialista e della pubblica aspet– tazione. J.''folmio telegramma al compagno Gatti ho espresso il desiderio che le accuse che mi si muovono sieno bene precisate. A questo mio desiderio, non capriccioso, nò vessatorio, ma legittimo, risponde incompletamente l'or• dine del giomo votato dal Circolo. Alla indetermina– tezza di quell'ordine del giorno farò iu modo rti sup– plire io, aiutandomi, se mi riesce, a indovinare quel che è stato il pensiero dell'assemblea. È inteso che, se altre spiegazioni mi verranno richie• ste, le darò. J. Lo sciopero generale. 1. " Voi avete disconosciuto il diritto allo sciopero genentle. 11 -i;: questa la ))rima accusa specifica che n vo dall 1 or~ cline del giorno, ma in essa ò una improprietà su cui debbo richiamare il Circolo perchè, se non a tempo corretta, può essere, nella discussione, pericolosa. Non ò questione e non può essere di un clirilto allo sciopen genemle. So consideriamo lo sciopero generale comi'.! espressione della libertà di sciopero, nessuno può dubi• tare della sua legittimità. di fronte al diritto vigente. So lo consideriamo invece come atto rivoluzionario, è assurda ogni indagine sul suo carattere giuridico. La rivoluzione è essa stessa fonte di diritto e titolo, ma non ha bisogno di alcuna legittimazione. Le basta i' successo (naturalmente, se non le vien meno). La questione perciò ò ben altra: " Se si debba o no i.: consentire alla assunzione dello sciopero generale po " litico tra le armi colle quali si combatte la lotta di 11 classe - se lo sciopero generale politico risponde o 11 no alle necessità della lotta, agli interessi del prole• 11 tariato ed al suo stato odierno di elevazione ìntellet– " tuale e cli educazione 1wlitica - se infine io (perchè " è di me che si discute) sono in massima. pro o contro " lo sciopero generale. ,, Ora io osservo che la mia lettera al 1'empo non po– neva in alcun modo sul tapJ>eto la questione che ora mi si fa, e che io potrei anche rifiutarmi di rispondere Perchè, se anche il Tempo ha. male interpretato il mio pensiero, questo non fu l)erciò meno chiaro. f.,a mia Jet lera dice testualmente: "Il convegno di Milano ha. con– " stata.to con vivo compiacimento il generoso ris,•eglio " delle energie popolari. Io non mi sento d 'interpreta.re " con tanto ottimismo Io sciopero generale. Noi pensiero " di obi gli ba dato la. spinta e lo ba rovesciato per le " vie di Mila.no e delle altre maggiori città, ecc. 11 Apparo chiaro da tale contesto che lo sciopero gene– rale, che io non mi son sentito di interpretare con tanto ottimismo, che ho anzi aspramente giudicato, è lo scio– pero generale, at quale fu data la spi.nta e che (lt rove– sciato 1>erle vie di Milano, ecc. ; cioò non Io sciopero generale in astratto, proclamato per il raggiungimento di un'alta finalità politica, ma quello concreto per il quale ho scritto. All'indomani cli gravi avvenimenti io non poteva, senza peccato di accademia, mentre mi ac– cingevo a parlare per debito <Ii Rincerità e <li coscienz11, 1 formulare giudizt e sputar sentenze di ordine affatto teorico; sarò tutto quel che si vuole di peggio, ma non un bizantino. 2. Adesso però, perchò sono invitato, sia pure in grazia <li un equivoco, ad esprimere la mia opinione anche sullo sciopero politico in generale - o una di• sputa teorica non riesce afl".ttto inopportuna. - dirò ohe in massima, a tale sciopero sono avverso. In massima, dico, perchè nulla ò 1>ii1 ribolle alle for– mule, che h~ politica, e non ò possibile dettarle norme assolute. Prima che io motivi il mio giudizio 1 tollerate però che, a scanso di malintesi, io mi accerti che siamo tutti ben d'accordo su quel che è sciopero generale politico. Non ogni sospensione generalo dol lavoro, se anche or ganizzata per intento politico, ò lo sciopero generale politico. Domani i lavoratol'i di tutta Italia sospendono simultaneamente il lavoro per un giorno allo scopo di domandare l'approvazione di una legge o la riforma di un'altra. Questa è la manifestazione grande, colossale, imponente, della volontà proletaria su un dato argo– mento, ma non è lo sciopero generale politico. Di queste manifestazioni una ricorre ogni anno a data fissa., iu tuUo il mondo, ma nessuno ha mai qualificato sciopero generale il primo maggio ('). (1) Noi lo qua1!1lcammo oosl: ma, oomo ili ve<lc, è questiono di nomonolatura c110non toc~ al ronclo <lo dibattito.

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