Critica Sociale - Anno XIV - n. 10 - 16 maggio 1904

CRITICA SOCIALE 147 nel 1848, Carlo Marx. Un movimento non si cren, ma lo si dcrh•a confcrnht\'R Blanqui con una frase famosa. E mentre questa i1>otosi storica creava la possibi• lità di una dittatura del 1>rolotariato, un'ipotesi eco– nomica k·::rittima,•a la sua prc-parazionc rivoluzio– naria. Le classi 01>craio sarebbero, secondo il :l.Iani– fcsto comuni3fo 1 <'ll(luto in uno. miseria sempre piì, squallida, in un abbrutimento semJ)re più feroce. ('c,sì d10 <1uando questa s1>ogli11ziono avesse rag– ~iunto il limite c~trcmo, oltre il quale l'istinto della vita è pili forte delle repressioni sociali, l,insurre– zionc violenta, la guerra fra le classi, la solleva– zione di tutto il proletariato sarebbero apparse le uniche vie di salvozzi1. Orbene, quc8te concezioni superate del Manifesto comunista, formano anche oggi 11essenza del metodo rivoluzionario. Qualcuna ha dovuto, rtavanti all'evi– denza, ntterrnnrAi alquanto, quasi timorosa di essere colta in fallo. ~la qunlc nttenuazione cavillosa per degli spìriti rivolu,donari! L'immiserimento crescente è :.tato interpretato come un f.ttto non assoluto ma relativo, precisamente conw i sci giorni della crea– zione bibliCft sono stati dippoi, da glossatori indu• strio~i e 1>ictosi, innalzati alhl dignità di epoche. Co:;ì, pur dovendo ammrtterc rhe la elasse operaia innalza, mercò i suoi sforzi o~tinati 1 il livello della sua esistenza, non si è voluto abbandonare quel pes– simismo che è h1 preparnzionc psicologica della cata– strofe, non si è voluto rinunciare alla funzione dello spasimo nella profetizzata. insurrezione proletaria. Quanto alle i1>0tei-;istoriche ciel Manifesto, il 110• stro ri\·oluziorrnri8rno odierno è cli una fedeltà a tutta prova. Xcs:;una dello grandi esperienze ciel secolo scorso ha distrutta la :,ua fede superstiziosa, nessuna influenza della nostra vita moderna ha reag-ito sulle sue illusioni. l.n fiducia della conquista della mag– f!'iOranza parlamentare volge al suo tramonto. Se l~ngels scrivesse 1u1cora le sue previsioni di un Beichstag- socialista, YC'r-rrhbr messo al hando dal suo discepolo Kaub;ky. C'otitui, r ('Oll lui la mag– gioranza dei socialisti tedeschi, ritorna ancora a sognare le grandi ('risi rivolmdo,rnrio in cui il pro• letariato potrìt por avventura trovare, come un filone d'oro che i commovimcnti cli un monte met– tono allo scoperto, hl. propria lihernzione. " Noi dob– biamo - SC'ri\'Cil Kautsky in una sua pubblicazione recente - contare sulla pos8ihilit:l di una guerra in un tempo prevcclibile, e 1-1nchc sulla possibilità di scosse politichC', le q1rnli o finiranno direttamente in insurrezioni proletari<', OJlpure spianeranno loro la strada . ., 1:; il hlanquismo clH• risorge, è I' u atto ri– ,·olutivo ,, dei rivoluzionari ih1lhrni rirwiuto a quando la borg-hesia si deg-nerà. cli dare essa stessa il segnale cl'nttacco. Inutile dir<' che queste ipotesi catastrofiche non hanno J)Cr noi akun valore. lJna previsione rhe più di mezzo sc(•olo fn poteva apparire legittim~, non ha diritto di mantenprc un partito fuori della Yita e in c-ontra(òltocon la realtil. I partiti vh•i non hanno dei lihri santi a cui chiC'drrP h• norme della. propria eornlotta j mu traggono dall1espcrienza ì suggerimenti, e attingono dalla vita i propri metodi. Ora è indubitato tho in l~uro1>a, dalla puhblica• zion(' del )h111ifcsto (•011rnnist;1 ad og~i, un grande elc111011toha mututo profondanwntc il nostro clima sociale: hl. dcmo<'raziu. I.o Stato 11011 (, più il Uomituto di mu1 classe che lo chiude inesornhilmcnte il tutte lo altro. Col sul'– fri:igio uuivorsule anch'esso, eomc gli altri poteri pub– hlici di minor eonto, si 11prc a tutti i partiti e a tutte le classi. C:CtH-ut <1uindi il hisog-no di conqui– stare il poterr politico con un atto di violonza 1 dappoi eh!) hastn per impadronirsene l'uso effettiYO df'l diritto di voto. F. non solo è suflicionte <1ucsto nuovo strumento di conquisto, ma è ormoi il solo Jlossihilc. Il proletariuto chr, pur essendo minorunza, arrivasse a conquistare il potere politico con un forturrnto colpo di mano, do– vrehhe abolire le forme demorratiche per instaurare la propria dittatura. Ora l· pensnhilc e proponil>iltl que– sto~ I•: non C evidente thc, se l'a.v\'cnto della. classe proletaria cl('\'t'.' essere chmuuro e conciliahilc con la dcmocrazin. essa dcv(' 1>rima diventare la. mag-gio– ranza legale del pncsc ~ Così In. dcmo('ri1ziil. ha distrutto non soltanto hl necessità delle insurr('zioni violente, ma anche 11at– tesa dPlle catastrofi lihcratrici. Xoi non tendiamo ansiosi l'orecchio a tutti i rnmori di guerra, con la speranza di trarre diti fermenti del sangue l'ebbrezza. rivoluzionari11 1 ma noi possiamo lavorare alla pace del mondo, pcr:,uasi che nella pace si consolidano le conquiste proletarie e che dalla. somma cli queste conquiste vern 1 1 la giustizia liberatrice. Così pure noi non abhiamo hisogno di credere nell'immiserim011to continuo, inarrestahilc ciel prole– toriato, per attC'ndcre con gioia at-ipra l'ora della sua vendetta . .Noi constatiamo anzi 1 senza reticenze e senza paure, che questo immiserimento progressi\·O non si è forturrntttmonte avverato nei paesi a pro– duzione in<ludriale, e che, nl contrario, mercè lo sforzo assiduo degli operai organizzati, mcrcè hl conquista llcmotrnti('a dl'i 1>oteri pubblici, in virti, dell'istruzione obhlig-atoria, delle norme d'igiene, delle leggi protettive del lavoro, dei nuovi istituti di coo1>crHzione (' di pre,·idenza, questo proletariato si è alzato di tanto dal suo imtico tenore di vita da non essere pili estraneo II nessuna forma. di atti viti, intellettuale ccl artistica, così da renderci fiduciosi che In sua ,•ittoria 11011 sarà. la "ittoria dei t. bar– bari ,,, ma il trionfo di un'umanifa più atta ad in• tendere e n creare una civiltà superiore. 8d eccoci allora cli fronte a due concezioni, iden• tichc nella materia onde è fatto il loro movimento la class<' proletaria che muove alla sua libera– zione -, ma profondiuncnte div.erse nel modo con cui questa materia deve esplicare la forza cho reca dentro cli sè. L'un metodo attende la catastrofe e vigila perchè la conquista graduale elci potere e lo successive riforme non indeboliscano lo spirito pes– simista, donclo rampolla la fede nella insurrer,ione violenta. L/altro metodo, invece, handita ogni cliffì– dcnza per le forme democratiche, intende accrescere con il loro mezzo le forz(' J)rolctaric fiuo a. farle prevalere. L'uno è il rivoluzionarismo socialista, l'altro è la democrazia socialisbl.: il primo si ricol lega a formule che hanno mezzo secolo cli vita, la seconda è il risultato delle esperienze recenti. Perciò rappresentano due fasi: l'origine e lo sviluppo, l'in· fanzia e la maturità. Come tenerle strette insieme~ Quale '- programmi-1 medio ,, può unificare i metodi che divergono? Quale 11zion(' può richiedere n lungo un lavoro concorde~ Inutili quesiti, 1:'ine risposte. Nella classe proletaria si va accentuando In stessa vtirieh\. di cs1,crienzc, cli hviluppi, di interessi che già se1K11·ò in partiti distinti l:t cla~se horg-hesc. Gli operai orgunizznti sc>ntono l'importonza delle riforme piì1 che non l:t massa amorfa o caotica: anzi molte riforme sono esclusivamente per loro. Il proletariato inglese e frnncesc capisce la drmocrnzia più del tl~– de~co che la vcdr soltanto aUravc1so le nchbic drl– l'astrnzionc. Oli opc>rni \1cll 1 11lla rtalia hanno un cu– mulo di esperienze che non hanno 1ttratto quelli del Mozzog'iorno. I•: ht difl'crrnzazione prosegue per arti, per mrsticri, ,,er coltura, per temperamento. Così eia questa nrntPrin unica il prol('tariato sorgono dei nuclei distinti che hanno ciascuno un loro particolare moclo cli inteuclcrc e di attuare ht lotta di clnssc. Questi nuclei si raggruppano oggi

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