Critica Sociale - Anno XII - n. 16 - 16 agosto 1902

252 CRITICA SOCIA LE Separare la politica del paese da quella del Parlamento, o peggio scambiar l'una per l'altm, ò fare offesa alla verità e nuocere alla democrazia. La politica socialista. Ma la vita politica del paese è ella indebolita o ac– cresciuta? In verità. oggi non si può pH1parlare di un'unica vita politica. Nei giorni dell'ostruzionismo tutto il paese pen• snnto ed operante vibrava di una stessa speranza, si esaltava per una medesima idea. Ma oggi - non per l'opera. diabolica di Oiolitti, ma por il primo soffio della liberfa - c'ò una politica socialista 1 una politica re– pubblicana, una politica radicalo, una politica eonser– \'t\trice. na ciò il primo errore dei confronti affrettati. Quando c'era un'aspirazione pressochè unica, ogni nostra inizifl• tiva trovava un'eco immensa, ogni nostra voce una cassa sonora, che la diffonde\'a moltiplicata. Oggi, invece, che ognuno parla la 1>rOJ>ria ra,•ella, noi sembriamo pili de• boli cli quel che non fossimo ieri. Sembriamo, ma non siamo. Un.sta guardarci intorno per distruggere il pessimismo dei melanconici. Nel 1900 le Camere del lavoro ernno 13; oggi toccnno l'ottantina con 350 mila nderenti. Due nnni addietro, nel deserto sconsolato del nostro proletariato agricolo, solo qualche oasi attestava la ,·ita. Oggi 1293 f.,eghe federato raccolgono 240 mila contadini. Negli anni della renzione lo scio1>eroera un privilegio degli operai industriali delle città J>iì1progredite. Oggi invece lo sciopero ò lo strumento di ti1tti, degli opernl e dei contadini, dei braccianti e elci mezzadri. Le poche centinaia di scioperi annuali ora sono diventate le pa• recchie migliaia. Ogni categoria tenta il suo scio))ero, ogni paese assiste alla nuova lotta operaia: ò una. specie di ebriefa dopo una astinenza di anni. Certo non tutte le lotte sono coronate dalla vittoria, ma. intanto il pro• lotnriato ra i muscoli, e impara rrocbelinnamentc quello che ò la lotta di classe. Nè le recenti battaglio elettorali sono meno incorag– gianti per noi. Giammai come oggi il partito socialista ha J>otutomettere in campo un esercito cosl numeroso. Non vi è quasi Comune in Italia in cui il nostro par– tito, o da solo o alleato con altri, non sia sceso a com– battere. Da per tutto si ò flnalmente intesa questa grande ve– rità: che la reazione non si vince e l'avvenire sperato non si affretta con la sola posa gladiatoria nel Parla– mento e con la sola propaganda astratta nel paese, ma che occorre abbattere uno per uno tutti gli ostacoli, J>U· riftcare i mille e mille ambienti da cui sale la corru• zione e la menzogna, liberare glt spiriti dalla supersti• zione e i corpi dalln rame, dischiudere il passo a tutto le energie giovani e rinnovatrici, contenere le impazienze legittime ma dannose, rifare filo per filo tutta l'orditura politica della nazione. Vorrà. il Congresso di Imola assecondare quest'opera vasta e paziente? · lo lo auguro nell'interesse del proletariato, in cui, 1101- l'ora che volge, ò tanta parte dell'n.V\'Cnire d'Italia. J VAso1,; lloso~11, relatore. Abbonamento cumulativo Critica sociale ed Avanti/ anno L. 21, se– mestre L. :l0,50. B I teca G n B anc-o POSTILd.tA POI.tEIY(ICA l~nrico .Ferri, nel Socialismo del 10 corrente, ripro– pone, per la nostr11. tattica elettorale, l'apriorismo intransigente già do. lui sostenuto, con molta tenacia se non con pari fortuna, in tutti i Congressi ciel Partito, e anche quando l'unione dei partiti popo• lari " formatasi spontaneamente ccl utilmente " non era ancorn giunta alla su,~ pretesa " clcgencrn– •done 71• Tre sono gli argomenti che egli aclopra a sostegno della sua tesi, o che noi esamineremo e confuteremo brevemente: l 0 - L'alleanza coi partiti affini è sempre im– possibile " sul terreno della vita nmministrativa o politica., pcrchè, so anche ridotta Ili minimo denomi– natore comune cli un progmmma, minimissimo, re– stono discordi - fra i partiti individualisti e bor– ghesi (repubblicano o radicale) e il partito socialista - i critert e le tendenze e lo energie per l'attua– :.done del programmi~ medesimo 71• Qui ci troviumo dM'anti ad una. accusa generica, che ha bisogno di qualche esemplificazione per acquistare consistenza e valore .. E J.'erri ci reca tre esempi che dovrebbero provare il suo nsserto. Il primo esempio ò questo: In refezione scolastica, che deve essere un obbligo del Comune, diventa, poi nostri nlleati borghesi, patronato scolastico. L'esempio ò contrario alla. veritl'1. 1 partiti repub• blicano e radicale, e, in alcuni luoghi, anche il li– berale e il modernto, hanno accettato e attuato il principio che ht refezione scolnstic11.debha integrare l'obbligittoriefa cloll'istruziono e quindi essere un dovere del Comuno nuovo. Nò regge hL subordinata del Ferri che, nncho li\ dovo la refezione scolnstica è a carico del bilnncio comunnle, essa per volontà dei partiti IJorghesi " si atrofizza e si dissecca ,, La riforma, essendo connessa alln potenzialità eco nomica del Comune, non può " estendersi e svilup parsi " come immagina il Ferri, e le amministra– zioni socialiste cli Heggio Emilia., di Guastalla, di Suzzara, di Collo d'Elsa, ecc., ecc., quelle che, bcnchò amministrino " con critert netti o precisi "' non si differenziano affatto dalle altre amministrazioni de• mocratiche, 1>0trebhero fornirgli a questo proposito molti interessanti cd utili insegnamenti. Il secondo esempio è alqunnto vaporoso. Esso dice: " la riformfl. tributaria, che per i sociRlisti consiste nel sollevare i poveri per a.ggravare i ricchi, incontra - per divergenza di interessi - la oppo– sizione, più o meno passiva, nei rap1>resenta.uti degli altri partiti 71• Qui bisognerebbe dire quale o quali riforme, concordate dai partiti 1>opolari, trovano poi opposizione nei nostri alleati. E'orse la graduale abo– lizione dei dazi, a cominciare da quelli sui generi di prima necessiti\? Ma questo ò programma antico di tutte le frazioni della democrazia. Porse l'imposta progressiva sul reddito? Ma. questa imposta, che noi Comuni non può che assumere Ja forma di imposta di famiglia o di im1>0sta sul valore locativo, ha. già il tipo progressh•o in molte città amministrato eia democratici, eia liberali e perfino eia moderati. Roma, ad esem1>io 1 hn per l'imposta di famiglia il pili atto massimo d 1 ltalia. n Perri però scrive pii, inn1tnzi che la riforma trihutaTia deve consistere pei socia– listi " nell'imposta progressiva ~ml JX,tr-ìmonìo dei ricchi "' }i, 1>0sta così la questiono, la sua tesi trionfa: se i socialisti, concordando coi partiti alleati un programm" di riforme tributarie, intendono si– gnificare, con questu frase vaga, l'impoMa progressiva sul patrimonio (il Ferri è troppo colto 1mr scambiare il patrimonio col reddito), potrnnno vedere suhito che i " loro criterr e le loro tendenze ,, sono in

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