Critica Sociale - Anno XII - n. 3 - 1 febbraio 1902

36 CRITICA SOCIALE basti n porne In rilieTo l'idea. direttiva e le consegueme possibili. Si ,•edrà che la costante J>reoccupazione di i\lillcrnnd ru cli legare lo sviluppo della classe operail\ n quello della società; egli ,tentò di far penetro.re lo spirito democratico nel regime dell'officina, favorendo le Istituzioni operaie autonome, come facendo rappresen– tnrc dallo Stato, al pari degli nitri interessi, l'interesse della ela~sc OJ)eraia. Egli non pensò che si potesse astrarre la forza speci– llcn del proletariato e che questo rosse un'entità o ror– nrn~sc una massa omogenea; non poteva quindi su1>– porrc che la classe operai/\ JlOSSiedn.una forza capace di trn!lfornrnrc, mercè le sue J)roprie risorse, e la pro– pria condizione e quella licita socict.'i. l.1~coscienza cli <1t1C!~tn. clnssc ò tro))))Ovnriabilo I troppo rrnmmcntnrin, corno In. sua azione gittl'idicn. o JlOliticll. Le sue di– ,,crso mnuifestnzioni, nella vita economica o nelle sue lstitu:r.ioni, Sindacati o CoOJJcratlve, svelano una debo– lezza ancor troppo grnndc JJCr poter essa pensare a un'azione csclu•*·a ed unirormc. Millerand sì diede quindi J)Crcòm,,ito di sahaguardarc i destini del JJroletariato, ninf,lllHIO lo s, 1 iluppo dello sue istituzioni laddove es-30 prende coscienza di sè medesimo, o d'altra J)1trtocollo– cnndo i delegati dei suoi Sindacati in seno agli org:rni (li controllo dello Stato, in seno allo Commissioni <lo\'C si compie l 'clnbora:r.ione delle leggi e dei decreti che iu– tere1t1tnnoIn vita operaia. l•:~li elJlJo dunque un concetto molto realista del mo. vimento OJ)traio e del movimento politico, che non su– bOr(linò 1111110 all'altro, ma combinò por Jnlisa ch'essi si J)euotrino reciprocamente. Quest'opera clemocratic<1 eoJ>e- 1·<1i<1 do,•ca tro,•arc contro di Rècoloro la cui concezione ò sopratutto politica e giacobina; combinazione delle forze dello Sfo/o e ,1ella Ci(IS# (J}Jtl'Ctic,, dO\'CVfl.llO aHcr– snrla coloro che cre(lono ad un nssoluto divorzio fra la politica e l'oconomi:1 1 per modo che i loro rapporH 11011 possano essere che ,li dominazione di quelllt su questa. Vedremo quanto vale questa conce:r.ione nstratta dello Stato, che troverebbe la sua giustificazione solf.ftnto noll1\ rcnziono cli gruppi opcmi, i quali abbnndonas.'icro ogni attività propria. JJCI'affidt11·siuuicamente al1 1 intelli• genza dello Stato. Certo il voler dirigere l'economia con rcg-ole fljjse e universali, ostacolnndo lo sforzo indi\'i– duflle, l'esperienza personale, l'nggruppamento naturale o autonomo, uon sarebbe esente da J)Cricoli e condu~– rcbbo nl sistema. sansimoniano o al socialismo di Stato. )la le riforme introdotte da i);!illerand, quali i Consigli del lavoro o il suo disegno di legge sull'arbitrato('), oltre che non htm110un ct,rnllere universale, tendono piutt.osto, ci Rembrn, e lo dimostreremo, a sbnrnzzare l'operaio dalla tutela J)olitica o 1)adronnlo, o, lasciandolo solo dnvnnti all'interesso prorcssio11alo ch'esso solo devo di– :,cutere o tutelare, mettono completamente allo scoJJerto la Rua responsabilità economica j e gli mostrano anzi meglio la dcHcieuza delle rrno ))rOJ)rioislituzioni, che hl legge stessa. chiama n. cooperare ai suoi sforzi. Questo ò il carattere saliente del decreto e del disegno di legge dianzi citati, i cui particolari d'altronde potrebbero facil– mente venir modificati. l)aun adattamentoscm11ro maggiore degli intore.<Jsi gene– rai i dello Stato con quolli della classe operaia deve nascere piuttosto per quest'ultima una più elevata coscienza della sua runzione sociale. Lo Stato, elevando gli organi operai, ad Istituzioni proniste di CftJ)I\Cih\,permette ai loro membri di acquistare una coscienza indi,,iduale supe• B1b ot C3 l:ìino H1ar o riore, capace di determinare a sua ,,oJta nuoyeconcezlonl giuridiche in armonia coi nuovi Interessi. Può eosl arri• varo il momento che la coscion:r.adella classe operaia sia a.bba~tflnza ele,•ata e la sua attività abbnst:rnza estesa per assorbire te funzioni dello Stato, che reco passare sue• cessi\'arnente le differenti capacità nelle istituzioni ope– rnie. i\la ò questo un punto.limite, ,·erso il quale tutto lo attività. debbono tendere. Si lntentlorà dal fin qui detto che ò impossibile, nello esporre le rirorme di )lillerand, di rare una divisione netta tra quelle che interessano lo Stato e quelle che iscmbrano rirerirsi più direttamente atl'atth•ità operaia. Sono come i due lati di un angolo, dal cui \'Crtice può sempre misurarsi ciascuna. di quello riforme. Studiandolo separatamente, si comprenderebbe inoltro meno bene il legame ch'cssc hanno cogli 1tvvenimenti, i quali, ad ogni Oovorno, offrono l'occasiono talvolta necessaria ad una da.ti ~rirorma e ne spiegano taluno moda.lit~. Oiungcndo al Ministero, .llillcrnnd do,•elte anzitutto preoceupnrsi dell'applicazione delle leggi in vigore e dello s11irito che anim:wa a tal riguardo gli a.genti degli organi all'uO))O cosl-ituitì. Cosl seoprh 1 nnsi le lacune di c1uegli organi e di quelle lcg~i. E per tal modo egli spremeva tutto il succo ))OSttibileclolle vecchie leggi e orientava gli organi amministrfLth•i, dn uua legii;laziono OJ)ernia che non aveva tino allo.-n. conosciuto che il di• ritto e il contratto ))rivati 1 \'Crso la 11uo,·a concezione giul'idica in formazione. 1~: nella circolare del 24 ngosto 1899 ni prefetti, che si trova In prima preoccu1>azione di Millerand di fare degli organi del potere esecutiYO gli ngenti e gli interpreti dello leggi operaie. Quella circolare rìchiamò la loro attenzione sulla. trasformazioue che avo,·a im1>ressoal nostro diritto la legge sugli infortuni del lavoro, 9 a– prilo 1898. li'ino allora questa materia era regolata. dal diritto privato. Padroni e OJ)erniera.110 considerati ugut~li tanto uella formazione elci contratto di lavoro, quanto nello ,,arie situazioni ad CilSOsuccessh•e. Il contratto rimanc\'n. individuale, il ))roccsso civile per danni da infortunio seguh·a le normo del diritto comune, l'OJ)eraio, come attore, do,·eva dare la pro,·a della colpa del pa– drone. Per la J>rima YOltn,eolln legge del '9S, il òiritto pubblico inteniene. JI princiJJÌOdel rischio i,rofessi,mc,le ò ormai consacrato al 11ari del diritto dell'operaio al– Pindenniz:r.o i indennizzo, sottratto all'estimazione del giudice e fissato dalla legge, seu:w, che l'operaio 1JOssc1, rfnwu;iarc al suo diritto. Con cotesta. circolare Millerand si fece 1>rimacommon– tntoro di ciò ch'egli siCilSOchiama. un "diritto nuovo"' diritto ch 1 egli fonda tanto su motivi desunti dallil idea ,li giustizia, quanto sulle nuovo condizioni dell'industria. Questo modo di considerare i problemi sociali era affatto nuovo o do,·e,•a colpire lo s11irito dei )lreretti. Sollecitare il loro concorso nella esecuzione di quella legge era s,·egliare la loro attenzione sui ra))porti ordinari rra J>adroni o operai, cosa tanto piì1 importante dO\'Cndo essi inten•eniro, in caso di scioperi, non solo per la diresa degli interessi privati, nrn. altresl con mansione di conci• llatorì, a richiesta delle parti o del Governo. Ciò no guida a toccare dell'atteggiamento del Governo noi conftitti di lavoro. Non può negarsi una certa solidarietà fra i membri del Ministero che debbono risolvere quo~tioni interessanti la classe OJ>eraia; solidarietà tanto di rronto alle parti in conflitto, quanto nella ricerca di soluzioni speciali o

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