Critica Sociale - Anno XII - n. 3 - 1 febbraio 1902

CRITICA SOCIALE 35 tczionisti. rn Jtaliil non si lrn, frn. gli operai e nep– pure fra i loro capi, un(l coscienza ben netta del– l'importanza pratica di questi dibattiti; ed accade perciò che noi, che vogliamo una 1>olitica doganale orientata in senso liberista, facciamo la figura cli dottrinari del capitalismo, litiganti su cose che ai proletari importano J>Oco. E potrei continuare. Quasi tutti i problemi vera– mente vitali per il benessere delle masse sono la– sciati cadere con indifferenza. fo speravo, scrivendo l'anno scorso sulle colonne della Critica Sociale in– torno alle Convenzioni ferroviarie e sul loro ritrno-– vamento, che il problema sarebbe stato discusso, mRgari da altri punti di vista e magari combattendo le conclusioni contnuic all'esercizio di Stato, a cui ero giunto. Tnvcco - se si eccettua una brevis– sima nota - non no fu nulla; ed un argomento, che interessa tanto l'av,•enire del paese, fu lasciato cadere. Giorno per giorno si contimrnno a commettere in Itfllia dei veri attentali contro l'unico e splendido rei aggio, che sia rimast.o al demunio dello Sti~to: le forze idrauliche. Mentre tanto si ciancia di munici– palizzare ogni sorta di cose o si vogliono ingolfare i Comuni in ogni sorta cli imprese, mentre si invita lo Stato ad avocare a sò l'esercizio delle ferrovie, nella speranza di far trionfare a 1>oco a poco la so– cializzaziono dello industrie, si 1ascia che lo Stato alieni, 1>ersempre, e per un tozzo di pane, l'unico patrimonio che gli shl rimasto: le forze idrauliche; e lo alieni non a beneficio de111industria. vera, ma troppo spesso a vantaggio della speculazione inter– mecli:uia. ~; chi si è accorto ciel grido cli allarme che P. 8. Nitti ha innalzato, nell'appenclice alla sua recente Citlù di Jt:apoU, 11. proposito cli questa im– provvida ulionazionc cli uno splendido demanio, che 1>0trebbeessere, hene utilizwto, un meraviglioso stni'– mcnto cli forza. per lo Stato e cli potenza per Pin– clustria privata.? l"tittcssioni malinconiche, diranno molti, cli uno studioso, che vorrelJbo che tutti si interessassero della scienza. a lui prccliletta. A mo pare, invece, che la. malinconia nasce, se mai, dal desiderio insod– disfatto cli vedere le clnssi operaie italiane uscire presto dalla penombra grigia ciel momento attuale di trnnsizionc tra. il periodo delle bnttaglie politiche per la conquista della libertà. e il periodo clell'atti– "ità pratica o feconda. l~sso sono ancora sotto l'im– pressione della retorica, che le scuoteva e le com– movern. nel momento della battaglia, e stentano a persuadersi cli dover abbandonare l'antica eloquenza grandiosa per i conti prosaici del dare e dell1avere deg-li uomini d'affari. Ep1>urc, se non si vuol essere corbelJati, bisogna saper fare anche codesti conti. LUIGI .E.IXAUDI. A. eh.i rinnova ,·ac,-omamliamo vil:amente l'abbo– ,iamc11lo cumulalico Critica Sociale eà Avanti!: 011110 J.,. 21, semestn /.,. 10 1 JO. (Per l'estero rispetlii:ame11le L. 37 e L. 18 1 50). J.,'Avanti! org(IIIO centrale q11ofidia110 del partilo socia– lista, direffo <la Leonida Bissol<tli (da soloi L. 15 all'anno, L. 7,M al semcsli'e - 1>trl'estero il <1op1Jio) 1 arriva da Roma iit tutta, Italia, cogli ultimi nsoconti della seclula clella Camera, -il mattino sussegue11te. Per la doi:izia delle informazioni,la sfncerità. e l'acumecltttvorta nelle discus• sioni, è ,mo clei giornali 1Ji/(, <li frequentecitati e 1XJlitica- 111ente 1)iìt cOllificleraU in ogni jJOl'tilo. Nrm v'è socialista Ualiano che poss" clispensarsi, da se– gui,·e nell'Avanti 1 lei e1·onaca delpartito e l'illustraz,io11e quoticli<rna cfei 1n-ogressi della causa proleta,·ia. 1.t'ope11a di l\'lillettand 01 11 Aasòciaro i tu,lariati alfa J>Otonza ooonomiat., all'elaborazione dei rfr h"<llnmenti d'officina, al controllo dell'igiono industrialo o delle leggi del lavoro, ammehcro i loro delo- B:~:~i~111t0d?A~n~::~:fil~~1~1~"~o~f~ grandi industrio, o furli solidali col mo,·imento industrinlo ; essi tosl ovitoranno tutto ciò e.ho può oompromettoro o immobilizz are unR (orztt di produzione, di cui la loro <'lasso ò da quost'orn la erodo dfr signnin.,, (Jt:AS JAuKkS1 llewe de PariS, 1° itprilo 1898). Nello linee da noi messe in epìgrnfe, e scritte du. Jnurès fln dnl '98, si trova lo spirito della dottrina. socinlo cho :Millcrand si sforzò di IJOrre in atto durante la sua carriera ministeriale, dalla. ftne di giugno 1 99 tlno n quest 1 anno. lmperoechè è 1>uroa una dottrina che debbono riconnettersi tutti i suoi atti, i decreti, i disegni di legge, e non già nl puro accidente degli eyenti politici o economici. JI rimpro,·ero di emJ>irismogli ru mosso tutta,•ia s1>essc YOlleda coloro, che 1lolc\'nnsi sopratutto di non 1>oter inquadrare tutti i suoi atti in una rormola sola. Questi alti, im•ero, non hanno tutti lo stesso punto di 1>artenza, Yariando secondo il grado di enpacil:\ di quella parte della. classe operaia cui si riferiscono; e perciò facendo a1>– pello, secondo i casi, alle forze proprie di questa o a quelle dello Stato. Sembrò a taluni che, cosl facenrlo, egli considerasse la classe operaia come in uno s1>ecchio spezzato, o lo si rimproverò di non concepire il prole– tariato come una classe, con interessi cioè ideutici 1 e sem1>ro piì1 antagonisti n quelli della borghesia. J\ltri critici di Mìllcrnnd i quali, al contrario, consen– tono C'ho l'ntlualc nmbienlo sociale J>Ossn. J>restarsi a combinazioni o fornire clementi propri nl conti11uosvi– luppo dolln. classe 0J)eraia, J)ensano però che questa non debba altrimenti pro\'vcden'i che mercè la sua stessa at– tività, col suo proJ)rio svilu))po. rnmpro,•erano pert.anto a Millcrnnd il suo socialismo di Stato, la tendenza ch 1 essi qunliflcano di ))ace sociale. Questa critica 1>eraltro non g1i fu mossa che dOJ>O il decreto organizzante i Consigli del lavoro('). Diremo, esponendo lo riforme di Millerand 1 ciò che ue sembra esseni d'esagerato o di troJ>J>o generale in queste censure. Qui non facciamo che indicarle, e le anemmo riser\'ate 1>erle nostre conclusioni se non ser,·issero a meglio delimitare la posizione che Millerand ha preso coll'insieme delle sue riforme. Di queste ultimo faremo un 1 es1>osizione succinta, quanto (I) Del IOClllllSta )llllcra111I C dclln 8Ull ISMillual J)Ofere si è molio dhicuHo (la un anno o me:uo l11qun, In FrnuclR ed fHJChc lu 111'lln, o (11111M stam1)ll 1ootallsla COII ))Rrtlcolnro flCCiUJhm:mto. Per QllfUHO la 111aoperi\ et ls1>lr881e 1 J~r IO Intenzioni eorilggloso che da eua lr81)l8l0UO, UIIR 81ncerll 1lmpalln, l\umenlala, se J)OIJS!bUc, dallll VOI• ~MIIA 11cgll 11.ttacclll ondo ù rntt11.1egno, uo1 e\·liammo m recare su '-11cun un glu(llzlo dcHnllh'o, con&l(leranilo 0110 Il miglior giudizio \l 11 111ì1 lnn1)J)ellnl>llo 111.rcl>l>o ilnlo dlll rl1ultnt1. Orn J)erò cho 1•1111 ml11c11zn (lcllo eiezioni legislnll\'0 porri, 11rolml>llmente Une n11 1 nuchlcc cs11crlmcnto, ol 11nrvo tempo (Il lont!lro un'CilJ)OSlzlo110 e nn cMmn, Il l)IÌI l)Ollllbllmcnte 11)11.IIIIOlllltO, (lell' OJ)Crll.8lltl i O llO h1cnrtco.n11110 l'1u11tco nostro Paolo Or1un!l1, elle ringraziamo di ,nere - con questo nrtlcolo, 11rlmo (Il 111111 serio -· corrliltiosto all'ln\·llo. (Notti della CRITICA). (') l,n rornlll1Ò o. SORI':!, uel 8110 01)U8COIO811 l',h:ttidre SocJall,ta tld S01tlact1U, Parigi 1001 1 1,lbrerlA JAC(JUCS, C In un arUe-010 (l(ll 1 .1Jo11rtmt11t S<><IMUtt, 1& ,renn111to 1001.

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