Critica Sociale - Anno XII - n. 3 - 1 febbraio 1902

48 CRITICA SOCIALE namente ammonitrice l'ombra dell'antico compagno, che dorme Inconscio della tenzone, che si agita ne1Ja falange prima compatta e solldale. 1-: non che la fede, che lo lnftamman e Io struggeva, risuoni determinata e frequente nel carmi del malinconico pocht. Era pudica e ritrosa la sua musa e accennava 1iù che non dicesse. Pure - non esplicita, ma avvertita o anzi continua e dominante fra tutte le singole note - la nota socialistica suggella di sò Il breve volume e lo inspira: tnnto più 1rcesentoquanto meno annunciata e scritta. Nò, dovo ò esJ)rcssa, si allieta di gaie immagini e di spcrftnzc giocondo: ò piuttosto nmara e accorata. 11 poeta si sentivi\ mnncnro, o l'Ideale per lui, d\ per <1\ 1 lungi dnll'n1>1>rosslnrnrsl, si rnccva 1>iì1 remoto; inoltre erano, quolll, gli nnnl dello as11ro battaglie, delle irri– sioni snrcaidlcho o sn1rntc 1 della propaganda difficile, lenta, soi-J>cttatn non J>ure dai dircnsori interessati del privilegio J>tldronalc, bcnsl anche dal proletarii. Quanto e corno rAJ>ido cammino d'allorll ad oggi! quanta e quale storia nel bre,·e giro di cinque o sei anni. A llro note risuonano J)iù chiare e particolareggiale. L'anima dell'umile correttore di boue era aperta alle impressioni più ,·arie e più delicate e amava poi di ripiegarti su di 11èstessa, di interrogarsi, di indugiarsi In Intimi e sottili colloqui. E non si confidava facilmente; anche J>erchè la rauca quotidiana e la sete di apprendere ))Ortava ,•la Intero e ra1,lde le ore al gracile autodidatta, e gli rimanen scarso tem1>0 a rimare. Nè. il ,·erso gli ,·eniva gil1 agile o J>ronto. li frasario bell'e fatto, il ri• cettario comune e comodo per quanti vogliono combinare dello sillabo In ritmo di verso e, di alcuni nrsi nume– rati, congegnare uno. stroro, non gli serviva; chè egli non proudova I\ J)rOstito nò affetti, nè parole. Di qui la parca rortlllt,ì e l'orlghrn.lltà porsonalo della sua mni.:i; In qunlo non hl\ nò 1mssloghl superumani 1 nò sdilinqui - menti o nffcttnzloui pOJ)olnrcscho e, ()ur dovo si vei:te della formn plÌl andnnto o dhl1essn, non ò mai convcn– zlonnlo, neJ)lmr nllorn che rlcnntn. vecchi motivi mille volte ,•ori1lftcatl; nnzi nllorn. ò 1>iì1lndh•idunle e ricono• sci bilo: 8f'gno fra I J>il'1 evidenti di salda e nati\•a ca1mcità p0etica. Sentito - ad esempio - con che no,•it.à arguta o gentile o con che affetto materiato di pensiero, e di pensiero 1•rorondo o suggestivo, egli aJ)ostrora i fiori: Poichò , oi sioto belli, 1.oichù le donne ,·'amano, 1)(tithè d1111ualtro nuaggi mi cantAte l'amor, liOit'hò i 11ra1i,lo vesti, le ll'OC'NI si ricamano dei color vostri, uh·e, o ramhclia dei fior; o fìgliohuiu effimcr" di questA terra 1u11iea ehe fo' i 11oe1ridolori o h• ,·ostra beltà, di c1ur,t11. torr• immAnOcho con ug1111I fatica r11do11dolArlo 1telo o crollttr lo ci1tà. Cr1uuro d(ll &olc,Mlnto d'anuar la pia, la divi11"~ièhHt:t:a cho un buon caw vi diè. Voi •u11urrAlo111!'1101110 tolo 1>0r la 1ua via: dovunquo mi, paHnuto, bonodolto il tuo piè. Voi 1pnndoto di ri8o l11hu1dll trista o nuda, lo zollo doi ll01>0lcri od i c1m1pi del pan; 1111cho il torron piì1 vilo e.ho il dolitto trasuda Ilo ,·i l!lpuutnlu ù llfll'ro O l!li corro11q>0 invan. Oh ro1wilo lu torr11 <·omo hipido nevi voi, 1'otoni 1loi pioppi (•hu il vonlo dii;tnccò, voi, 1,otflli volnuii 1•omo lo 1tl11cco bro,·i 1l'n11giolohi cho 1111corn l'uom 11011 i11u1giuò. l,'1111110 M!OJ•pia in l!IOrrisi,i rin-unii somrnti J)Orhtuo ad ogni <'lll!lft un'nllogra crrnzon: o be.ll' tmno fiorito, o bell'an110 cho canti, tu 1m11io 11011mi g1111rdi, o pur vocc:h.io m .m son. Fiori 1ul mio cammino, belli tenia peccato, buoni tenia dolore, io ,-j chiodo pietà: una ruga ,ottile la mia fronte ha solcato e nb un bacio di donna a spianarla verrà. E con quale concreta felicità di particolari e varietà e verità di Impressioni è resa la poesia e la nostalgia del passato nel seguenti alessandrini: li JHI.Ualodimora ne' mu.aei silenziosi; negli edifizi &torici i ne.Ilo vceehio rovine; nello tet'ho tarlato dei libri polvero1i; 11ci ao11tioridismessi cho solcan lo colline; uollo villotto in cui dnllo i,rriglio 1errl\to cohmo lungho 1lriecio di vordo 80pra i muri; noi 11nrchi o,•o lo bnncho di piotrn abùnndonate Bi 001)ro110 uoll'ombrn di m118Chi umidi o scuri; 1tl piode doi cip1·c1t8i di croBciutu trnnquilln dovo r1rn110 lnJJJ)Otolo roglio nciculnri lo11t11111011to codulo, 111011lro In cium oscill11 versando 111 tri8teu11 sui J)rnti 11rsiceio rnri; negli 081!11rl doi IJorghi II finnco del e11gmto 11cui 1Jorgo ,·icino 11n1t 1J'11t1tl1id11 croce, o,·o puSAndo il ,·O('{'hiocontadino 11donrn.w ilCOJ)rO h1 testa o 11rcga 0011Cedo11dalta ,·ooe. f: come è sentita o ,•lssuta e schiettamente elegiaca la. chiusa: quanli moti e lnori ha fatw la mia mano perchè aopra h• 11alma ,.j 1ian quei wlchi " rtro ! LA einislra, cho pongo danrni a mo 1ul foglio. mi basta 11d una folJa di m('morio già tro1ipa; nata 11111>0na, quand'era 1111 CArnoso gonuoglio, 11011 &al)OYIIche 1tri11ger0 iter istinto la 1>0pp,s; ora è mngrR o ùi1lorla; un dito ha un terchio d"oro; 111I i!IIO donw 1ta11 1.eli in minuta foresta. Cho 11itivao 11tormiru1lttcoloni11 di larnro ! o puro 11011 rni 1cn·o cho a 1.t01uu,·i la to~fo. Montro la ~utt,rdoo 1>01110., con l'nltm nurno S-Orirn, o mi 11011to 111 murnmiil tlol mio brovo pnsa11to; mi 1io11to ro11po111111hilo d'un 1•orpo intero o ,·ivo. in 11101.zo nl l'u11ivor110 t·ho 11! ù 1,ompre ca111bi11to. Noi p11im1relio fon gli 11tt.i111i q1111si in1:1011ijibilmo11tc 11 B1111zii d'orologio, di minuto in mi11uto 1 io IIHo gli ocohi II cu8o troppo noto nlln monte o pro,·o raccnpriooio " sapor cho ho ,·iBsuto. . .. Altri del nostri gio,•ani o ultimissimi 1>0eli avranno piì1 doviziosa ed clelta la lingua, più preziosa la rima, più cesellato o numeroso il ,·erso di questo ,•ate - la parola non è convendon1le 1 nè accademica, ma propria - sincero e trl8te, che da sei anni dorme nei discreti silenzi - non Interrotti da fasto di monumenti - del eimitero di )lwoeco; pochi hanno la immediatezza di sensazioni e di immagini, cho egli avea; pochi così sottile e tor– mentoso Il pensiero, cosl ricca di delicati affetti Pinspi– razlone, co~l 1>ersonale la fisionomia. La sua lira mnndb rpdi accordi e tacque innanzi sera; ma - come la JJUa vita - ru gentile, meditativa, severa. .cy. Oalle Poesie cli, PoMn;o HETTINI - rilegate 111 carfouci.110e co11le11c11fi ,m s0111iglianfissi1110 ritratto ctel couipicmto autore - ubbiamo a11cont ,;,, depositr, alcuni esemJ>lari. (/JrcsifO la, Critica Soeinle, L. 2 franco cli porlo). GIUHPPK R.IOAMONTll perente ,·es}JOnsabile. )lllano, $1/1 lto! • TIPotral'la Opcr•t (Soc. eoop.), c. Viti. Em. 1:•1t.

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