Critica Sociale - Anno XII - n. 3 - 1 febbraio 1902

CRITICA SOCIALE solo perchò legittima, degli sfruttati "' non abbiamo che eia fare un passo ))er sem1Jliflcare 1 anzi JJer di:.trugge1·0 tutta la storia del genere umano, e per affermare col .Merlino che il socialismo, anzichè il frutto dell'economia capitalistica, ò il portato di tutti i mali che finora :\11110 impiAgato l'umanitù. E pensare invece che mali di tutti i generi - miseria, ingiustizie, asservimento, disugua– glianze e antagonismi economici IJcn moggiori degli attuali - vi ~ono stati in tutti i tcm11i, senza cho mni di socirLlismo>·ero e proprio si sentisse nemmeno par– ll'lre. " j;; un gravo errore - scri\'C un economista bor– ghese o meglio un borghese economista, che Ìl grande stima elci socialisti e crede nell'avvento del socialismo(') - ò un graYe errore l'imnrnginnrsi che solo il regimo cnpitalista molta delle grandi dii,tnnze tra le condizioni ;~:ti 1~~ 0 u~\iii~i~i 1 c pio~~:!it~'l~~"afo7'irli~1r?a:·1~~;\,~\~oc~\i! ,~ 1 ~~ Ynlore 1 l1nno SJ)C~so trn le condizioni umane delle cliffo. renze mollo J)iì1 grandi di quello cho esistono nella nostra sorictà. Xon occorre che ci siano dei milionari o dei proletari, ))Crchè ci siano scnitori e padroni. Non ò .'ìOltanto l'ineguaglianza materiale dclii\ rendita che oggi ò diminuita i11 molti ))aesi; è nuche la distanz11.che sephra socialmente il ricco dal po,·cro. Numerosi fatti diurno torto ni socialisti, che preterulono sia questa di– stanza aumentata. J,a distanza sociale, che sepanwa uno schiavo da un patrizio romano, o 1111 servo da un potente F:i~nore medioernle, era. l>en piì1 con.;i<lereYole di quella rhe og,3"i,agli Stati Uniti, se1mra un proletario da un miliardario. 11 Come dunque tro,·are nell'affermnto squilibrio tra sa– lnrì e profitti l'interpretazione che salvi la teoria mar– xista ,lei l'immiserimento? Ripetiamo qui quanto aUUiamo detto per In miseria fisica: o questo squiliUrio 1w1ic'è e 1101i cresce; o se esiste ed numentn. - essendo un fe• nomeno puramente Of}!Jtltii:o e quindi non necessaria– mente anertito dnlla. classe 01>ernin 1 e un fenomeno tutt'alt-ro che particolnre all'epoca nostra - non può affatto ritenersi come In spiegazione, sia pure approssi• mali~•a, del moderno mo\·imento sociale. (Co,1ti1111a). Dott. CABl,O Pt:TnOCCllr. lNTORNO AIRAPPORTI F AGLIMPIEGATI e le Ammini8trazionl romunall La questiono agitata nella Uelazioue per il co11corso di medico coudotto 11tl Comune socialista lii Moylia (1) intorno ni criteri, elio 8i d0\'0no seguire nella nomina degl' im• piegati comunali, ha una grnndis,inm importanza ))Oli• tica e morale. Cinque anni addietro, descrh•endo in questa mvista lo condizioni di un Comune del!' ltalio. meridionale (t), io dimostravo cho la base princiJ)nle delle lotte amministratirn era in quel Comune la con• quista degl'impieghi: la piccola borghesia degli stuùcnli 1.tocciat.i,dei professionisti disoccu1,nti, avYocati, medici, JlrOfessori, maestri di musica, ragionieri, ecc., ece., tenta di assicurarsi un reddito nnche minimo con un inlJ)ic;;o municipale; o 1iolehò i 11osli sono limitati in numero - si moltiplicnno nn che si Jmò, ma 11011 si può fare Jlim· 1iossibile! - cosl questa clnsse di F:1iostntie di affomnti si divide in due frazioni, delle quali l'una - quella (') l'u\J1Jllc11.l:1 nelln c,·Uita Sof!inlt del JG 1ronnalo 190!. ('li us T1u.n:T: u11 co•111111td~ll'llath 111e,·tmom1/e(lfolfetta), eslrRtto dalla Crltira SocWlt t1CI 1597(Cent. '20), B1ar o dei soddisfatti - nclcriscc al pnrtito dominante, l'altra - quella degli a.-.J)irnnti - aderisce nl partito d'OJ)posi– zione. •: la "ittori1t dell'O))posizione significa la destitu– zione degl'impiegati nrversari e l'in, 1 estitura degli im• piegati amici. Girando per l'Italia e viYendo n lungo in Romagnn, in Lombardia e in Toscana('), sotto questo, come sotto moHi altri ri.~Jletti, ho acquistato una discreta stima dell'Italia mericlionalf;l; tutto il mondo ò paese .... cli cn– morristi. ln ogni città vi è una torma di piccoli bor– ghesi affamati, i quali - dove il partito dominante è solido e potente - gli strisciano dinanzi umilmente e chiedono ed ottengono, con la moltiplicazione degli im– J>icghi, un tozzo di J>ane; dove il partito dominante ò comlrnttuto da. una 0J)posizionc abl>ast:rnza fol'te\ gli spostati si tmsformano in uomini politici e si mettono con l'OJ)J)Osizionc - qualunque essa .~ia - Jlei·chè ca.pi• scono che, in cuso di ,•ittoria, otterranno qualcosa cli pili che un piccolo impicguccio: a per:i.onaggi della loro autorità cd attività 0110:i e stipendi l>en maggiori do• \'ranno essere conferiti ! L'opera. di questi spostati ò 11oliticnmente importan– tissima1 Jlerchò, non RYCtHlonulla. da fare I essi tonno per tutto il giorno della politica: sono giorn11listi 1 libel– listi, galopJ>ini elettorali, conferenzieri, propagandisti, fanno di tutto; e, in grazia della loro ntti\•iti'~ e cul– turn, si conquistano i 1wimi posti nelle file dei J>nrtitl politici, dh·entano gli uomini di flducia 1 i depositari del segreti, i guanliani o i Jrndroni delle posizioni strategiche. Per tal modo tutta In ,•ita. dei partiti si accentra in essi; e poichò le idee non girano per le stracle sulle JHO– Jlrie gam!J(l 1 ma s'incarnano in unmini, si ha che le più belle iclec, i J)it1 Uci programmi e ideali di questo mondo, quando cadono 110\10 mani di quei miseral>ilì, si riducono a pretesti J>er conquiitare un impiego. I•: i ))artiti ,,n,mo in ro\'ina; J>Crchè,conseguita la ,·it.torin, la distribuzione degl'impieghi ò causa cli ingiustizie contro gl' impiegati nnt.icJ1i e di dissidi rra gli as1>iranti 1 sempre più nume– rosi del l>isog110: una J)rima ingiustizia, indeUolenclo moralmente gli nn11ninistratori 1 che l'hanno commessa, li rlìL mani e piedi legati in balla. degli elementi J>Og• giori del partito, che, minacciando scnnclali o pronun• cinmenti, ricattano senza posa e senza freno i malca• J>itati e li obbligo.no n nuo\·e ingiustizie o a nuO\'C ìm• moralità; gJlimpicgati maltrattati s'inviperiscono; gli aspiranti delusi o 1iass11noal pnrt.ito UV\'ersario, o re– stano nel pnrt:to n crear scissioni o sos110tti e recrimi– nazioni. E cosl pnrtiti, cho avernno ri1>ortnte strepitose vittorie e scml.ira\·nno de1>ositart della JliÙ scrupolosa giustizia e padroni clell 1 aV\'enire, in Jloehi mesi si disgre• gano e precipitano nel fango. f: questa una malat!i:\ di tutti i ))artiti, a qualunque gradazione politica npp:1rtengnno, e di tutti i Comuni italiani, qunle che sia la razza che Il popola: fra. l'l– talin mcrhlionnle e l'Italia settentrionale c'è questa d\f. ferenza: che nel Mezzogiorno ,•i sono meno risorse che nel Settentrione, e <1uindi gli spostati si riYersano tutti sugl'imJ>ieghi municiJ)ali, e si fanno una. concorrenza pili atroce: e non hanno agio di far lo cose per henino e di sal\•are le npparcnze. Inoltre, nel Nord Yi sono parecc·hie cla.';;;1,i F:Ocialisolida.mente cost.ituite ed equili• brantisi 11olitiCame11to 1 e (}uindi la clas.50 dei professio• nisti afl'itmati coslitui.-.ce uno solo degli elementi della vita politica o deve coordinne e subordinare la propria azione n quella delle altre classi j laddo\'e nel :Mezzo• (I) SI Teda, per es., 1icr Imola (JUello éhe scrh·o,·o nella Cr;t~ SO– ti«lt t" scttl'rnbre 18~1.

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