Critica Sociale - Anno XI - n. 8 - 16 aprile 1901

CRITICA 80ClALE 115 av1·ebl.lero a,•uto nulli\ da guadagnare. D'altra parte, eliminato un Ministero Sonniuo, bisognava e,•itare un Ministero democratico e riformatore. Ora, se la caduta del .Ministero Saracco rosse stata seguita da una dcsi– ,;c-nazionoparlamentare, dovendo per ragioni di 0J>JJ0rtu– nità. es:'ier messo da 11arte il Sonnino, sarebbe nata la necessiti\ di designare nlln. Corona un :Ministero z,uiar– delli o Giolitti: si sarebbe così al'uto un )linistero, che 1 grazie alla designazione 1rn1·lamentare, anebbe potuto trattare da pari a pari cogli alti JJOtcri dello Stato, e quindi concretare un piano di riformo serie; e, qualora la mnggioranza reazionarh~ della Camera, obbligata in occasione dell1t }Jrima cri'si del 1·cgno a tirarsi da parte, si fosse rifiutata di seguire il Ministero sulla uuova ,•ia, contraddicendo al suo primo voto, il Ministero avrebbe avuto il diritto di chiedere alla Corona lo scioglimento della Camera e :\\'l'ebbe fatto le elezioni su un programmi\ di riforme democratiche, a poca distanza dalle elezioni ostruzioniste. Bisognava dunque, nel seppellire il )fin istero Saracco, e, 1 itare ogni designazione Jlarlamentare: pe1·tal modo il Ministero nuovo, chiamato al Governo non per forza propria ma per invito dall'alto, non av1·ebbe 1wuto le mani libere nel concretare il prOpl'iO programma e in tutti i C.l-Sinon ancbbe a,·uto alcu11a. forza morale per domandare le elezioni. Salvata. cosl la situazione parlamentarc 1 toccava ad altri completnre l'opera della maggior,rn:rn. Zanarclclli e Giolitti, chianrnti nl Governo senza alcuna forza. morale, non han potuto esporre le loro intenzioni, hnn dovuto ascoltare le intenzioni altrui, le quali alla 'loro volta !1011sono so non la parte piì:1intima. e stabile del pro– grannna rear.ionario: mani libere in tutto, snl,'Oche nelle spese militari, senza frenar le quali è viceve1·$a impos– sibile quasi ogni moYimento... di mani; o come ga1·anzit1, il nuOYO :Ministero accetterà, f.lenzn. fiatare, dall'alto come angeli cu:-;todi tre ministri, quelli della guerra, della. marina, <lcg!i esteri - i tre ministri fondamentali della nostra orgauizr.nzione politica. ()i qui non si pa.,;sa! J due capitani della Sinistra. ancbbcro potuto 1 come direbbe il marchese ColomUi, o accettare o l'iti.-ar,-,i.·MlL come si fil, dico io 1 a. l'itil'arsi quando si ò, come 1/.amu·– dclli, ~ircondnti da una muda, di cani affamati, e, come Oiolitti 1 as~il!ati dal bisogno cli riafferral'e il potere pc•· affermare l:'t propt'ia esisten:MLin faccia a tutti i mode– rnti, che per sette anni aYevano cantata l:~ litania dei morti? Ounque i due capitani accettarono. Intanto, a.vrnn 1>ensato fra sè, mettiam le mani sul Governo i una dcci11a cli me:.i di respiro in un modo o nell'altro li avremo, perchò ·onnino non oserà di abbatterci subito j frattanto ce1·cheremo (li crefi1•ci una mnggiornnza, aggiungendo ai duecento voti delPJ•:~ti·cma e della Sinistra un altro centinaio di voti i fattaci la maggioranza, provocheremo un voto di flducin, che ci darìt il llirit.to di domandare alla. Corona 10 elezioni; creataci con lo elezioni nna maggiornnzn. solida, butteremo a.mare i ministri che orn. d sono st,1ti mossi alle costole per vietarci ogni 1110\'i– meuto, e avremo le mani libere per iniziare le riforme. Quali riforme? Si rendono essi couto della im1)ossiUi– lit.\ <li fare qualsiasi 1·iforma. senza. intacc,'trC le sJ)esc militari? E pensnuo essi di poter imporre la (limi1111ziono delle spcs:e militari, quando il.l,l,iano un(L nrnggionrnza sicu1·a. '! Probabilmente essi rifuggono dal chiarire fra sò stessi l'enigma e fanno come tanti e trrnti altri - come gli [.rii stc,sì sonniniirni - i qu<lli proclam:rno coutiuuamentc in te~i generale la neccs~ifa del!o riforme, 11erchò son convinti che così non si può n.nd9.ren.vanti; ma, come Bertoldo non ricsciva mai a trO\'ill'C l'albero e oBa o su cui appiccarsi, così i conserva.tori italiani, destri o siuistri, quando si trovano di fronte a. una riforma. con– creto, si avvedono sempre che quella ò inconcilinbile coi loro interessi e domandano subito ad alta voce dello ri(ornw dh'erse 1 anche maggiori e pitt audaci, che natu– ralmente non si trovano mai. l'Or altro, un programma qualunque bisogna metterlo insieme J>ersbarcare comunque sia il lmrnrio flnchè non si siano mossi a compassione del Ministero i cento sal• Yatori necessari per ottenere le elezioni; e un programma qualunque ò necessario anche }lCrammansare in qualche modo i deputati delP.Estl'emn. 1 i quali, per quanto sicno di facile contentatura, non potrebbero contentarsi di nulla. Ma di do,·e incomiJ1ciarc per mettere insieme questo programma? Jncominciamo con la libertà; questo ò un ingrediente buonissimo o non c'è bisogno neanche di rarno troppo sciupìo: perchè i deputati dell'Estrema sono stati cosl Uene educati clai J)redecessori, ohe basta non mandarli tutti in galera per esser Jlrocl:unati sal– vatori della. libertà. Re non che Ja liUertì1 1 quale la intendono i ministri cli Sinistra e purh'oppo quasi tutti i deputati popolari, ò u11acanzonatura. lHilla.e buona: la tattica della reazione italiana. ò stata sempre (Jucll:~ di approfittare cli tutte le oèca,ioni (attenta.ti , tumulti, distrazioni dei democratici) pe1·codilicarc le propl'ie eonqui:ite: leggi sui sequestri, sull'odio di classe, contro le autonomie locali, contro le associazioni, ecc. Codificata. Inco1H1_uìstn,on(' necessario che la. legge si.I.sempre applicata: nclh't serie dei Mini• steri reaiionm·i si possono ammettere - quando non sia possibile fare altrimenti - degl'intervn.lli più o meno Iit,eralì, nei quali la legge non sia. a1ip!icatai mn l'im– portante ò che la legge 1·ima11gao almeno che non si faccia una legge contraria, la qua.le leghi le mani a chi vc1TÌldOJ>O.Durante queste 1iarcntesi liberali, il Go,,e1·no ha. le mani dolci 11cll'a.1>plicarele leggi reazionarie o ncll'a.J)plical'e in scn:so re~ziona.rio le leggi eq_uivoche; ma non può nè abolil'e !e leggi cattive, nò chiarire le leggi equivoche. Per t,d modo i ciuchini democ1·atici scodinzolano esultanti 1wn sentendo nò il capestro, nè la fru-.t.a.e si tigura.110di esser diventati c)ciciuchi liberi e quasi quasi dei bei ciuconì repubblicanij ma intanto il caJ)estro e la. frusta aspettano la mano del padrone. Questa è la libertà, di cui godono oggi i 1>1u·titiJ>OPO· ltui. Del resto, qua.ncPanche il '.Ministero liberale rosse dì– s11ostoa cambiare la legislazione sulle pubbliche libertà, o sen'it.ì1, se pili ,•i piace, non potrebbe filr nulla: la maggiornnzn rcaziouaria, minacciata. direttamente nella vita, iniorgerebbc e non ci sin-ebbe IJÌl1 temJJO per con– vertire i cento famosi sah•atori e fare le elezioni. Ed ecco l'altra difficoltà 1 che impedisce al Ministero Zana•·· delli-Oiolitti qualsiasi movimwto: essendo un !linistero cli minoranzi, e non 1L,'e1Hlo diritto n indir lo elezioni, non può J>rescntnre alla. Camera. se non leggi che piac– ciano alla.. maggioranza o non la danneggino trOJ>JlO flircttamcute. Questa im11otenza., nel assalire la maggioranza e a. tentare qunlunque seria. riforma, si manifesttL meglio uclln qucsf.ione tributarin. 11dazio sul grano non si può toccare, J)Crchè 11ess11110, nò cli Destra 1 llè di Sinistra, lo vuole, e in tutti i ca.si il 111ilital'ismo, che ha I.,isogno doll'aJ>JlOg~io degli ngra..l't, ha gi:\ J)a.rlato per bocca del sommo ... 11iccna.rdonella conversazione col deputato Dc Lorenr.o: l'abolizione del dazio è giust:l in teoriil. 1 ma. im1>ossibilc in pratica. Scil.rtnta una riforma, che, con poc? a~graYio del bilancio, avrebbe arrecato un sol-

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