Critica Sociale - Anno III - n. 8 - 16 aprile 1893

CRITICA SOCIAL& 1.23 vole e racile nel f&tto naturale di una.eluse che difende gelosamente I propri privilegi, perlcolo.nti per l'insorgere di un'altra.; e cosi lavarsene le mani. Maquesto dato, se entra certamente nel fenomeno, Mn basta a spiegarlo, perchè una classe può di(endcrsl anche concedendo. Altro ragioni vanno cercate. e lo le trovo facilmente intorno a me e in me stesso. È la somma delle tendenze anarchiche che una gran parte degli uomini ha dentro di sè In lolla perpetua con lo stato sociale che le in– volge e Cf)mprime. Intanto la.scuola da cui questi nuovi liborall escono è. nella 1ua essenu, profondamente anarchica. Se gli economisU liberali, nello sfrondare lo Stato di tutte le funzioni, si fermano a quella di garan– tire la proprietà.. lo fanno o per ragioni di convenieni& o perchè Il fenomeno s'imponev&,alla loro osservazione llmltatB, Immolo.bile ed eterno. Ma In tutto Il resto sono anarchici. Leggete certe pagine del Ferrara che è, o ru, In Italia Il ph\ genuino rappresentante di quella scuola! Sono vibranti e t'rementl nella aspirazione Intensa alla pfll 1 1connnata libertà delhndlviduo, e qualunque anar– chico le può firmare. Ora questi risorgenti accaniti in• divlduallsti rappresentano. Insieme con gli anarchici, la vecchi&tendenza, etern&i perchè profondamente umana., dell'individuo a sbarauarsi da ogni coazione. Due grandi tendenze dividono gli uomini in tutti i momenti storici. Possiamo dire, abbracciando grandi varietà di elementi In due gruppi nettamente distinti, che Il mond'>si divide in socialisti ed anarchici. In rondo è una distinzione antropologica netta. Fra I socialisti v'è la gente normale, sana, ragiona.– trico, con un buon numero di Impiegati-nati, che all"io• domani della rivoluzione piglieranno In mano le ammi– nistruionl e faranno funzionare ammirabilmente i nuovi macchinismi burocratici rimedianti alla sregolatezza di oggidl. Gli anarchici sono un'accouaglla varia, multiforme. Incolore; tutti gli artisti, molti temperamenti atavici, tutti I sentimentali, incapaci d1 adattamento, con una IDinoranza di ,·eramente forti e socialmente superiori per I quali l'adattamento rappresenterebbe invece una rinculata. Jn complesso li mondo à sempre alato, o sarà, dei socialisti, che hanno l'attitudine politica o ammini– strativa. Quanto agli anarchici, essi rappresentano, pur nella loro Incompletezza. e nella loro lmpraticità, una forza mndinima. di opposizione persistente e latente, met• fé'ndo radice liei più profondi strati del sentimento umaM. Bisognerà tenerne conto. AMEOEO MORA.NDOTTt. LA CIVILTÀ INDUSTRIALE L'economia borghese per dimostrai-e contro i so-– cialisti che anche nel sistema liberista. è possibile ~~ni~~t 11 ::ice~tie::ii:iisrnhe~:!~ ::u::ix:row~ di negai-e. Il Llweleye che, quantunque di aspira- 1.ioni elo,•11te,per qua.nto fa~. come scienziato restò sempre della vecchia scuola; notò che noi, di tutti i c. 1 ti sociali, siamo ol'a meglio vestiti, siamo meglio albergati, abbiamo inU>rno maggiori como– dità che i nostri padri. L'osso,•vazione è giusta ed h•rerutabile. Ma vicino a questi si possono schierare nlh'i ratti che tagliano netto lo deduzioni felici che so no vorrebbero t·rarre. Noi vestiamo meglio, allJerghiamo meglio sin che volete; ma mangiamo peggio. Vicino a questo lusso c'è stato un aumento di iriiseria nel suo signrncato più terribile: la deficienza de11a nutrizione. La mi– soria del proletariato moderno è la miseria del pane. . . Dalla loro osservazione parziale gli economisti bo1-ghesi ricavavano la deduzione che anche nello stato borghese ò possibile il progresso generale, be– nefico a tutti. QuesL'\ deduzione non ha nessun \'a– lare, porchò non tiene conto che di un ordine di fatti. Ma quando alrordine dei fatti ottimisti da essi citati si aggiunga rordine dei fatti pessimisti che abbiamo notati dopo; quando insomma il quadro delle condizioni della società borghese sia compiuto; noi nel suo mo,•imento vasto e complesso. invece della consolante prova di un progresso, riusciamo ad afferrare un fenomeno d1 contraddizione. La contraddizione ò fra la produzione industriale e di lusso, e In produzione alimenta.1-0.Da una parte noi abbiamo J'a(fo1·maziono di un progresso, dall'altra la negazione. Osserviamo il fenbmeno pili da \'icino e vedremo èòme esso ci rapJ>resonta uno dei mali pili terribili che 1'0dono alla base l'edifizio sontuoso ma fragile della moderna civiltà. La ch•ilt à moderna è una civilt..\ supremamente industria.le . una civiltà cioè in cui la potente mac– china del l avoro umano sociale, invece di essere direttamente applicata. alla natum per ricavarne una sovrabbondanza di materia greggia utile, è ;:t;i~n fa~'\~ocJie q~=t':~aa~i~l.aborazioni sem• Questo carattere si rileva sopratutto nella trascu– ranza della agricoltura ed in generale di tutta. l'at– tività umana diretta alla produzione delle sostanze alimentari. Le condizioni e le aP.plicazioni del la– voro in tutta la srera della cinltà occidentale lo mostrano ampiamente. Un primo fatto rh·elatore è rimmensa estensione dei terreni incolti. In Italia noi abbiamo circa quat• tro milioni di ettari di terreno abbandonato; questa trascuranza della più importante delle ricchezze naturali invade come un'erba maligna le torre che, per la lol'o disposizione corograflcn e por le condi· zioni climatiche da cui sono ravvolte, potrebbero ~?::i~~~odg;l1 l~e~~~' 1~ll~u~!~io 1 ~isra~j:n!~~I:: Sicilia e gran \>arte del continente meriionale. L "Italia, in cui, rn proporziono della rertilit..\, la mi• seria della ag1icoltura è tanto grande da rendere neces.,aria ad un paese, che è soltanto o sopratutto agricolo. una forte import.azione, rappresenta in Europa In. media: qualche paese, la Francia. il Bel· gio, flnghilterra si levano sopra questa media; ma la grande maggioranza dei paesi europei, la Spagna, l'Austria, la Prussia restano al di sotto, e di molto. Una seconda prova ce la rornisce la proporzione fra l'accrescimento della popolazione e quello della p1'0duzione. Un calcolo esatto di questa proporzione è imp03Sibile; noi abbiamo paesi, come la Francia, in cui la trasformazione improvvisa delle condi– zioni sociali, il passaggio reJ)8ntino, nella rivolu– zione dell'89, dalla gr:inde proprietà oziosa alla pic– cola proprietà attivissima., moltiplicò rapidamente la ricche1.1 ...'\agraria; in cui dalla assoluta miseria si oassò in pochi anni ad una ,·era abbondan,.a. Nell'Jn~hilterrn pare che sino ad ora l'aumento della popolazione sia stato accompagnato dall'aumento dei prodotti. Ma in altri paesi, come l'Italia, la popola– zione ha raddoppiato ~n,.a che il livello della pro• duziono sia salito di altl'ettanti gradi o n0 meno si sia mosso: squilibrio ed immobilità. dannosi non solo. ai paesi dovo si manifestano, ma por contrac– colpo nuche a quelli che erano riusciti a mantenere

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