Discorso del cavaliere Emilio Visconti-Venosta ministro per gli afffari esteri

'•. . . Signori, ' . \ La politica estera del Ministero non può.esser'e, come diceva l 'onorevole mio amico Guerrier~. p.na politica d'inazione, altrimenti essa non rappresenterebbe la politica della maggioranza di questa Camera, della quale abbiamo l'ambizione d'essere gl'interpreti fedeli . Gli onorevoli interpellanti che hanno ieri parlato da questo lato della Camera (Accennw.ldo alla sinistra) hanno accusato la politica del Ministero d'avere abbandonato il grande problema nazionale, d'.aver posto in obblio la causa di Roma e di Venezia. Signori, nessun più grave rimprovero ci si poteva fare, ma temo che gli onorevoli La Porta e Miceli abbiano scambiato per freddezza, per inazione, per diserzione un sentimento che io nutro, e che i.discorsi ch'essi ieri hanno pronunciato non hanno valso· ad attenuare nel Ministero , ed è, signori , un profondo· scetticismo sull'efficacia dei mezzi di cui gli onorevoli i

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