Discorso del cavaliere Emilio Visconti-Venosta ministro per gli afffari esteri

' ·- .. .. . ' . . . . • . l ]0 sono i mezzi che entrano nella sfera d'azione del Governo: be ne sono degli altri certo potenti , certo efficaci, i quali sorgono da quel dibattimento solenne che si è aperto nel seno stesso dell'opinione cattoli~a. Ma quest'arringo è specialmente dischiuso agli uomini illust:r,:i, ai filosofi, ai sacerdoti, alla cui schiera apparti ene l'onorevole Passaglia, convinti operai di quella grande trasformazione che si prepara nei rapporti fra la società civile e la società r eligiosa. (Bene!) Noi accompagniamo questi uomini coi nostri voti nella nobile impresa a cui si sono accinti, impresa di trasformazione tutta intellettuale, tutta morale; noi facciamo dei voti perchè essi trovino intorno a sè l'eco di vi.gorose c-onvinzioni, perchè si servano dei mezzi i più efficaci ed i . più opportuni per promuovere' una causa Q.i cui nori potreobe trovarsi altra più importante per l'avvenir~ della libertà civile e religiosa. (Bravo!) L'onorévole .deputatu Passaglia m'interpellava ieri sp.i l'apporti internazi('mali che esistono fra il Governo pontificio èd il Gov~rno del Regno d'Ita~ia. Questi rapporti sonQ completamente interrotti, ed io credo che l'intavolare una questione di diritto col Governo pontificio sarebbe la cosa la più oziosa del mondo (Ilq,rità) ; poichè il Governo pontificio si pone precisamente a un punto di vista affatto opposto , ess,o non riconosce il diritto dell'Italia, non riconosce i.l nuovo ()rdine di cose, e in noi che pure ci sentiamo i .rappresentanti di una nobile causa e di un grande diritto, in noi non vede che gli usurpatori delle -sue più belle provincie! (Risa di assenso) • '

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