Angelo Brucculeri - Il problema della terra

- 92 - maggior reddito dell'impresa; ma ciò non ostante resterebbe sempre una differenza non piccola fra il salariato, sia pure partecipante, e il proprietario. Il primo desideroso più dell'uovo di oggi che della gallin; del domani, premerà per aumentare il salario, e quando si crederà non ben retribuito o quando un qualche tribuno andrà a sobillarlo, non rinunzierà allo sciopero, sopra tutto in quei periodi di tempo, in cui la resistenza dei padroni importerebbe un disastro, come p. es. durante la mietitura del grano e la monda del riso (1). « Qualunque contratto, nota il, Sismondi, qualunque ripartizione di frutti che separi l'interesse della proprietà dall'interesse della coltivazione, tende a distruggere o per lo meno a diminuire il buon effetto che la società si era ripromesso dall'appropriazione delle terre» (2). (1) • La monda ect il taglio del riso, scrive il Conte di RovASENDAin un pregevole opuscolo su La questione terriera, sono due operazioni che non si possono procrastinare e devono essere fatte a tempo debito, se non vuol perdersi il raccolto. Queste due condizioni sono ben conosciute dalla mano d'opera locale, la quale appunto profitta delle epoche di dette operazioni per lanciare i suoi scioperi, per ottenere gli aumenti di paga e le altre condizioni •· La questione terriera. Torino, Tipografia degli Artigianelli, 1920, p. 35. Nel Congresso agrario nazionale tenutosi a Roma il 15 febbraio- 1921, il delegato per la Liguria, comm. Galliani, nota che la crisi in Liguria non è grave per l'assenza quasi completa del sala,riato e i rapporti fra proprietari e lavoratori sono generalmente ben definiti e non hanno dato luogo a gravi conflitti d'interessi. E nell'Emilia vi è qualche miliardo di perdite! (2) Nuovi priucz'pii di eco,iomia politica. Bibl. dell'Ec., prima serie, voi. II, p. 512. B bi oteca Gino Bianco

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