Angelo Brucculeri - Il problema della terra

-91 - ettari di terreno che fa coltivare intensivamente coi sistemi più .progrediti. Vacche scelte di razza Simmenthal, distillerie di alcool, stabilimenti per la fabbricazione del burro, del cacio, dello zucchero. Molti piccoli proprietari difficilmente potrebbero dare tanto incremento all'azienda (r). JVIa il problema non è questo : se in dati casi non riesca più vantaggioso il sistema delle grandi gestioni; è invece: se, come principio ed in via ordinaria, debba il 1atifondismo .preferirsi alla maggiore divisione della terra in media e specialmente in piccola proprietà. Posta così la questione, confessiamo francamente che non può punto sostenersi la tesi della grande proprietà, perchè le prove addotte o sono erronee o sono insufficienti,. o per lo meno sono controbilanciate da opposte considerazioni. E primieramente, la grande impresa, si dice,. attua gra~di economie. Ciò è vero sotto alcuni rispetti, ma si consideri dall'altro lato che i lavora tori non sono che dei salariati, e si sa, che i sa-. lariati in fatto di alacrità, diligenza, puntualità, risparmio di materie e buon uso delle macchine, lasciano non poco a desiderare. Quando non vi è altro tornaconto èhe quello di risparmiarsi, e nessun interesse a far bene e molto, si lavora assai di meno. E' vero bensì ·che con un sistema di premi o a partecipazione si potrebbe ovviare a quest'inconveniente, cointeressaindo gli operai al (1) Cfr. AGURT, La terra ai contadini. Roma, 1920, p. 50. Bibl oteca Gino Bianco

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