Angelo Brucculeri - Il problema della terra

-86 - ste solo nell'ora del dissodamento, al moUJ,ento stesso in che si mette a cultura. Le operazioni e i lavori agricoli non hanno l'uniformità delle occupazioni e dei lavori industriali', e per conseguenza si prestano assai di meno ad una vasta organizzazione che proce~erebbe con stabili re: golamenti » ( r). Si ponga_mente, per es., alla varietà delle produzioni, di cui se alcune possono, come i cereali e il minuto bestiame, assai vantaggiosamente ottenersi nelle gr~ndi imprese, molte altre invece,· come frutta, ortaggi,_ legumi, tabacchi, piante mediche, vini e simili, domandano il piccolo proprietario, dal quale possono ripromettersi quella vigilanza e tenacità, quella sollecitudine e passione che sono condizioni indispensabili del loro buon successo. Si pensi inoltre alla diversità delle terre coltivabili, salubri o malariche, argillose o leggere, in pianura o in. montagna, distanti o prossime agli abitati, e si vedrà che fra -l'agricoltura e le industrie corre un gran divario,_ di cui bisogna tener conto. Con ciò si spiega perchè la concentrazione capitalistica di produzione, che ha otknuto qualche buon successo in alcune ·industrie, non ha avuto · nell'ordine agricolo lo stesso effetto. . Nell'America, fra popoli che stanno all'avanguardia del progresso industriale, come quelli de- (I) P. LEROY-BEAULrnu, Essai sur la répartition des r ichesses. Paris, I883, p. 159. B bi oteca Gino Bianco

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