Angelo Brucculeri - Il problema della terra

- 73 - grandioso e deplorabile, quanto fecondo di grandi lezioni, sulla rivoluzione russa. Oramai nessuno potrebbe più illudersi. Fi.no a ieri, interessi, passioni, pregiudizii, tumulti di uomini e d:i cose intorbidarono così la visione russa, che non ci era dato dichiararsi con sicurezza e bisognava su molti riguardi sospendere il proprio giudizio. Ma oggi il fosco velario che c'impediva di cogliere pienamente la tragica realtà degli avvenimenti è squarciato, e gli stessi fanatici .predicanti del mito moscovita hanno dovuto consentire a ciò che il buon «compagno» D'Aragona asseriva in una relazione ufficiale, che l'uguaglianza comunistica russa si risolveva « nell'uguaglianza· della comune miseria». Sicchè da tutti i documenti e dalle attestazioni più accreditate che si hanno per ora sul bolscevismo, un giudizio sfolgora con evidenza irresistibile, e conferma la incapacità assoluta di effettuazione del puro comunismo in g~nere, ed in ispecie del comunismo agrario. I massimalisti, fin dai loro primi trionfi, hanno potuto decretare come caposaldo della politica agraria del nuovo governo, l'espropriazione delle terre : « la proprietà privata del suolo, - dichiara la costituzione della Repubblica federale russa dei soviety, - è abolita, e tutte le terre sono considerate come appartenenti alla nazione intera e sono trasmesse ai lavoratori s~nza alcuna B bi oteca Gino Bianco

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